18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



27 febbraio 2009

Moondog

Anni Sessanta. Tra la 52esima e la 54esima strada di New York, all’angolo con la 5° Avenue. Un uomo esce da uno dei molti jazz club che affollano quella che semplicemente viene chiamata “the street”; si imbatte, girato l’angolo, in Louis T. Hardin, meglio noto da quelle parti come Moondog, un uomo alto, spesso appoggiato ad un muro o un lampione.
Moondog recita sue composizioni, suona musiche che sembrano provenire da un’altra dimensione; i musicisti della vicina Carnegie Hall si fermano stupiti ad ascoltarlo. Di curioso, lui, ha solo quell’elmo da vichingo e gli abiti propri di un novello dio Thor; suona strumenti di fortuna (come il “dente del drago” e la “trimba”) e distribuisce sue poesie su volantini ciclostilati.
Ma non è un matto; è bensì un’icona della musica minimalista del XX secolo.
A dieci anni dalla sua morte, Fondazione Musica per Roma lo ricorda il 4 marzo all’Auditorium Parco della Musica, attraverso una video-intervista rilasciata da Philip Glass, uno dei maggiori compositori del secolo scorso, così influenzato dal genio di Moondog dal dichiarare di avere imparato più da lui che alla Julliard. Ad accompagnare le parole di Glass, la musica di Moondog suonata dalla PMJO di Maurizio Giammarco; amato infatti da geni della musica come Stravinskij e Charlie Parker, Moondog ha inciso diversi album.
Cieco dall’età di 17 anni per un’esplosione nella sua fattoria del Kansas, il giovane Louis si diploma ad una scuola per non vedenti in pianoforte, violino, organo e canto ed inizia a scrivere la sua musica in braille, avvalendosi di strumenti di fortuna da lui creati. Trasferitosi nella Grande Mela diventa uno degli artisti di strada più rinomati ed influenti di quegli anni; Toscanini, Bob Dylan e Janis Joplin rendono tributi alla sua musica.
Ora il Vichingo di New York arriva a Roma; lasciamoci incantare.

4 marzo
Moondog Il vichingo della Sesta Avenue
Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Via P. de Coubertin, 34
Ore 21.00
Biglietto unico: 15 €
Infoline: 06. 80241281

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

Con La Commare Secca o si ride o si muore!

Se è vero, come si dice a Roma, che a chi tocca n'se'ngrugna, davanti alla morte qualche ripensamento lo si ha. Dopo un lutto familiare, per esorcizzare l'evento in sé, Claudio Fabi ha composto una poesia, che è poi diventata la base di La Commare Secca, una commedia in due atti, in scena dal 3 all'8 marzo al Teatro dell'Angelo.
Quale scongiuro migliore, allora, che la comicità tutta romana, genuina e un pò coatta, tanto per restare nel gergo romanesco?
Senza volgarità, ma piuttosto sfruttando l'ironia e la voglia di giocare anche su argomenti delicati come la morte, ecco dunque la commare secca che non riesce a svolgere il suo "lavoro", osteggiata dagli altri protagonisti della storia. Lo sfortunato prescelto dalla Signora è infatti un bambino trasteverino bruttino e malaticcio, che ha però alle spalle una famiglia che lo difende strenuamente facendosi beffe della Morte; se morire è una cosa naturale e bisogna imparare a conviverci, non si può tuttavia dimenticare il bello della vita e del vivere. Per il romano specialmente, poi, questo è un imperativo.
Il risultato è una sorta di Rugantino, in cui la comicità romanesca è impreziosita dalle canzoni scritte da Virgine Morrea, sulla musica di Silla Foresi ed Angelo Signoracci.

Dal 3 all'8 marzo
La Commare Secca, di Claudio Fabi
Teatro dell'Angelo
Via Simone de Saint Bon, 19
Spettacoli dal martedi al sabato ore 21.00; domenica ore 17.30; lunedi riposo
Biglietti: dai 13 € ai 15 €
Infoline: Annamaria Gargottich 335.8155588

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

Selvaggia-mente...Classica!

La musica alla Sapienza


L'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, diretta da Kazushi Ono, approda all'Università La Sapienza per un concerto che si tiene domani, 28 febbraio, alle 17.30, in Aula Magna.
In programma, l'esecuzione della Quinta Sinfonia di Mahler e, in prima assoluta italiana, un brano della finlandese Saariaho, Cinq Reflets de l'Amour de Lion, un ciclo sinfonico-vocale tratto dall'opera lirica L'Amour de Lion.
Se con la Sinfonia n. 5 di Mahler si potrà apprezzare la carica espressiva dell'Orchestra del Teatro dell'Opera, con il brano della Saariaho, invece, il soprano tedesco Caroline Stein ed il baritono Otto Katzameier saranno i protagonisti.

