La morte e la fanciulla: sei domande a Daniela Tosco
- Daniela Tosco, ci può parlare di questo spettacolo, La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman, in scena al Teatro dell'Orologio fino al 1 giugno?
La morte e la fanciulla prende il nome da un quartetto per archi di Schubert e racconta la tragica storia di una donna rapita a 19 anni, torturata, seviziata e violentata da alcuni militari di Pinochet durante il periodo della sua dittatura. Questa musica di Schubert era scelta in particolare da un aguzzino, un dottore, durante le torture che infliggeva; vent'anni dopo, la protagonista rincontra casualmente proprio il suo aguzzino, e succede l'irreparabile.
- Sarete in scena 21 giorni; com'è, emotivamente parlando, portare in scena uno spettacolo per così tanto tempo, specie perchè così psicologicamente difficile?
E', appunto, molto dura. Per me innanzitutto come donna; per fortuna nella mia vita non ho mai subito atrocità del genere, ma da donna posso capire cosa significhi psicologicamente subire una cosa così. Il fatto che stiamo per molto giorni in scena, invece, non cambia nulla; l'umore, purtroppo, è sempre lo stesso...non ci si abitua a mostruosità simili.
- Nel 1995 il testo di Dorfman è diventato un film, diretto da Polanski, il quale ha modificato in due punti il testo originale. La regia di Riccardo Cavallo ha apportato delle modifiche?
Non abbiamo apportato modifiche, siamo stati molto fedeli al testo originale. Tuttavia, rispetto sia al film che al testo teatrale, abbiamo cambiato il finale, decidendo di lasciarlo aperto con alcuni interrogativi secondo noi molto importanti: è giusto, in occasioni come questa, farsi giustizia da soli? Quanto di se stessi si mette in discussione dopo una violenza del genere? Ma soprattutto, cosa abbiamo da perdere se uccidiamo un essere come quell'aguzzino?
- Come ha iniziato a fare questo mestiere?
Tutto è iniziato 25 anni fa. Non sono nata con il sacro fuoco dell'attore, come dicono in molti, ma ho piuttosto studiato tanto, dapprima in accademia e poi lavorando ed interpretando diversi ruoli, sia comici che drammatici.
- Progetti dopo questo spettacolo?
Per l'estate, sempre con la regia di Cavallo, porteremo di nuovo in scena Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Nel cassetto, invece, ho il desiderio di poter fare di piu' teatro d'inchiesta e civile, come questo spettacolo che proponiamo ora.
- Cosa vuol dire per lei fare l'attrice al giorno d'oggi?
Ad oggi fare l'attrice di teatro è diverso, è divertimento, impegno, allegria, verità, poesia, gioia, tutto insieme.
La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman
Dal 14 maggio al 1 giugno
Dal martedì al sabato ore 21.30, la domenica ore 18.00, tranne domenica 18 ore 21.30
Teatro dell'Orologio - Sala Artaud
Via dei Filippini, 17/a
Biglietti: 10 € intero, 8 € ridotto + 2 € tessera associativa teatro
Infoline: 06.6875550
-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 17-24.05.2008-
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