Guido che sfidò le Brigate Rosse
Ieri sera al cinema Barberini di Roma è stata presentata in anteprima l'ultima pellicola di Giuseppe Ferrara, "Guido che sfidò le brigate rosse", dedicata al sindacalista Guido Rossa.
Le riprese incominciarono nel 2005 e sono terminate a luglio 2006. Il film è stato prodotto da Carmine De Benedettis per la Pianeta Spettacolo e dalla Ilva Rivagroup; nel cast, tra gli altri, Massimo Ghini nella parte di Guido Rossi e Giammarco Tognazzi in quella di Roberto Dura.
Nel film viene raccontata parallelamente la storia del sindacalista Guido Rossa e di Riccardo-Roberto Dura, il capo della colonna BR genovese. Le loro vite e le loro vicende sono messe a confronto fino ad arrivare al loro unico incontro, in quell'alba del 24 gennaio 1979, quando, a pochi passi da casa, la pistola di Dura uccide il sindacalista genovese.
Tre mesi prima, Rossa aveva del resto firmato la propria condanna a morte, denunciando e facendo incarcerare, per più di quattro anni, un suo collega, Francesco Berardi, colpevole di aver distribuito in fabbrica volantini delle BR.
Per la prima volta entra nel mirino delle Brigate Rosse un operaio. E il motivo è la sua forte opposizione all'ideologia che, al contrario, muoveva i brigatisti.
L'anteprima di ieri sera è stata preceduta dalla conferenza stampa di lunedi, nel corso della quale il regista, Giuseppe Ferrara, non ha risparmiato critiche nei confronti delle autorità istituzionali e delle case di distribuzione, insensibili, a suo dire, a storie come, appunto, quella di Guido Rossa. «C'è una sottovalutazione in Italia del problema delle attuali BR -ha detto Ferrara- e una ostilità verso il film. Sono nella lista nera della RAI, ne ho le prove. Nonostante i miei film facciano un audience altissimo, non mi fanno lavorare. Hanno acquistato i diritti di questo film solo perchè non potevano dire di no ad un sindacato come la CGIL».
La pellicola, infatti, è nata sotto il patrocinio dell'Associazione Centenario della prima sigla sindacale e nel venticinquesimo anniversario della morte di Rossa.
Ferrara, inoltre, ha accusato le istituzioni politiche di quello che ha definito "filobrigatismo sotterraneo proveniente dalla compiacenza".
«E' una vergona» -ha proseguito in conferenza stampa- «che questo film non sia distribuito dagli organi statali, che non abbia dalle istituzioni il giusto sostegno. Mentre i sindacati hanno reso un servizio allo Stato -ha sottolineato il regista- il film che ne porta la memoria viene boicottato».
Del resto, sono state due le interpellanze parlamentari presentate al Senato dopo l'apertura del set cinematografico di Ferrara.
Il regista ha anche ammonito sui rischi di una saldatura tra vecchi e nuovi brigatisti. In particolare, Ferrara ha puntato l'indice contro le "manie di protagonismo" di quanti vanno in Tivvù a raccontare ciò che hanno fatto, vantandosene. Naturalmente, il tacito affondo è anche contro le emittenti televisive che concedono loro spazio.
Polemiche a parte, "Guido che sfidò le Brigate rosse" sarà nelle sale cinematografiche immediatamente dopo Ferragosto.
La speranza è che qualche cittadino faccia slittare la partenza estiva per approfittare dell'occasione.
Nessun commento:
Posta un commento