28 febbraio
Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Kazushi Ono, direttore
Otto Katzameier, baritono
Musiche di Mahler e di Saariaho
Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma
Piazzale Aldo Moro, 5
Ore 17.30
Biglietti: dai 15 € ai 25 €; giovani fino ai 30 anni, 8 €

L'Orchestra Sinfonica di Roma all'Auditorium Conciliazione
























Prosegue la collaborazione tra l'Orchestra Sinfonica di Roma e l'Auditorium Conciliazione: per il 1 e 2 marzo, dunque, è in programma un concerto dedicato a Beethoven e Dvorak, con la direzione di Jan Latham Koening. Al pianoforte per l'esecuzione di una delle più belle pagine scritte da Beethoven -il Concerto n. 5 op. 73 per pianoforte ed orchestra, detto L'Imperatore-, l'olandese Ronald Brautigam; di Dvorak, invece, verrà eseguita la Sinfonia n. 3, in cui il compositore ceco si distacca per la prima volta dal modello beethoviano, influenzato piuttosto dalla musica di Wagner e Liszt.

1 e 2 marzo
Orchestra Sinfonica di Roma
Jan Latham Koening, direttore
Ronald Brautigam, pianoforte
Musiche di Beethoven e Dvorak
Domenica ore 17.30, lunedi ore 20.30
Biglietti: intero 15 €, ridotto 7 €
Infoline: 06.66150365

Al Palladium la Roma Tre Orchestra

Secondo dei cinque appuntamenti della stagione 2009, la Roma Tre Orchestra si esibirà il 4 marzo al Teatro Palladium. Nata nel 2001 come strumento primario per la promozione e la diffusione della cultura musicale nell'università, la Roma Tre Orchestra -diretta da Pietro Mianiti dal 2005- eseguirà musiche di Takemitsu (il Requiem per archi), Solbiati (i Sette Pezzi per orchestra d'archi) e Brahms (il Quintetto per clarinetto ed archi trascritto per viola e orchestra d'archi). Gabriele Croci sarà la viola solista.

4 marzo
Roma Tre Orchestra
Pietro Mianiti, direttore
Gabriele Croci, viola solista
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
Ore 20.30
Biglietto unico: 10 €
Infoline: 06.57332768

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

Le Futuriste raccontate da Giancarlo Carpi


All’interno delle manifestazioni di Futuroma, il 5 marzo viene presentato alla Casa delle Letterature il libro Futuriste. Letteratura, Arte, Vita, di Giancarlo Carpi, edito da Castelvecchi.
Oltre all’autore, saranno presenti Barbara Alberti, Ester Coen, Daria Galateria ed Andrea Gareffi, che approfondiranno l’importante apporto delle donne nel movimento futurista, sebbene sia nota la tendenziale misoginia dei suoi esponenti.
Il testo di Carpi è non solo un’antologia, ma anche un’iconografia e una raccolta di scritti di ordine critico e teorico suddivisa in sette sezioni cronologiche; la visione multidisciplinare di questa avanguardia ha trovato nelle donne -a partire da Valentine de Saint-Point, prima personalità femminile del Futurismo, per arrivare alla moglie dello stesso Marinetti, Benedetta- un terreno così fertile da rendere il Futurismo, nonostante il disprezzo per loro proclamato, come il movimento col maggiore apporto femminile, liberando l’eros, il desiderio e la creatività.

5 marzo
Presentazione del libro Futuriste. Letteratura, Arte, Vita, di Giancarlo Carpi
Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio, 3
Ore 17.30
Ingresso libero

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

La Macedonia della Kocani Orkestar

I macedoni Kocani Orkestar sono i protagonisti del concerto del 28 febbraio all’Auditorium Parco della Musica.
Ensemble aperto, in continua mutazione, la Kocani Orkestar è una delle più apprezzate fanfare balcaniche, portatrice di suoni dell’est sapientemente mixati con le sonorità più commerciali del rock, del pop e della surf music, che creano innovative sonorità est-mediterranee.
11 gli artisti della Orkestar che si si ebisicono a Roma, cui si devono aggiungere come special guest Uri Kinrot (batteria) e Vincent Kenis (chitarre elettriche); per l’occasione viene presentato il progetto The Ravished Bride, in cui le barriere musicali sono state abilmente abbattute per dar vita ad un nuovo pop molto affascinante.
L’Orkestar prende il nome da una città macedone a pochi chilometri dalla frontiera bulgara, Kocani, densamente popolata dalla comunità tzigana; la diversa provenienza dei membri della comunità ha aumentato la già naturale predisposizione degli zingari a fondere le molteplici radici culturali, gli usi e i costumi dei luoghi attraversati fino ad allora. Nella Kocani Orkestar si ritrovano così elementi della cultura turca, influenze serbe e rumane, elementi propri della vicina Bulgaria; loro peculiarità -come, a dire il vero, di tutti gli strumentisti zingari- è l’assenza di una musica scritta e di una conoscenza delle note. Non vi sono partiture, e pochi sono i musicisti che conoscono la musica; il saper suonare uno strumento è cosa da realizzare basandosi sul proprio orecchio musicale e da trasmettere da padre in figlio, senza altri ausilii.
Ne deriva un concerto d’improvvisazione, in cui l’istinto musicale detta le regole ed i ritmi dell’esecuzione; la brass band ricrea una magia e un fascino raramente riscontrabili, produce un rock bacanico e mutante. Imperdibili.

