18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



30 agosto 2007

Primo giorno

Ho meno di 24 ore di New York sulle spalle eppure la mia valigia e' gia' notevolmente aumentata di volume.
Presa dalla smania di possedere, finalmente, una buona macchina fotografica digitale a prezzi ragionevoli, appena sveglia la mia meta e' stata B&H Photo, un mega store dedicato prettamente alla fotografia e ad altri simili prodotti tecnologici.
Ho impiegato piu' di un'ora per arrivare al negozio, sia per la relativa "vicinanza" del posto, che a causa dell'obbligatoria sosta-colazione da Sturbucks, della passeggiata sulla 5th Avenue -con foto all'Empire, anche se da sotto!- e sconfinamento a sud di Broadway.
B&H e' uno store che occupa un isolato; un via vai di gente incredibile. Ma il vero catalizzatore dell'attenzione e' lui: il personale del negozio. Tutti di religione ebraica, conservatori, muniti del loro tipico copricapo nero, sui capelli corti da cui sfuggono due lunghi ciuffi in contorno del viso, ora lasciati liberi, ora raccolti in treccia o in torscion.
Mi serve un ragazzo molto gentile dai torscion castani; al termine della lunga pratica, mi ritrovo con una macchina pagata ben 120 euro di meno che in Italia, accessori vari, 250 euro in meno nel conto in banca e la firma della carta di credito lasciata scritta su un monitor con una pennetta ottica.
Ma la lista degli acquisti non e' ancora finita: dopo un veloce pranzo nella vana speranza di incontrare Al Pacino al Bar Pitti a Soho, e' stata la volta di Broadway Av, dove lo store della Apple, tutto trasparente e in legno, mi ha letteralmente incantata. Ovviamente, dopo aver provato praticamente tutti i Mac a disposizione nel negozio (e rigorosamente connessi ad internet), essermi fatta confondere dalle mille voci e musiche che uscivano da tutte le casse collegate ad ogni singolo computer, i-pod o apparato elettronico ed aver giocherellato con il nuovo i-phone, l'i-pod video ha aumentato la lista dei miei acquisti.
Morale: nei miei chilometri di oggi ho attraversato Broadway, passeggiato per Noho, Soho e Little Italy (o meglio, quel che ancora ne resta), naso all'insu', videocamera accesa e passo insolitamente lento, come a voler dare un peso diverso ad ogni mia "conquista" del suolo americano.
Cena nel Diamond District ed, infine, giro per Broadway illuminata anche dai molti flash dei turisti che, come me, stavano cercando di capire se non erano stati piuttosto catapultati a Las Vegas.
Miliardi di macchine dai clacson sempre pigiati, turisti e spettatori, curiosi, abitanti o ritrattisti, il theatre District ha parlato mille lingue diverse, mischiando in un unico rap sulla musica dei clacson l'americano, lo spagnolo, il russo e l'italiano. Ha mischiato la limousine da 40 posti, la carrozza viola trainata da un paio di bardi, il bicycling taxi ed i piedi, tutti in direzioni diverse, scomposte e ritmicamente non uniformi.

29 agosto 2007

New York, New York

Ora locale: 01.10 del mattino. 30 Agosto 2007.
Sono sbarcata da un paio di ore, ma sono ancora per strada. A New York.
A darmi il benvenuto, dapprima la pista Z4D, poi l'ufficio bagagli smarriti della British Airways (su 7 borse tra imbarcate e a mano, almeno una non doveva arrivare con noi...banalissimo calcolo matematico delle probabilita'!); ora, a proseguire il saluto, un enorme ingorgo stradale nel bel mezzo del Queens.
Quindi, ancora niente grattacieli, monumenti famosi e luci straordinarie, ma autostrada e consolarie varie, sottopassaggi, tunnel, case basse a creare isolati.
Le grandi luci, del resto, le ho gia' viste; sono inaspettatamente apparse uscendo da una nuvola e dall'oscurita' del cielo notturno. New York come un albero di Natale: regolarmente illuminata, per parte del suo hinterland e' assolutamente piatta, con luci ad intermittenza che, man mano che ci si avvicina, si rivelano essere automobili.
Ora, invece, mi trovo nel bel mezzo di quello che si chiama un traffic jam; decine di auto disordinatamente assemblate tra le tre larghe corsie dell'ennesimo cavalcavia, dove superare e' regola, non importa se a destra o sinistra, purche' si vada avanti, anche di mezzo centimetro.

