Intervista ad Alex Cantarelli
Aveva 21 anni quando ha iniziato a ballare il Tango, «per diventare uomo», dopo la morte di suo padre. Dopo 15 anni, una laurea in filosofia e spettacoli in Italia e all'estero, oltre ad essere ballerino, è diventato, invece, anche regista teatrale.
A parlare è Alex Cantarelli, romano di nascita ma di genitori mantovani, direttore artistico, insieme a Mimma Mercurio, della Compagnia Meditango, formatasi sette anni fa come sunto delle loro esperienze, la sua di ballerino di Tango e regista, e quella di attrice di teatro di lei.
«Dopo tanto lavoro sul palcoscenico, col tempo è diventato sempre più importante il momento creativo che c'è dietro e prima dello spettacolo, che questo in sè», prosegue questo giovane trentaseienne; 21 regie realizzate in 7 anni, con altrettanti spettacoli, a suo dire, restati nel cassetto. Non solo Tango, però, ma anche teatro sperimentale, in cui ironia, passione, danza, respiro, amore e "parole silenziose" sono quelli che lui stesso definisce elementi caratterizzanti le proprie sceneggiature e coreografie. «E' grazie alla felicità -prosegue Alex Cantarelli- di fare ciò che più mi piace, dopo tanti sacrifici, che sono così prolifico; molto devo anche alla psicanalisi, ma soprattutto sono stato fortunato ad aver incontrato persone creative e produttive». Tra queste, la sua compagna di lavoro, Mimma Mercurio, grazie alla cui «verve e precisione», quelle che, modestamente, definisce «semplici idee informi» sono diventate spettacoli.
Il rapporto tra la parola e il gesto nella danza lo ha fatto avvicinare al Tango; nella maturità, la volontà di «costruire un teatro di parole senza parole» sta dando voce alle sue regie ed al suo corpo.
-Originale del pezzo uscito il 22/06/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-
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