28 febbraio
Kocani Orkestar
Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli
Via P. de Coubertin, 34
Ore 21.00
Biglietto unico: 15 €
Infoline: 06.80241281

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

Per Romàntica c'è Uto Ughi

Il 1° marzo, alle 11.30, terzo appuntamento di Romàntica. Accenti sulle Storie di Roma/spettacolo di parole e note, rassegna di Umberto Broccoli e Patrizia Cavalieri promossa dal Comune di Roma e Zetema, che durerà fino al 19 aprile.
Protagonista è il violinista Uto Ughi, che come gli altri artisti coinvolti nella rassegna, attraverso le note e le parole racconterà il suo rapporto con Roma antica, per poter così poi degnamente celebrare il Natale di Roma del 21 aprile.
Le musiche suonate col suo Guarnieri del Gesù del 1744 spazieranno da Tartini a Beethoven, da Brahms a Dvorak a Paganini, e sarà accompagnato al pianoforte dal Maestro Grisanti.


1marzo
Uto Ughi per Romàntica
Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli
Via P. de Coubertin, 34
Ore 11.30
Ingresso: 2 € fino ad esaurimento postiInfoline: 060608

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 27.02-05.03.2009-

20 febbraio 2009

Un anno con 13 lune al Teatro India

Se generalmente è una pièce teatrale che diventa film, nel caso della prossima programmazione del Teatro India è avvenuto il contrario; in scena dal 24 febbraio all'1 marzo, infatti, c'è Un anno con 13 lune, progetto di Michele Di Mauro ed Egumteatro, tratto dall'omonimo film di Fassbinder.
Il titolo si riferisce alla credenza che negli anni lunari con 13 lune gli esseri umani molto sensibili siano soggetti a profonde depressioni; può inoltre accadere che un anno lunare sia contemporaneamente un anno con 13 lune, il che provoca risultati spesso catastrofici per loro.
Uno di questi anni, fu il 1978, anno dell'uscita del film  e della sua ambientazione; realizzato in 25 giorni, esso fu il frutto dello schock che colpì Fassbinder per il suicidio dell'amante Armin Meier. La storia narrata è influenzata dalla filosofia di Schopenauer, segnata dalla solitudine, dal rigetto e dall'alienazione; protagonista è Elvira che in cinque giorni racconta all'amica prostituta Zora la sua vita. Abbandonata in un orfanotrofio, colei che allora si chiamava Erwin ed era un uomo visse la sua vita come tale, lavorando come macellaio nel mattatoio di Francoforte, sposandosi ed avendo anche una figlia.
Tuttavia, l'incontro con Anton Saitz, un ebreo sopravvissuto ai lager e diventato potente con la speculazione edilizia ed un giro di prostituzione, gli ha cambiato la vita; voluto da questi solo in parte come uomo, Erwin lascia la famiglia e va a Casablanca dove diventa Elvira, sperando di poter essere così totalmente accettata da Anton. Tuttavia, il suo ennesimo rifiuto lo pone in un totale stato di frustrazione; negata come donna, ma nemmeno reintegrata nella sua famiglia come (ex) uomo, ad Elvira non resta che morire, perché la Vecchia Signora è l'unica che non può opporgli un rifiuto.

Dal 24 febbraio al 1 marzo
Un anno con 13 lune
Progetto di Michele Di Mauro ed Egumteatro
Teatro India
Lungotevere dei Papareschi, 1
Tutte le sere ore 21.00; domenica ore 18.00
Biglietti: posto unico 15 € intero, 12 € ridotto
Infoline: 06.684000346

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 20-27.02.2009-

L'Aida di Verdi? E' un musical di Elton John!

Si possono modernizzare i capolavori della musica lirica? La domanda non è banale, specialmente se si riferisce a quelli che raccontano storie attuali e coinvolgenti, come un amore combattuto. Ma, ancora, si può realizzare un capolavoro basandosi sulle proprie competenze musicali e sfruttando un genere artistico di largo favore quale il musical, senza nulla togliere all'originale?A quanto pare, per gli amanti non troppo ortodossi della lirica, sembra proprio di si; è quello che Elton John e Tim Rice hanno fatto, più di dieci anni fa, con uno dei più grandi capolavori di Verdi, l'Aida.
Il risultato della rivisitazione è un musical omonimo, che ha riscosso un successo internazionale straordinario e che approda a Roma dal 23 al 25 febbraio, presso il Teatro Italia, dopo una breve tournèe autunnale nel nostro Paese.
Diviso in due atti, Aida-il musical è ambientato in un odierno museo di storia, da cui si viene sbalzati nel tempo all'epoca degli scontri tra Egiziani e Nubiani e sul cui sfondo si dipana la storia della bella e fiera Aida, del suo amato Radames e della capricciosa principessa Amneris.
Con la regia e gli adattamenti di Susanna Tagliapietra, sul palco si presentano un cast, una ensemble e un gruppo di strumentisti italiani, che, con la direzione musicale di Massimo Modesti, rendono onore a un'opera vincitrice di 4 Tony Awards e del Grammy per il Best Musical Show Album.
Dopo il successo del musical Il Re Leone, la coppia John-Rice decise anni fa di riunirsi per la colonna sonora pop e R&B della storia di Aida, nata dapprima come concept album e rimaneggiata poi per il musical. Inizialmente chiamato Elaborate Lives, Aida è restato 4 anni a Broadway, per poi andare in tournèe; ora è la volta di Roma di lasciarsi abbagliare dallo scintillante mondo di Broadway.

