Duecento milioni i bimbi sfruttati
Nel 2000 nel mondo, erano 211 milioni i bambini lavoratori, di età compresa tra i 4 e i 14 anni. Vale a dire poco di più 1/5 di tutti i bambini del mondo compresi in questa fascia d'età.
Oggi il numero è rimasto quasi invariato.
Le regioni dell'Asia e del Pacifico sono quelle in cui c'è maggiore lavoro minorile tra i 5 e i 14 anni, per un totale di 130 milioni di bimbi. Seguono l'Africa Sub-Sahariana e l'America Latina con, rispettivamente, 48 e 18 milioni di bimbi lavoratori. Qui, almeno un bimbo su tre, sotto i 15 anni, è attivo economicamente perchè lavora. L'insieme percentuale dei bimbi lavoratori in tutto il resto del mondo è del 20%; le zone appena citate, hanno rispettivamente una percentuale del 19 e del 16 %; la sola Africa del Nord e del Sud, raggiunge il 15%.
In Europa in molte nazioni -tra cui Romania, Russia, Estonia, Ucraina e Turchia- i bimbi sono impiegati soprattutto nella prostituzione e nel traffico di droghe, arruolati negli eserciti od impiegati nell'agricoltura e nel commercio, oppure ingaggiati come lavoratori "di strada", utili per qualsiasi attività.
In Portogallo, per legge, bisogna avere 15 anni per iniziare a lavorare, con l'autorizzazione dei genitori, o comunque con la loro "non contrarietà" all'impiego se maggiori di 17 anni.
L'unica tutela è l'assicurazione all'impiego dei 14enni e dei 15enni nei cosiddetti lavori "leggeri".
Sono più di 2000 i bambini sotto i 19 anni che lavorano in questo Paese.
-Pezzo uscito il 07/06/07 sul Quotidiano della Sera di Roma-
Nessun commento:
Posta un commento