"15 paia di slip, 4 reggiseni, 10 pantaloni, 3 paia di scarpe, 2 libri, spazzolino..."

In genere inizia sempre con una lista un mio viaggio; la lista delle cose da comprare prima della partenza, la lista delle cose da vedere nel posto dove sto per andare, la lista delle cose da mettere in valigia. Poi, puntuale, la sera prima, a poche ore dall'aereo o treno o macchina che sia, i preparativi.
Nonostante i ripensamenti durati giorni, fatti di mille cancellature nelle famose liste di appartenenza, tanti scontrini e buste qua e là.
Il rituale si compie in pochi minuti, quasi a voler prendere in giro tutta la "fatica" mentale che ho fatto in precedenza.
Ed anche questa volta non mi sono smentita...ho l'aereo tra meno di dodici ore e ho appena finito (veramente non l'ho ancora chiusa, per cui qualche ripensamento mattutino ci sarà sicuramente!) la mia valigia.
Destinazione New York.
Finalmente, dopo un'estate totalmente romana (tranne breve pausa tanguera a Todi!), parto anche io.
Mio fratello si è trasferito lì per lavoro e ci starà per almeno un anno...
Una nuova vita sicuramente gli sta per aprire tutti gli orizzonti.
Ed io, al seguito dei familiari premurosi ed ansiosi di questa assenza oltreoceano, domani prenderò il volo che mi porterà nella Grande Mela.
Un viaggio di saluto, non di vacanza, in effetti.
Un saluto prolungato, di quelli che si fanno due innamorati che per qualche tempo sanno di non potersi vedere..
L'altro giorno parlando di Londra con un'amica, le ho detto che quella è la città della presenza-assenza; a Londra, sei tutto e sei niente.
Sei sguardo ed orecchio, tatto ed olfatto, velo ed ombra.
Ogni volta che ci vado mi rigenero.
Mi piace sdraiarmi nei giardini di Buckingham Palace, accanto al ruscello, in mezzo a quel verde macchiato dai colori dei fiori, guardare su, verso il cielo, e perdermi nelle nuvole sopra di me. Mi piace camminare con in mano il tazzone di carta del caffè, come fanno loro, ma non per spirito di emulazione, bensì come gesto naturale, come se ci fossi da sempre abituata.
Di Londra mi piace la sua pioggia lieve e costante, come un dolore mesto e penetrante.
Eppure, quella stessa pioggia, mi riempe di gioia, nonostante lo assimili nella mia testa a questo.
Vorrei che anche New York mi entrasse nella pelle come Londra.
Sarei più contenta sapendo che chi momentaneamente vive lì è in un posto dove il respiro è il regalo più bello che puoi ricevere da quell'immensità. Senza terrorismo, senza paura di prendere la metropolitana o di andare a lavorare in un grattacielo nella City.
Solo con i gospel di Harlem, le strade grandi e verdi che ho sempre visto nei telefilm, le loro feste e tradizioni, le opere d'arte dei più prestigiosi musei del mondo.
Torno negli USA dopo circa dieci anni; la prima volta che ci sono stata sono andata con la scuola per quasi un mese in Pennsylvania.
Lì sono salita su un carro pieno di fieno e ho cantato a squarciagola insieme ai miei compagni di classe il giorno di Halloween, mentre loro, gli americani, si divertivano a tirare uova e mais ai passanti. Un improbabile incontro di cultura romano-italiana con quella di un piccolo paesino degli Stati Uniti, dove la domenica al mercato si incontrano gli hiddish a bordo di un calesse che trasporta le loro donne-cugine vestite di nero e che mantengono lo sguardo a terra.
Lì, quella stessa sera ho passeggiato per le strade di una piccola cittadina circondata solamente da campagna e case in stile vittoriano; ero vestita da "coltello"...era Halloween, bisognava rispettare il rito del "trick or treat"...
Ho detto "give me something good to eat!"ad ogni porta di Mifflinburg; sono tornata a casa con sacchetti pieni di dolci e gli occhi pieni della bellezza della diversità.
Vorrei tornare così da New York.
Con gli occhi pieni.