Dal 23 al 25 febbraio
Aida-il musical
Teatro Italia
Via Bari, 18
Ore 21.00
Biglietto unico: 20 €
Infoline: 06.98877861/06.44239286

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 20-27.02.2009-

Selvaggia-mente facendo..e..Selvaggiamente Classica!

La Commedia di Virgilio Sieni

In prima assoluta al Teatro Palladium, il 21 febbraio, debutta lo spettacolo Commedia del corpo e della luce_interrogazioni alle vertebre, l'ultima creazione di Virgilio Sieni.
Con la coproduzione di Romaeuropa Promozione Danza e del Festival d'Avignone, lo spettacolo nasce da un laboratorio iniziato lo scorso luglio per il Festival stesso; lì Sieni, insieme al compositore Stefano Scodanibbio e al filosofo Giorgio Agamben, ha deciso di esplorare -sulla scia del lavoro che svolge con la sua Accademia sull'arte del gesto- un contesto innovativo sulla trasmissione del movimento, quello del buio.
Grazie alla presenza sul palco anche di Giuseppe Comuniello, giovane non vedente, Sieni ha instaurato con lui un dialogo attraverso il buio, alla ricerca di quella via d'ascolto derivante dalla solitudine e dal contatto con l'altro, essenziale per chi, come Comuniello, non può vedere con gli occhi ma con i sensi.
Nascono dunque nuove pratiche sul senso del corpo e della danza, scandite dalla successione di scene e quadri a mò di tappe per arrivare alla conoscenza profonda; gli oggetti che man mano appaiono e con cui il corpo interagisce si trasformano in propaggini del corpo stesso, appendici sia fisiche che sonore.
L'evoluzione dell'analisi di Sieni è accompagnata dal vivo dal contrabbasso di Scodanibbio e dalla drammaturgia di Agamben, che sottolineano come il corpo, nel ritrovare perennemente la sua andatura, sia sempre dinoccolato e rivertebrato, in quel momento di attesa e sospensione temporale in cui l'equilibrio si ottiene attraverso le costole.

21 febbraio
Commedia del corpo e della luce_interrogazioni alle vertebre
Compagnia Virgilio Sieni
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
Ore 20.30
Biglietto unico: 15 €
Infoline: 06.45553050


Il Mozart di Schiff

Tre grandi serate per amare ancora di più, se ce ne fosse bisogno, uno dei maggiori compositori di tutti i tempi, Wolfgang Amadeus Mozart; è questa l'intenzione dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha coinvolto il pianosta Andràs Schiff in un ciclo di tre serate dedicate al genio austriaco.
Il primo appuntamento, dunque, è per il 20 febbraio, presso la Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica, con l'esecuzione, tra le molte proposte, della Sonata per pianoforte n. 11 in La Maggiore K331 -nota al grande pubblico per il suo celebre terzo movimento del Rondò alla turca-, e la Sonata per pianoforte n. 8 in La minore K310, preromantica composizione del ventiduenne Mozart, scritta subito dopo la morte della madre.
Gli altri due appuntamenti con Mozart e con Schiff sono per il 27 febbraio ed il 6 marzo, secondo un percorso musicale non cronologico, che vede l'esecuzione della maggior parte della produzione artistica di Mozart.

20 e 27 febbraio, 6 marzo
Andràs Schiff pianoforte
Musiche di Mozart
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Via P. de Coubertin, 34
Ore 20.30
Biglietti: dai 18 € ai 33 €
Infoline: 06.8082058

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 20-27.02.2009-

12 febbraio 2009

il Tango di Roberto Herrera

Dal 17 al 22 febbraio, al Teatro Italia, uno spettacolo da non perdere: Tango, della Compañia Argentina de Tango di Roberto Herrera.
Il perché non lo si possa perdere è semplice: innanzitutto il Tango è una danza bellissima, sposata ad una musica unica. Roberto Herrera, poi, è tra i maggiori artisti del settore, dotato di un talento universalmente riconosciuto e di un’eleganza innata. Inoltre, nello spettacolo, la musica dal vivo del Decarisimo Quinteto impreziosisce la già magica atmosfera, strutturando in due parti la performance dei ballerini.
Se inizialmente, infatti, si viene trasportati nella Buenos Aires di un’epoca d’oro, in cui il Tango faceva totalmente parte della vita quotidiana dei cittadini, tra milonghe, personaggi famosi e Caffè rinomati, nella seconda è invece la cultura ed il folklore argentino, con le sue danze tipiche quali la chacarera o la zamba, ad esser protagonista.
Sul palco, con Herrera, anche sei coppie di ballerini; ad accompagnarli, infine, musiche, tra gli altri, di Osvaldo Pugliese, Julio De Caro e Astor Piazzolla, oltre a composizioni inedite del Decarisimo Quinteto.
Roberto Herrera, quel ragazzo che roteando le ginocchia al centro del Ballet Folklorico Argentino riusciva a distrarre Osvaldo Pugliese dalla tastiera del suo pianoforte, torna dunque sulla scena come carismatico portavoce di una danza e di una cultura che, sebbene oggigiorno sia stata rivalutata ed apprezzata, non è immune tuttavia da luoghi comuni ed improvvisati artisti. Se a Buenos Aires tutti (o quasi) infatti ballano il Tango, per saperlo ballare, però, servono non solo tecnica e formazione, ma soprattutto una totale capacità d’ascolto del proprio e dell’altrui corpo.
Perché il Tango è un dialogo a due senza parole; e non tutti sono in grado di farlo. Herrera certamente si.

