Intervista a Paola e Chiara
Nell'ultimo video, da qualche giorno in anteprima esclusiva su Yahoo Musica, dal titolo Second Life, voi, versione avatar siete uccise dal cattivo di turno, in grado di tenere in ostaggio il mondo. Come è nata l'idea di questo video e perchè questo finale "non a lieto fine"?
E' stata un'idea del regista, Rodolfo Crisafulli. A noi è piaciuta subito molto, anche perchè riesce a catturare in pieno il senso di "Second life"; la vita deve essere presa come un gioco, bisogna giocare per superare gli ostacoli che ci sono. A volte bisogna anche saper rinunciare a delle cose, magari per averne altre, la scelta è necessaria in alcune situazioni, per poter passare ad un livello di consapevolezza maggiore.
E' per questo che non pensiamo che non ci sia un lieto fine nel video; il cattivo può essere infatti anche la parte interiore di noi "meno saggia". La lotta non è essenzialmente contro il mondo, ma può essere anche contro noi stessi. E' anche per questo che ci è piaciuta molto l'idea del cartoon; sarebbe stato, infatti, estremamente difficile rendere il senso di emozioni così forti "dal vivo". Se ci pensi, anche nella vita reale, è abbastanza difficile rappresentare in modo adeguato dei sentimenti così impetuosi; farlo attraverso un cartoon ci è parsa l'idea migliore per ridimensionare la tristezza della battaglia e del dolore. Non a caso, poi, molte persone si rifugiano nella realtà dei giochi virtuali proprio per riuscire a superare quello che della realtà non piace, o magari per avere quella seconda possibilità che ti permette di usare il rewind alle situazioni. Superare un ostacolo, anche virtuale, può essere percepito comunque come una vittoria; nel video noi siamo sconfitte dal cattivo, ma è un passo avanti per noi. Abbandonando infatti quella battaglia credo siamo riuscite parallelamente a dare una dimensione di leggerezza al concetto di lotta, senza per questo però sminuirne la profondità del messaggio.
Venerdi scorso, il 1 giugno, avete presentato al Piper di Roma "Second life", il singolo di anticipazione dell'omonimo album che uscirà a fine ottobre. Come mai un ritorno pubblico, invece di uno show-case dedicato agli addetti del mestiere e ai giornalisti?
Innanzitutto perchè noi intendiamo il nostro modo di fare musica come un divertimento; in più, il nostro ritorno sulle scene musicali è stato a maggior ragione una festa per noi, dopo due anni di silenzio in cui entrambe abbiamo dovuto affrontare delle situazioni lavorative e private che ci hanno provato. Come si poteva, dunque, pensare a una festa senza la possibilità di invitare chiunque avesse voluto parteciparvi, senza alcuna differenza? Abbiamo poi scelto il Piper perchè l'idea di ritornare in un posto che sta rilanciando il suo essere ottimo luogo per concerti live come lo era in passato erano due idee che coincidevano alla perfezione.
Come mai, dopo due anni di silenzio, avete deciso di uscire con un singolo totalmente in inglese, per l' appunto, second life? Di che parla questa canzone?
Tutte le canzoni del nuovo album sono nate dalla voglia di superare un nostro momento difficile e che per fortuna è passato. Quello che ci ha insegnato questo periodo è stato l'obbligo per noi stesse di concederci di più alla vita; a volte capita infatti di perdere delle sfide solo perchè non si ha avuto abbastanza fiducia in noi stessi. Se si ha invece coraggio anche verso di noi, la vita stessa ti premia. Questo è stato l'insegnamento più importante che abbiamo tratto dagli ultimi due anni; sia io che Paola, infatti, abbiamo sofferto in situazioni diverse, sia come coppia artistica che come famiglia e come singoli, per arrivare però, parallelamente, proprio alla stessa soluzione e allo stesso insegnamento. Ad esempio, nel nuovo album ci sarà una canzone, "Cambiare pagina", anche in ingl, che riprende molto il tema di Second life. In sostanza tutto l'album ha per filo conduttore proprio l'importanza di sapere gestire bene i cambiamenti e gli scossoni, non intendoli semplicemente come una forma peggiorativa della situazione fino a quel momento vissuta.
Chiara, con la tua "Nothing at all" sei recentemente balzata al secondo posto nella classifica dei singoli italiani. Ci puoi parlare di questa esperienza da solista?
Con "Nothing at all" ho fatto un esperimento, senza ulteriori fini di carriera solista. La canzone è nata in seguito ad una mia esperienza personale, in cui ho messo una linea netta a cose che avevo vissuto sulla mia pelle. Ho provato l'esigenza di prendermi una responsabilità individuale; "Nothing at all" è stato un modo di ritrovare me stessa, al di là dell'impegno artistico con Paola (che comunque è una priorità!). Prima di ricominciare a scrivere insieme abbiamo fatto entrambe e separatamente un punto della situazione; per me stessa ho voluto ristabilire un equilibrio con i miei valori. Forse anche da lì è nata l'esperienza di "Second life", una nuova vita sia per me che per Paola, un passaggio da quelle di ieri a quelle di oggi.
A proposito di Nothing at all, questa canzone ha supportato il progetto umanitario Raising Malawi. Faranno altrettanto questo EP e l'album?
Il supporto a Raising Malawi continua, anzi, diventa sempre più importante dato che sull'album possiamo dare e fare di più che sul singolo. A legarci a questa organizzazione c'è innanzitutto affetto e rispetto per il loro lavoro, la cui serietà è stata già comprovata proprio con "Nothing at all". Comprando il singolo, quindi, automaticamente si supporta la causa di Raising Malawi; quando ad ottobre uscirà l'album, la cosa varrà nuovamente.
La vostra musica, nel corso degli anni, ha modificato la sua natura, senza però stravolgersi del tutto. Che tipo di influenze avete subito maggiormente? Come definireste la vostra musica di oggi?
Noi partiamo sempre dal pop, una grande famiglia all'interno della quale la sperimentazione è vastissima, anche perchè il pop di per sè permette di trasmettere messaggi e valori che appartengono di volta in volta al proprio tempo. Sicuramente quindi ci sentimo appartenere alla musica pop, anche perchè spesso questo genere di musica ha anticipato i costumi e i conflitti di una popolazione e del mondo e crediamo che anche noi nel nostro piccolo abbiamo spesso anticipato mode e costumi.
Siamo partite da un viaggio, il primo viaggio che abbiamo fatto insieme in Irlanda, per poi spostarci a quello negli USA; proprio dal nostro piacere di viaggiare e confrontarci con il resto del mondo, dalla nostra voglia di sperimentare crediamo sia nata la nostra musica. E proseguirà così. Cantate da sempre in spagnolo ed in inglese, oltre che in italiano. Avete in mente progetti in altre lingue?
Nell'EP che esce il 22 giugno c'è una versione anche in francese, propostaci da un ammiratore francese che ci ha tradotto la canzone, reinterpretandola. Ce l'0ha spedita e ci è piaciuta molto, per cui abbiamo deciso di inciderla!
-Pezzo uscito il 7/06/2007 su www.lineamusica.it-
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