Una voce per l'infanzia negata
Marcello Algeri è il direttore artistico e il coreografo dell'Ariston Proballet di Sanremo che tra tre giorni si esibirà al teatro Olimpico.
Da dove nasce l'idea di questo spettacolo?
Inferno è uno spettacolo che abbiamo creato noi nel 2006, pensato appositamente come un lavoro a favore dei bambini, costretti a subire da vittime le decisioni dei grandi. E' stato un lavoro di concertazione tra la Compagnia, l'ILO, la FAO e le altre organizzazioni internazionali a cui abbiamo sottoposto l'idea, proprio per dare vita e voce alle numerose violenze, sia fisiche che psicologiche, che i bambini devono ancora oggi subire.
Come mai la scelta di Dante per uno spettacolo dedicato ai bambini?
Innanzitutto perchè Dante Alighieri credo sia il più grande poeta italiano, in grado di essere attuale nonostante il tempo che passa. L'Inferno, poi, è stato scelto come simbolo dei mali moderni; sia gli adulti che i bambini, infatti, hanno un proprio inferno ed un proprio paradiso. Con la differenza, però, che quello dei grandi è modificabile, mentre il loro no. L' Inferno che proponiamo, dunque, è filtrato dagli occhi dei bimbi, è un inferno moderno.
Come è strutturato, dunque, lo spettacolo?
In Inferno abbiamo mantenuto la struttura dantesca dell'opera; accompagnati dalla musica di Brian Guerra -scritta appositamente per lo spettacolo, tra l'altro- analizziamo 25 inferni diversi ed attuali, passando dalla pedofilia allo sfruttamento minorile, dal G8 alla corruzione della giustizia.
Il nostro non vuole essere un atto di accusa nei confronti di qualcuno, ma un tentativo di ulteriore riflessione su quella che è la realtà, credendo necessario ridare alla danza e all'arte in generale un valore sociale. Per agevolarne la comprensione universale del messaggio, inoltre, abbiamo mescolato tecniche e linguaggi neoclassici e moderni, unendoli ai filmati messi a disposizione dalle Nazioni Unite, al fine di dare una interpretazione più intensa, anche se meno tecnicistica.
Qual'è esattamente il vostro obiettivo?
Abbiamo lavorato per l'assenza di drammaticità del narrato, volendo infatti dare con questo spettacolo uno spunto di riflessione diretto e semplice, da cui poter trarre un messaggio di positività, in controtendenza con tutti quelli negativi che ogni giorno ci arrivano.
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