Dal 17 al 22 febbraio
Tango
Compañia Argentina de Tango di Roberto Herrera
Teatro Italia
Via Bari, 18
Tutte le sere ore 21.00, sabato ore 17.00 e ore 21.00, domenica ore 17.30
Biglietto unico: 23 €
Infoline: 06. 44239286

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 13-19.02.2009-

Con Songs for Drella un omaggio alla libertà di Andy Warhol

Era l’aprile del 1990 e la Sire Records usciva con un concept
album, Songs for Drella, ad opera di Lou Reed e John Cale, ex membri fondatori degli scandalosi Velvet Underground. Dedicato alla memoria di Andy Warhol -da poco scomparso per una banale operazione-, l’album conteneva 14 brani biografici ripercorrenti la vita del grande artista, dalla nascita nel 1928 fino alla morte, nel 1987.
Il Teatro Belli, a ventidue anni dalla morte di Warhol, gli dedica uno spettacolo, dal 12 al 15 febbraio, che ripercorre esattamente lo splendido album di Reed e Cale, prendendone in prestito anche il nome.
Uno spettacolo necessariamente multimediale, come quel Plastic Inevitable Light Show, che lanciò i Velvet Underground nel 1966; accanto dunque alle sperimentali musiche di Lou Reed e Cale, anche le immagini di Chelsea Girls, Vinyl, Mario Banana e Kiss, oltre ai volti di Nico, Edie Sedwick, Ondine e lo stesso Warhol. Il tutto in un’atmosfera suggestiva, con proiezioni inedite della New York di allora.
Sul palco del Belli, Daniele Federici (voce e chitarra), Alessandro Fea (chitarra, voce e loops) -membri dei Vicious Underground, tribute band ufficiale dei Velvet Underground-e Viola Zorzi (readings), in uno spettacolo alla scoperta del pensiero, della visione artistica e delle genialità di colui che, per quel mix di crudeltà, estro, sfrontatezza ed ingenuità sognante fu, per l’appunto, soprannominato Drella, metaforica unione di Dracula e Cinderella.

Dal 12 al 15 febbraio
Songs for Drella
Teatro Belli
Piazza Sant’Apollonia, 11/a
Biglietti: intero 18 €, ridotto 13 €
Dal giovedi al sabato ore 21.00, la domenica ore 17.30
Infoline: 06. 5894875

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 13-19.02.2009-

Il carrozzone dei Parenti Terribili di Cocteau

Dal 18 febbraio, al Teatro Belli, la Compagnia L’Albero Teatro Canzone presenta, con la regia di Adriana Martino, una delle opere più complesse di Jean Cocteau, I parenti terribili.
Nata come pièce teatrale nel 1938 e trasformata dall’autore in un film dieci anni dopo, I parenti terribili è considerata dalla critica come la sua opera teatrale più complessa; sarà forse l’accuratezza dei dettagli, i numerosissimi ed evidenti riferimenti alla tragedia greca, la perfezione della drammaticità del testo o lo sberleffo di Cocteau nel rispettare fintamente i canoni del teatro borghese di allora, ma in effetti così sembra essere.
La storia è complicatamente semplice: una madre, Yvonne, possessiva in modo incestuoso del figlio Michel, trascura il marito George e la casa, confidando nella cura che, al contrario, ad essi dedica sua sorella Lèo, zitella innamorata da ragazza del cognato. Il loro precario equilibrio familiare viene meno quando Michel confessa d’essersi invaghito di una coetanea, Madelaine, scatenando la disperazione dei genitori, a vantaggio dell’astuta zia Lèo; se infatti Yvonne ama il figlio non come madre ma come donna, George dal canto suo ha avuto con Madelaine una relazione, mentre Lèo, finalmente, si trova a poter svolgere in pieno l’agognato ruolo di deus ex machina di quella che avrebbe dovuto essere la sua famiglia se la sorella non le avesse rubato l’innamorato.
Un dramma complesso sotto diversi aspetti, dunque, resi magnificamente dalla regia e dagli interpeti, stando alle repliche della pièce dello scorso autunno.
Per chi se lo fosse perso allora, quindi, un’occasione per non ripetere l’errore.

Dal 18 febbraio al 1 marzo
I parenti terribili
Teatro Belli
Piazza Sant’Apollonia, 11/a
Biglietti: intero 18 €, ridotto 13 €
Dal martedi al sabato alle ore 21.00, domenica ore 17.30
Infoline: 06.5894875

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 13-19.02.2009-

Selvaggia-mente...Classica!

I Quatuor Mosaiques in concerto

L’ensemble austriaca dei Quatuor Mosaiques -presso l’Auditorium Parco della Musica- è protagonista del concerto del 13 febbraio, che ripercorre la storia del quartetto per archi. Attraverso i tre compositori che maggiormente ne hanno definito la struttura -vale a dire Haydin, Mozart e Mendelssohn-, si viaggia pertanto dalle sue origini fino alle soglie del Romanticismo; iniziando dunque da Il cavaliere di Haydn –
ribattezzato così per via dell’andamento simile al trotto dell’ultimo movimento-, si passa per il Quartetto K. 458 di Mozart -meglio conosciuto come La caccia, parte di sei Quartetti d’archi dedicati ad Haydn-, per giungere, infine, al pre-romanticismo del Quartetto n. 1 op. 12 di Mendelsohn.