28 agosto 2007

Dean Martin - That's Amore 1953


When the moon hits your eye like a big pizza pie
That's amore
When the world seems to shine like you've had too much wine
That's amore

Bells will ring, ting-a-ling-a ling, ting-a-ling-a-ling
And you'll sing, "Vita bella."
Hearts will play tippy-tippy-tay, tippy-tippy-tay
Like a gay tarantella

When the stars make you drool just like pasta fazool
That's amore
When you dance down the street with a cloud at your feet
You're in love
When you walk in a dream but you know you're not
Dreaming Signore
Scuzza me, but you see, back in old Napoli
That's amore
That's amore....That's amore...
Lucky fella...

When the stars make you drool just like pasta fazool
That's amore
When you dance down the street with a cloud at your feet
You're in love
When you walk in a dream...but you know you're not
Dreaming...Signore
Scuzza me, but you see, back in old Napoli
That's amore...(That's amore)
That's amore!!!...

25 agosto 2007

- 4 giorni..


” I thought these were an urban shoe myth! These are authentic patent leather…and if they don’t fit…so help me I’m going to wear them anyway”


Il diritto di una donna per le scarpe.

15 agosto 2007

Il vagabondo delle stelle


"Sono stanco delle lotte continue,
del continuo dolore,
delle catastrofi che aspettano
chi è assiso in alto,
chi segue strade di luce,
chi vagabonda tra le stelle"

Da "Il vagabondo delle stelle" di Jack London

13 agosto 2007

Pensiero del giorno...

Déjame mentir que volverás
que volverás con el ayer,
con el ayer de nuestro sueño.
Déjame esperarte,
¡nada más!,
ya que comprendo
que esperares un pedazo de recuerdo,
se que este dolor,
es el dolor de comprender
que no puede ser esa esperanza
que me ahoga.
Déjame llorar,
siempre llorar,
y recordarte y esperar
al comprender que no volverás.
Qué te importa que te llore,
qué te importa que me mientas
si ha quedado roto mi castillo del ayer,
déjeme hacer un Dios con sus pedazos.
Qué te importa lo que sufro,
qué te importa lo que lloro...
si no puede ser aquel ayer de la ilusión,
déjame así llorando nuestro amor.
Mucho te esperé sin comprender,
sin comprender por qué razón
te has alejado y no volviste.
Mucho te esperé;
fatal dolor de consumir la soledad
en el calor de lo que fuiste.
Debes indicarme qué camino continuar
ya que es imposible que se junten nuestras vidas.
Déjame llorar,
siempre llorar,
no ves que ya ni sé qué hablar,
ni qué mentir,
ni qué esperar.

-Qué te importa que te llore, Orquestra Miguel Calò-

08 agosto 2007

Vacanza


Approfittando della chiusura per le vacanze del Quotidiano della Sera e della sospensione momentanea, sempre causa vacanza, degli altri siti per cui scrivo, vado anche io qualche giorno fuori.
Sarò di nuovo "operativa" a partire dal 17 agosto, fino a fine mese...poi...una sorpresa da Oltreoceano...la "selvaggia" Cristina torna per un breve periodo ad essere Carrie...solo che lo farà in loco, "in diretta" dalla splendida New York!
A presto, dunque!!!

03 agosto 2007

Humour ispanico

Vagando nel blog di un mio "ammiratore" ispanico, ho visto questa foto che è a dir poco meravigliosa...eheheheheheheh...l'ironia del sangue caliente!!!


Il Tango per le strade di Roma

con il Patrocinio
dell'Ambasciata della Repubblica Argentina


VENERDI’ 3 AGOSTO 2007
dalle ore 21,00 alle 24,00


“GRAN BALLO DI SAN LORENZO”

SAN LORENZO ha un cuore “tanguero”

Serata di Tango a Cielo Aperto, in Piazza dell’Immacolata
(davanti alla chiesa)


Musicalizza
Eduardo Moyano

In collaborazione con il III Municipio
e i tangheri/e romani


ASSOCIAZIONE CULTURALE RIACHUELO
il tango nei luoghi e nelle strade di San Lorenzo
www.tangoriachuelo.it
339/1467003 – 06/7014517



Rosella De Salvia

Ass.Cult. RIACHUELO

Via San Castulo 6 - 00182 Roma

339/1467003

02 agosto 2007

Caput Lucis illumina Valmontone.

