18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



27 febbraio 2009

Moondog

Anni Sessanta. Tra la 52esima e la 54esima strada di New York, all’angolo con la 5° Avenue. Un uomo esce da uno dei molti jazz club che affollano quella che semplicemente viene chiamata “the street”; si imbatte, girato l’angolo, in Louis T. Hardin, meglio noto da quelle parti come Moondog, un uomo alto, spesso appoggiato ad un muro o un lampione.
Moondog recita sue composizioni, suona musiche che sembrano provenire da un’altra dimensione; i musicisti della vicina Carnegie Hall si fermano stupiti ad ascoltarlo. Di curioso, lui, ha solo quell’elmo da vichingo e gli abiti propri di un novello dio Thor; suona strumenti di fortuna (come il “dente del drago” e la “trimba”) e distribuisce sue poesie su volantini ciclostilati.
Ma non è un matto; è bensì un’icona della musica minimalista del XX secolo.
A dieci anni dalla sua morte, Fondazione Musica per Roma lo ricorda il 4 marzo all’Auditorium Parco della Musica, attraverso una video-intervista rilasciata da Philip Glass, uno dei maggiori compositori del secolo scorso, così influenzato dal genio di Moondog dal dichiarare di avere imparato più da lui che alla Julliard. Ad accompagnare le parole di Glass, la musica di Moondog suonata dalla PMJO di Maurizio Giammarco; amato infatti da geni della musica come Stravinskij e Charlie Parker, Moondog ha inciso diversi album.
Cieco dall’età di 17 anni per un’esplosione nella sua fattoria del Kansas, il giovane Louis si diploma ad una scuola per non vedenti in pianoforte, violino, organo e canto ed inizia a scrivere la sua musica in braille, avvalendosi di strumenti di fortuna da lui creati. Trasferitosi nella Grande Mela diventa uno degli artisti di strada più rinomati ed influenti di quegli anni; Toscanini, Bob Dylan e Janis Joplin rendono tributi alla sua musica.
Ora il Vichingo di New York arriva a Roma; lasciamoci incantare.

4 marzo
Moondog Il vichingo della Sesta Avenue
Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Via P. de Coubertin, 34
Ore 21.00
Biglietto unico: 15 €
Infoline: 06. 80241281

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

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