13 febbraio
Quatuor Mosaiques
Quartetti per archi di Haydn, Mozart e Mendelssohn
Auditorium Parco della Musica
Via P. de Coubertin, 34
Ore 20.30
Biglietti: da 18 € a 33 €
Infoline: 06.8082058


L’Orchestra Sinfonica di Roma all’Auditorium Conciliazione

Doppio concerto, il 15 e 16 febbraio, per l’Orchestra Sinfonica di Roma: presso l’Auditorium Conciliazione, l’Orchestra, diretta appositamente da Bojan Sudjic, eseguirà la
 March Slave di Caikovskij, la Rapsodia su temi di Paganini per pianoforte ed orchestra di Rachmaninov e la Sinfonia n. 3 , detta Eroica, di Beethoven, con, al pianoforte la coreana Ilia Kim.
La complessa opera di Rachmaninov, fu elaborata sul tema del Capriccio n. 24 di Paganini ed è tra le sue più celebri composizioni; L’Eroica, invece, scritta per rendere omaggio a Bonaparte fu dedicata però al Principe di Lobkowitz dopo la sua auto incoronazione ad Imperatore. L’opera di Caikovskij, infine, fu composta su richiesta dell’amico Rubinstein per i feriti russi, partiti volontari per la guerra tra Serbia e Turchia.

15 e 16 febbraio
Orchestra Sinfonica di Roma
Bojan Sudjic direttore
Ilia Kim, pianoforte
Musiche di Rachmaninov e Beethoven
Domenica ore 17.30, lunedi ore 20.30
Biglietti: da 7 € a 15 €
Infoline: 06. 68439457

I Virtuosi Italiani per l’Accademia Filarmonica Romana

L’Accademia Filarmonica Romana presenta, il 19 febbraio al Teatro Olimpico, una serata interamente dedicata ai Virtuosi Italiani. La rinomata orchestra da camera, diretta per l’occasione dal violinista Massimo Quarta ed integrata dalla pianista Lilya Zilberstein, eseguirà un programma tardoromantico che prevede il Concerto in re maggiore op. 21 per violino, pianoforte ed archi di Chausson e la trascrizione di Mahler del Quartetto in fa minore, op. 95 (detto Serioso) di Beethoven. A completare la proposta musicale della serata, infine, un’opera commissionata dall’Accademia Filarmonica a Silvia Colasanti, giovane compositrice romana pluripremiata: Sentieri di sangue – Ascoltando Friedensreich Hundertwasser, in prima esecuzione assoluta.


19 febbraio
I Virtuosi Italiani
Massimo Quarta, direttore e violino
Lilya Zilberstein, piano
Musiche di Chausson, Mahler/Beethoven e Silvia Colasanti
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Ore: 21.00
Biglietti: da 15 € a 25 €Infoline: 06.3265991

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 13-19.02.2009-

06 febbraio 2009

I consigli di una drag per essere Femmine

Essere donne, quelle vere, quelle “femmine” e “donne” insieme, in questi convulsi anni è quantomai difficile; ne sa qualcosa Luisa, una tipica donna moderna, tutta presa dalla carriera e molto poco, invece, dal suo ragazzo, Giacomo, dalla sua abitazione e da se stessa. A darle preziosi consigli è Maryza, una drag di mezz’età con la passione per Liza Minnelli, il desiderio di sfondare nel mondo dello spettacolo e la necessità di sopravvivere facendo il mestiere più antico del mondo.
Per una serie di equivoci le vite di Luisa e di Maryza si incontrano, generando situazioni divertenti e frizzanti, in cui quest’ultima insegnerà a quella per natura “femmina” ad essere anche e soprattutto “donna”; il pericolo da scongiurare, infatti, è che la sofisticata arrivista Benedetta soffi alla trascurata Luisa il suo partner. Maryza riuscirà a salvare la loro storia d’amore con i suoi preziosi consigli di donna?
E’ Maryza – Memorie di una drag, di Laura Canestrari e Gianluca Reina, in scena al Teatro Agorà dal 10 al 15 febbraio, con Gianni Licata, Francesca Santini, Lucilla Landi, Walter Ceci e Giuseppe Messina.
Dopo l’irriverente commedia gay My Fair Boy dello scorso autunno, i due autori tornano ad indagare la realtà contemporanea cercando di evitare banalità e concentrandosi piuttosto sulla satira e l’irriverenza per sfatare pudori e luoghi comuni ormai passati.
Se una drag piagesse sempre, del resto, il mascara le colerebbe facendola assomigliare ad un procione (saggia considerazione del film Priscilla la regina del deserto); perchè, dunque, non ridere, senza canzonature, dell’incapacità delle donne d’esser anche femmine?

