All'alba di quel 1979
Dal gennaio 1979 anche i militanti comunisti sono nel mirino delle Brigate Rosse, essendo iniziata già da qualche mese, con l'omicidio Moro, l'ascesa verso la fine definitiva dell'organizzazione.
All'alba del 24 gennaio, un operaio di Genova, Guido Rossa, delegato sindacale della Fiom- CIGL all'Italsider, iscritto al PCI viene colpito dapprima alle gambe e poi in pieno cuore da un commando BR.
Rossa aveva scoperto e denunciato alcuni fiancheggiatori delle BR all'interno della fabbrica in cui lavorava, l'Italsider; i brigatisti decidono dunque di punirlo per quel suo atto di coraggio civile.
Aveva 44 anni, sposato e padre di una bambina, impiegato come aggiustatore meccanico nella fabbrica genovese; viene definito "spia" nella telefonata al Secolo XIX che ne rivendica l'assassinio.Al processo per direttissima contro Francesco Berardi, il collega ex militante di Lotta Continua scoperto essere membro delle BR all'interno della fabbrica, Guido Rossa si ritrova ad essere l'unico testimone per la sua carcerazione; l'unico, quindi, da eliminare in quanto "traditore".
Ad ucciderlo sono stati Riccardo Dura, Vincenzo Gagliardo e Lorenzo Carpi, appostatisi dalla notte precedente vicino all'auto del sindacalista, parcheggiata sotto casa nella zona di Oregina; l'esecutore materiale dell'assassinio fu Dura.
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