Bocca, ultimo tango
"Ogni cosa ha inevitabilmente un principio ed una fine e credo che, come sappiamo quando iniziare, sia meglio avere anche ben chiaro quando terminare. Non voglio smettere perché un giorno sulla scena scopro che le gambe non mi rispondono più. Non voglio fingere di danzare".
Con queste parole, due anni fa, il ballerino argentino Julio Bocca ha giustificato la sua decisione di abbandonare la scena della danza internazionale (che avverrà ufficialmente il 22 dicembre prossimo a Buenos Aires), avviando un saluto al pubblico che lo vede protagonista da allora sui maggiori palchi del mondo.
Il pubblico italiano potrà ammirare Julio Bocca da domani fino al 21 ottobre a Milano, presso il Teatro Smeraldo, e dal 23 al 28 ottobre al Teatro Sistina di Roma, dove sarà in scena con lo spettacolo Bocca Tango.
Accompagnato dal suo Ballet Argentino, Bocca ripropone con Bocca Tango uno spettacolo che ha debuttato, con successo di critica e pubblico, nel 2001 (restato in cartellone a Buenos Aires per due mesi, ha avuto più di 20.000 spettatori). Basato su un repertorio musicale affascinante (protagonista è il Tango -da Discepolo a Piazzolla-), suonato dal vivo da sei musicisti (Carlos Schiarreta, Leonardo Ferreyra, Franco Polimeni, German Martinez, Andres Serafini e Julian Vat) e due cantanti (Gisela Sara ed Esteban Riera) , i circa novanta minuti che lo compongono vedono, oltre a Bocca, anche altri cinque ballerini della sua compagnia (Victoria Balanza, Lucas Oliva, Benjamin Parada, Lucas Segovia e Oscar Escudero), che danzeranno le coreografie di Ana Maria Stekelman.
Con i costumi di Jorge Ferrari e la direzione musicale di Julian Vat, Bocca ripercorre attraverso le note di Discepolo, Carlos Gardel, Francisco Canaro ed Osvaldo Pugliese il Tango dalle origini, fino ad arrivare agli sperimentalismi di Astor Piazzolla e del pù recente Tango Nuevo; le coreogafie della Stekelman (nota per la sua arte in cui il Tango Argentino è fuso con la danza contemporanea), pertanto, perfettamente si prestano all'idea che sta a monte dello spettacolo e alla carriera in generale di quello che viene, a ragione, considerato come il più importante ballerino degli ultimi anni del Ventesimo secolo: l'evoluzione dei generi musicali e coreografici, insieme alla massima espressività e controllo del corpo.
"Nel balletto non si può, né si deve, separare la tecnica dall’interpretazione", ha affermato infatti Bocca. "Non è la stessa cosa interpretare il Principe della Bella Addormentata e Petruccio nella Bisbetica Domata. Ad aiutarti a elaborare il ruolo è innanzi tutto la coreografia"; insieme alla musica, conoscere la cornice entro la quale si sviluppa la storia, chi è il personaggio e quali emozioni prova è dunque, per Julio Bocca essenziale per evitare che tutto si limiti ad essere una successione di movimenti senza emozioni.
Esattamente con l'intento di emozionare il pubblico, Julio Bocca ha sempre condotto la sua carriera di danzatore; ed esattamente con la promessa di emozioni vuole salutare il suo affezionato pubblico.
-Pezzo uscito sul Quotidiano della Sera di Roma del 17/10/2007-
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