Dal 10 al 15 febbraio
Maryza – Memorie di una drag
Teatro Agorà
Via della Penitenza, 33
Tutte le sere ore 21.00; domenica ore 18.00
Biglietti: 10 € intero, 8 € ridotto; 5 € per le drag e i drag che si presentano “en travesti” allo spettacolo
Infoline: 329. 9694629

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 06-12.02.2009-

Torna il Festival Equilibrio: è di nuovo grande danza

Squadra vincente non si cambia; nel rispetto di questo motto, si inaugura il 6 febbraio, presso l’Auditorium Parco della Musica, la quinta edizione del Festival Equilibrio, sempre con la direzione artistica di Giorgio Barberio Corsetti.
Fino al 24 febbraio, dunque, sarà la “nuova danza” mondiale ad essere protagonista; accanto, come di consueto, ad artisti emergenti, anche alcuni grandi maestri della scena internazionale, come il coreografo sinoamericano Shen Wei (il 6 e il 7 in prima europea con un programma in due parti, Re-part one e Map), i belgi Anne Teresa De Keersmaeker (il 10 e l’11 con un riallestimento, in prima italiana, di Rosas danst Rosas) e Alain Platel (il 19 e 20, con una coreografia basata su La Passione secondo Matteo di J. S. Bach), o ancora Guy Weizman e Roni Haver (per la prima volta in Italia il 17 e 18, con lo spettacolo Poetic disasters).
All’interno del Festival, inoltre, anche spazi formativi con stage e masterclass per danzatori e coreografi a cura di alcuni degli artisti ospiti e, il 20 e 21 febbraio, la seconda edizione del Premio Equilibrio Roma, dedicato agli artisti emergenti operanti in Italia. Il vincitore otterrà un conributo di produzione e l’invito a presentare lo spettacolo finito all’interno del Festival Equilibrio del prossimo anno.
Infine, il 22, anche tre progetti di Aerowaves, una piattaforma europea per la giovane coreografia organizzata dal The Place di Londra diretto da John Ashford e, in chiusura del Festival, il 23 e 24, la rassegna C’est ça la vie!?, spettacolo dei Pockemon Crew, tra i gruppi di breakdance ed hip hop più famosi al mondo.



Dal 6 al 24 febbraio
Festival Equilibrio
Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi eTeatro Studio
Via P. de Coubertin, 34
Biglietti variabili a seconda degli spettacoli
Spettacoli ore 21.00; le finali del Premio Equilibrio Roma ore 19.00
Infoline: 06.80241281

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 6-12.02.2009-

Un Madrigale per la Societas Raffaello Sanzio

Si può vedere con le orecchie, pensare con l’udito?
E’ questo l’interrogativo principale che si pone la Societas Raffaello Sanzio nel suo Madrigale appena narrabile, in scena il 6 ed il 7 febbraio al Teatro Palladium.
La drammaturgia di Chiara Guidi -fondatrice insieme a Romeo e Claudia Castellucci della compagnia teatrale- si unisce in questo spettacolo alla musica di Scott Gibbons, dove, sfruttando i testi ad opera di Claudia Castellucci, la voce avvolge la parola, nella sua musicalità, nella sua frammentazione, rarefazione ed addensamento.
Sul palco, oltre la Guidi, anche un gruppo di sedici cantanti-attori, allievi di un suo corso di tecnica vocale, accompagnati dal violoncello Eugenio Resta; partendo dal testo che narra dell’incontro tra un uomo e un cane -angolato però dalla parte del cane- la Guidi e Gibbons -già collaboratori per il ciclo della Tragedia Endogonidia- hanno realizzato un lavoro analizzando l’idea della sonorità delle parole.Iniziando così dalla drammaturgia della parola, attraversando poi quella della voce, sono giunti agli elementi originari del teatro, dove il suono, facendosi insieme scena e gesto, è in grado da solo di evocare un’azione; tra il “subito prima” ed il “subito dopo” del silenzio, si susseguono dunque frasi mozzate e brevi, flussi vocali e sonori ora sincopati ora fluidi, momenti di sospensione e di ripresa, sussuri e suoni squillanti.
Un madrigale, per l’appunto -cioè una composizione poetica nata per essere accompagnata dalla musica senza ausilii scenografici-, ma appena narrabile, frutto dell’amplificazione dei sospiri dei protagonisti.
La compagnia teatrale di ricerca più interessante degli ultimi trent’anni nel panorama italiano è tornata; fate dunque silenzio. Anche se, forse, così facendo, potreste dar luogo ad un suono assordante.

6 e 7 febbraio
Madrigale appena narrabile
Societas Raffaello Sanzio
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
Ore 20.30
Biglietti: 15 €
Infoline: 06.45553050


-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 6-12.02.2009-

Nella Premiata Pasticceria di Salemme

Ermanno Bellavista, titolare di una pasticceria napoletana, è l’ignaro beneficiario delle cornee di Carmine, un barbone-filosofo a cui, dopo un incidente in cui era stato erroneamente creduto morto, le hanno espiantate illecitamente. La sua vita sta per essere sconvolta dalle rivendicazioni di Carmine e da esilaranti situazioni familiari incentrate sull’importanza degli occhi.
Una commedia la cui napoletanità è garanzia di risate e caratterizzazioni paradossali: è Premiata Pasticceria Bellavista, di Vincenzo Salemme, portata in scena dall’11 al 15 febbraio dalla compagnia Il Pallino del Teatro, presso il Teatro della Visitazione.