I cancelli del Fashion District dell'Outlet di Valmontone da ieri sera e fino al 5 agosto resteranno aperti fino a tardi, ospitando questa grande area a pochi km da Roma uno degli eventi più suggestivi: il Campionato Mondiale di Fuochi d'Artificio d'Autore.
La manifestazione, nata nel 2002 col nome di Roma Caput Lucis (si svolgeva nella Capitale), dal 2005 si tiene, invece, a Valmontone, fuori Roma, in direzione Napoli, perdendo così parte del nome (ora è semplicemente Caput Lucis), ma acquistandone in capacità di ricezione turistica.
Fra stand per la ristorazione, i negozi dell'outlet aperti fino all'1 di notte e le numerose forme di intrattenimento proposte, anche quest'anno la manifestazione pirotecnica sembra voler essere un successo. In molti infatti -si aspettavano 3000 persone- sono accorsi ieri sera alla prima serata del campionato che per alcuni giorni riempirà il cielo del basso Lazio delle "opere" di maestri artificieri appartenenti ad otto nazioni.
Ad accogliere gli spettatori, uno spazio curato dalla scuderia Ferrari Club Roma Colosseo, in cui si può ammirare, insieme alla vettura campione del mondo nel 2000 con l'allora guida di Michael Schumacher, anche auto private, costruite dalla ditta di Maranello. Personaggi del mondo delle fiabe distraggono lungo i viali dell'area pedonale i bambini in attesa dei fuochi d'artificio, mentre per svagare i grandi quest'anno sono stati allestiti spettacoli di cabaret, con attori provenienti dalle trasmissioni televisive del genere.
Ieri sera a salire sul palco è stato un vulcanico Dario Bandiera, che, assieme ad altri cabarettisti ospiti ha dato vita con lo spettacolo "Ultracomici" ad un'ora di piacevolezza e relax.
Infine, i vincitori delle due passate edizioni, i fratelli Vaccalluzzo hanno aperto i fuochi con il Piromusicale, una ventina di minuti di rumore e colore sulle note dei Queen e di Beethoven, atteso omaggio fuori concorso da parte della ditta siciliana (da questa sera, invece, i fuochi che si accenderanno faranno parte della gara).
Mentre la gente man mano defilava, lo speaker di Radio Radio (tra gli sponsor della kermesse, in diretta da questo pomeriggio ad intervalli regolari) ha annunciato la prosecuzione della serata con la musica dei Frankie & Canthina Band, fenomeni estivi della trasmissione RAI "Stasera mi butto", per dar vita ai balli conclusivi.
Tuttavia, da novella Cenerentola, non ho ascoltato lìallettante richiamo e le mie gambe si son mosse solo per andare verso la carrozza, avvicinandosi l'ora della mia trasformazione in reporter notturna.


