18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



25 giugno 2007

Tra Tex e Geda, c'è Emil

Dato che Tex è un duro, anche lui deve esserlo; stringere i denti, incassare i pugni ed andare avanti, con le pistole cariche. Emil Sabau, anche se ha solo tredici anni, è questo che si ripete da quando, un paio di anni prima, è entrato clandestinamente in Italia dalla Romania insieme al padre, a bordo di un furgone di riso.
Saper affrontare le difficoltà è il leit motiv della sua breve esistenza; è l'insegnamento principale del padre, che gli costruisce giaciglio e coperte, in un magazzino di distribuzioni editoriali, con dei fumetti, per proteggerlo dal freddo di quattro giorni chiusi in quel container. E' sempre il papà, Georghe, che rinominando quel primo rifugio la "Casa delle Parole" e le pagine dei fumetti la "Banca Mondiale degli Idiomi", lo invoglia ad imparare l'italiano.
Quando il papà viene rimpatriato a causa di una rissa, Emil resta con Assunta, un'amica, e con lei per un incontro "fortuito" va a vivere a casa di un ambiguo architetto, ossessionato dalla perfezione e dalla bellezza. La notizia che Georghe è stato incarcerato per aver tentato di oltrepassare la frontiera con documenti falsi, mette in crisi Emil; i tentativi di consolarlo dell'Architetto lo mettono in fuga.
Scappa dunque da Torino, Emil, alla ricerca del nonno artista di strada che li ha lasciati soli, convinto che «se hai un figlio, non ti serve un padre» e che conosce solo attraverso bizzarre lettere che gli vengono recapitate.
Prima tappa, Berlino, dove un volantino promuoveva lo spettacolo della compagnia del nonno; ma, come arrivarci? L'incontro con Asia e il suo strambo gruppo di amici, a bordo di una Caravelle ed in un paio di giorni Emil è in Germania; tutto scorre velocemente, come la pistola del suo eroe.
Da qui il viaggio prosegue e lo porta dapprima in Francia, dove trova in Sebastiano il padre che in quel momento non c'è, e poi a Madrid, dove nella grande famiglia di Raùl diventa l'ottavo figlio.
Un bambino coraggioso e la sua avventura dai ritmi incalzanti sono i protagonisti del libro "Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani", di Fabio Geda (edizioni Instar Libri, 13.50 euro) , tra i nominati al Premio Strega di quest'anno. Scorre veloce la lettura, cavalcando per mezza Europa insieme ai fedeli pards del novello Tex.
Nei momenti più difficili, quando Emil era in mezzo a un deserto, come Tex, constretto a non abbassare mai la guardia, la compagnia e il sostegno di sconosciuti colpiti dai suoi occhi azzurri lo hanno aiutato, in un abbraccio accogliente, come se i cattivi non esistessero. O comunque non vincessero mai.
Del resto, lui è Tex. E alla fine vince sempre.


-Pezzo uscito il 25/06/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-

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