Dall’11 al 15 febbraio
Premiata Pasticceria Bellavista, di Vincenzo Salemme
Compagnia Il Pallino del Teatro
Teatro della Visitazione
Via dei Crispolti, 42
Tutte le sere ore 21.00; domenica ore 18.00

Biglietto: 10 €
Infoline: 06.4380494 – 339.8356316
-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 6-12.02.2009-

In punta di scarpetta raccontando La Bella Addormentata nel Bosco

In scena dal 10 al 22 febbraio, presso il Teatro dell’Opera, torna uno dei più bei balletti di Marius Petipa, La bella addormentata nel bosco.
Sulla base della favola di Charles Perrault, l’allora direttore dei teatri imperiali Ivan Vsevolozhsky -appassionato dell’epoca di Luigi XIV- chiese a Cajkovskij la composizione della musica per un nuovo spettacolo di danza, concepito come fosse un balletto di corte del XVII secolo.
Alla corte di re Floristano, si festeggia il battesimo della principessa Aurora; nella lista degli invitati, però, manca l’indesiderata strega Carabosse, che si vendica maledicendo la bambina e promettendole una morte certa al compimento dei suoi sedici anni, per via della puntura di un fuso. La Fata dei Lillà, tuttavia, non avendo ancora fatto il suo regalo alla piccola Aurora, modifca la maledizione della strega, facendo sì che la puntura addormenti in un lunghissimo ed eterno sonno Aurora, con la possibilità di esser svegliata dal bacio di un giovane principe innnamorato. Alla festa dei sedici anni, Aurora si punge con un fuso e la maledizione di Carabosse si compie; dopo cent’anni, finalmente, durante una battuta di caccia, appare il giovane principe Desirè, che, portato dalla Fata dei Lillà nel luogo dove riposa Aurora, se ne innamora perdutamente, liberandola dall’incantesimo. Ne segue il lieto fine dell’ “..e vissero felici e contenti”, danzando tutti insieme le celebrate nozze dei due principi.
Con le coreografie rivisitate da Paul Chalmer, l’Orchestra del Teatro dell’Opera sarà diretta da Maurizio Conti, mentre Aldo Buti si occuperà delle scene e dei costumi del corpo di ballo del teatro e di quello degli allievi della scuola di danza del teatro stesso, diretti da Paola Jorio. A vestire di nuovo i panni della Fata Carabosse, la sempre splendida Carla Fracci, direttrice insieme al marito Beppe Menegatti del corpo di ballo del Teatro dell’Opera.

Dal 10 al 22 febbraio
La bella addormentata nel bosco
Teatro dell’Opera
Piazza Beniamino Gigli, 1
Orari diversi a seconda dei giorni
Biglietti: dai 13 € a 60 €, eccezion fatta per la prima rappresentazione
Infoline: 06.48160255


-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 6-12.02.2009-

Il Teatro Belli e Brecht ci portano a Mahagonny

Dal 6 al 22 febbraio è in scena, al Teatro Vascello, Ascesa e rovina della città di Mahagonny, di Bertold Brecht. Presentato da TSI La Fabbrica dell’Attore in collaborazione con il centro internazionale La Cometa, lo spettacolo è ideato e diretto da Lisa Ferlazzo Natoli.
Frutto di un laboratorio teatrale sull’autore tedesco, Mahagonny è un’illusoria città fondata da due lestofanti, Fatty e Moses, e dalla diabolica Begbick; promettendo facile ricchezza e divertimento, i tre ideano una terra dei balocchi, che fa gola a molti personaggi che in breve si trasferiscono a Mahagonny.
Ma la realtà non corrisponde alle promesse: Mahagonny obbliga le donne a prostituirsi per recepire il denaro, gli uomini alla perenne ricerca di soldi da spendere in giochi d’azzardo e whisky; qui tutto è permesso e la sregolatezza di vita è la costante dei suoi abitanti.
Primo oggetto della breve collaborazione (durò circa 3 anni, poi le rispettive ideologie politico-artistiche li allontanarono) tra Brecht e Kurt Weill, l’opera è non solo rivoluzionaria per le tematiche, ma anche dal punto di vista musicale; essa è infatti una feroce critica alla società tedesca del tempo -è del 1930-, con una musica che ne è riflesso, essendo aggressivamente incisiva e sperimentale, mischiando l’opera coi generi musicali di più facile accesso al pubblico ed utilizzando tecniche vocali e modalità espressive varie.
Volendo analizzare anche e soprattutto la drammaturgia di Brecht, lo spettacolo della Ferlazzo Natoli ricerca la natura del teatro brechtiano, aggiungendo a questo testi estratti da altre sue opere ed azzardando biografie di nuovi personaggi, alla scoperta di come si può fare teatro “rendendo il mondo più maneggiabile”.

Dal 6 al 22 febbraio
Ascesa e rovina della città di Mahagonny di Bertold Brecht
Teatro Vascello
Via G. Carini, 78
Dal martedi al sabato ore 21.00; la domenica ore 17.00
Biglietti: 15 € intero, 12 € ridotto, 10 € per scuole ed università
Infoline: 06.5881021

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 6-12.02.2009-