Con la gara tra Italia e Malta si apre oggi la quinta edizione del campionato mondiale dei fuochi d'artificio d'autore di Valmontone.
L'Italia, vincitrice delle due passate edizioni con la ditta Vaccalluzzo, sarà rappresentata dai Fratelli Liccardo, una ditta campana nata nel 1891, con all'attivo molti ed importanti riconoscimenti internazionali, mentre Malta presenterà al pubblico italiano la St. Mary Fireworks Factory -composta da pirotecnici volontari che annualmente si riuniscono per festeggiare la patrona dell'isola, "Santa Maria"-, vincitrice l'anno scorso del Festival Internazionale dei Fuochi d'Artificio di Malta.
Fino al 5 agosto, ogni sera, due nazioni scelte tra le migliori in ambito internazionale, si fronteggeranno con spettacoli pirotecnici, per aggiudicarsi il titolo di campione 2007, assegnato da un'apposita giuria di qualità. La sfida prevede accensione di fuochi pirotecnici di grande calibro, con postazioni multiple di lancio, coreografie di luci e colori, partenze simultanee raccomandate, oltre a luci a ventaglio con ampiezza di fuoco fino a 200 metri.
La giuria è composta da esponenti di primo piano della pirotecnia internazionale, che si baseranno su diversi parametri tecnico/artistici, quali l'apertura dei fuochi, i lanci simultanei, la balistica, la coreografia ed i colori, il ritmo e la cadenza.
Domani si affronteranno la Cina e la Romania, presenti con la ditta Yung-Feng Ltd e con la Artificii Orastie, entrambe leaders nei rispettivi Paesi del mercato pirotecnico.
Il 4 sarà la volta del Giappone -con la Tamaya Kitahara Fireworks- e della Slovenia -con la Hamex d.o.o.-, mentre l'ultima sfida, il 5 agosto, sarà tra l'Inghilterra -la cui Festival Fireworks UK Ltd, seconda nell'edizione Caput Lucis '06, ha iniziato la produzione per le celebrazioni della "Congiura delle Polveri" del 1605- e la Spagna -la cui ditta Pirotecnia Zaragozana S.A. è una delle più antiche e pluripremiate aziende pirotecniche spagnole-.



Si attribuisce ad un monaco cinese la scoperta, nel I secolo, delle miscele esplosive a base di polveri; tali miscele erano usate a scopo bellico, per illuminare mostruose figure di cartapesta durante le battaglie ed intimorire così i nemici. Furono tuttavia gli Arabi, che con la Cina avevano ricchi rapporti commerciali, i primi a dedicarsi a tali composti in modo scientifico, studiandone le combinazioni e gli effetti.
L'arrivo in Europa di queste miscele avvenne solo nel 1241, a seguito delle invasioni mongole; l'interesse immediato che questi esperimenti provocarono nel continente viene dimostrato dalla scoperta, nel 1249, della formula della polvere da sparo -ancora oggi valida- ad opera del filosofo inglese Bacone, e dalla nascita, intorno al 1340, delle prime fabbriche pirotecniche in Germania.
Fu solo nel XII secolo, in Italia, che queste miscele esplosive vennero utilizzate come strumento di spettacolo; durante le Sacre Rappresentazioni -una forma di spettacolo nata per illustrare al popolo illetterato i fatti sacri della vita di Cristo-, i fuochi servivano infatti a richiamare le luci dell'inferno. L'interesse del Belpaese per la pirotecnia si sviluppò al punto tale che nel XVII secolo l'Italia era sede di una delle due maggiori scuole d'Europa per la produzione di fuochi d'artificio (l'altra era a Norimberga).
Nel '700 si diffuse nelle corti più importanti d'Europa l'uso di fuochi d'artificio nelle feste e celebrazioni religiose o profane; con l'età barocca questa abitudine non si perse, ma acquisì sempre maggiore importanza, favorendo la costruzione di nuove e più complesse macchine.
Quando, nel XIX secolo, i giochi pirotecnici divennero forme di intrattenimento ludico popolare, si aggiunsero anche i fuochi colorati, ottenuti attraverso la miscela di polvere pirica e una tipologia specifica di metalli.
Protettrice degli artificieri è Santa Barbara, poichè si tramanda che la sua morte fu vendicata da un fulmine.


