Nannarella, ritorna la delizia
Sarà perchè era la prima. Sarà perchè Nannarella ha sempre affascinato.
Fatto sta che ieri sera la platea della Sala Gassman del Teatro Orologio era piena per "Raccontare la Magnani", spettacolo di Mario Moretti con la regia di Annalisa Biancofiore.
Ad accogliere il folto pubblico, musica di sottofondo proveniente dal piccolo piano alla sinistra nel palco -suonato, così come la fisarmonica, da Alfredo Messina- e tre interpeti: Sara Platania, Elisa Pavolini ed Annalisa Biancofiore.
Non appena si spengono le luci, poi, entra lei, Anna Magnani/Priscilla Micol Marino.
Ed è sin da subito una delizia.
Poco più di un'ora di racconto sulla vita di una delle più grandi attrici italiane proietta lo spettatore non in una mera cronaca di fatti e persone, bensì in Anna presuntuosa, in Anna possessiva, in Anna donna e attrice, in Anna orgogliosa, ironica e talentuosa.
Tutte e quattro le interpreti sul palco compongono il quadro di questa fragile, grande, donna, intervallando il recitato con canzoni della rivista o celebri dell'epoca, piuttosto che storpiando le parole originali di un brano per continuare a raccontare cantando.
E lo fanno bene, anzi benissimo.
Nonostante il soggetto dello spettacolo sia uno solo, non ci sono primedonne o attrici che prevaricano per ruolo o bravura le altre interpreti; riproponendo le macchiette della rivista, facendo la femme fatale o la disperata amante in corsa dietro un camion, tutte e quattro rappresentano perfettamente le diverse anime e le diverse donne che era Anna Magnani.
Ecco dunque respirare tra le quattro mura della sala la vincitrice dell'Oscar (per Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata di Daniel Mann) e l'amante di Rossellini, la mamma del figlio adulterino Luca e l'attrice di teatro cui dicevano non essere abbastanza telegenica per fare del cinema. La stessa Anna che smise di chiedersi chi era suo padre quando ne scoprì il cognome - Del Duce- per non dover affermare in giro, in anni così complicati, di portare quel cognome temendo di essere scambiata per una fanatica fascista.
L'ottima regia della Biancofiore (tra le altre interpreti), scandisce un ritmo frenetico eppure non caotico, con scene ben suddivise ed intervallate alla perfezione con i momenti cantati; le luci illuminano la sola Anna del momento o l'intero spazio, facendo così apprezzare anche la minimale scenografia (curata da Massimo Tomaino) di persiane e finestre, occasionali spioncini o parterre d'eccezione nel mondo della Magnani.
Dopo "Raccontare Nannarella" del 1987 ed "Anna verrà" del 1997, Mario Moretti torna a raccontare questo personaggio mitico attraverso delle donne, sfidando la nota assenza - o quasi- di amicizie femminili della Magnani; eppure, forse, sono proprio le donne le uniche a poter capire davvero tutti i frammenti della sua esistenza. Partendo, come lei, dal teatro, suo grande e fedele amore, amato per quell'odore "di mortadella e muffa", per i suoi "colori stinti" ed il "sonoro del legno del palco".
-Pezzo uscito sul Quotidiano della Sera di Roma il 17/10/2007-
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