-Pezzi usciti il 02/08/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-

Lei e lui per sesso o per amore

Da ex romantici con qualche anno di rapporto amoroso sulle spalle siete giunti alla conclusione che anche il Grande Amore sia destinato a finire, attaccato dalla noia e dalla noncuranza?
Del resto, di mogli a letto impiastricciate con strani unguenti e bigodini in testa se ne sente spesso lamentare quegli stessi mariti che, d'altro canto, sono accusati di non essere più attenti come una volta, desiderosi ormai solo di sprofondare nel divano davanti ad una partita di pallone.
Come sfuggire, dunque, all'automaticità dello scontato? Come evitare che incompatibilità di carattere od abitudini contrastanti facciano cadere come un castello di carte il mito del Grande Amore eterno?
A suggerire la risposta ai sognatori potrebbe venire in soccorso "Lei e Lui per Sesso o per Amore", in scena presso il Teatro Instabile dello Humour Moulin Rouge.
Una Lei -interpretata da Daniela Granata, che ne è anche l'autrice- ed un Lui -Vincenzo Sartini-, infatti, ironizzano non sulla "banale" fase del corteggiamento e dell'alchimia tra le persone, bensì sul momento immediatamente successivo, quello in cui si crede "d'avercela fatta".
Avendo bene a mente il motto "chi la dura la vince", invece, bisogna preparare nei minimi dettagli un piano di attacco e contrattacco. Innanzitutto, quindi, bisogna "blindare" la propria posizione sia fuori che dentro il letto, muniti dei tre elementi essenziali dell'amore: sentimento, sesso e gelosia. Nel far ciò, però, non bisogna sottovalure il costante rischio di agguerriti e freschi rivali in carne ed ossa, pronti a sferrare l'attacco proprio nel momento in cui si crede di aver vinto la guerra e non una semplice battaglia. Del resto, si dice che in amore e in guerra tutto sia lecito.
Per coloro, quindi, che non vogliono porre la parola fine alle proprie relazioni amorose, questo spettacolo farà da psicoterapeuta di coppia.
E' sicuramente più economico (il biglietto costa 12 euro), anche se è "reperibile" solo dal giovedì alla domenica dalle 21.30.

-Pezzo uscito il 02/08/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-

01 agosto 2007

Rugantino Dance Opera. Ma non convince

Dopo le repliche dei giorni scorsi -all'interno della rassegna Invito alla Danza-, la compagnia di danza del Teatro Greco ha nuovamente triplicato la messa in scena di Rugantino Dance Opera, all'interno di Villa Doria Pamphilj.
Pensato come omaggio alla tragi-commedia musicale di Garinei e Giovannini, Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico -che ne sono i creatori- hanno ideato degli alter ego ballerini di Rugantino e Rosetta, i quali, con i rispettivi interpeti cantanti, si sono alternati lungo l'ora e mezza circa di spettacolo.
Andata in scena ieri sera l'ultima replica, con Rugantino Dance Opera si è voluta realizzare un'idea che ebbe lo stesso Garinei trent'anni fa: la fusione di danza, musica e canto per il suo Rugantino. Con le coreografiche di Greco e della Dal Medico, e la regia di Gino Landi, Garinei parrebbe così essere stato accontentato, o per lo meno omaggiato. Quattro cantanti e ventisei ballerini sul palco, infatti, hanno sì fuso queste tre arti, producendo, tuttavia, un'opera senza infamia e senza lode.
La piacevolezza dello spettacolo, infatti, è stata in gran parte dovuta alle celebri musiche ed arie di Armando Trovajoli; mentre le coreografie sono sembrate a volte forzate sulle musiche stesse, in un goffo tentativo di sposare la danza moderna del metodo Cunningham con passi più classici, acrobazie circensi sono state, invece, ben realizzate da Gianpaolo Roncarati (Rugantino) e Gloria Rossi (Rosetta), interpreti delle serate del 26, del 29 e del 31 luglio.
Due le note dissonanti dello spettacolo: la presenza inquietante di una Morte (interpretata da Vito Bortone) vestita di calzamaglia variamente forata e con cresta punk, e Mastro Titta, che, reso indimenticabile da Fabrizi, ha qui sofferto dell'immobilità scenica dell'interprete, nell'unico pezzo lasciatogli: "E' bello ave΄ 'na donna dentro casa".
Se le scene di Massimo Roth sono risultate funzionali, i costumi di Giuseppe Tramontano, invece, di epoche storiche diverse tra loro, sono risultati incongrui con la storia di Rugantino: dalla Roma papalina, Tramontano è passato al nero ed agli scialli della Spagna del flamenco, alle balze e colori della Parigi settecentesca ed alle maschere del carnevale veneziano.
Proseguendo nell'omaggio a Garinei e Giovannini, inoltre, le voci dei cantanti -Lidia Malgeri, Dario Ciotoli, Valeria Monetti e Gianluca Bessi- sono state a volte sostituite, in brevi cameo, con quelle di alcuni interpreti del passato, come Sabrina Ferilli (la Rosetta della versione con Mastrandrea) o Nino Manfredi (il Rugantino della prima edizione del 1963, quella con Fabrizi).

-Pezzo uscito il 01/08/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-