18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



29 gennaio 2009

Nell'aria di L'Aura

- Hai partecipato al Festival del Cinema di Roma, alla presentazione del film Un gioco da ragazze, di Matteo Rovere, dato che nella sua colonna sonora c'è un tuo brano, Nell'aria. E' nata a sé stante questa canzone o l'hai appositamente scritta per il film?

La parte della strofa era già stata scritta da Andrea Farri, poi ci siamo ritrovati per creare una musica su quella strofa. E' una canzone in cui mi ritrovo molto, perché è molto simile a me, alle mie parole; in questo caso, l'aver avuto chi mettesse dei paletti alla mia creatività è stato quanto mai provvidenziale, altrimenti proprio per quella estrema somiglianza avrei rischiato di fare molti voli pindarici!

- In Un gioco da ragazze hai anche avuto una piccola parte, in cui canti un brano di Claudio Coccoluto durante una scena in discoteca. Com'è stato cantare per un film?

In realtà non ho avuto proprio una piccola parte...nel film c'è un video, in cui io sono la protagonista del gruppo che suona in quel momento. In ogni caso, la mia presenza nel video è imparziale, sembro quasi un fantasma, una quinta protagonista del 
gruppo, come a voler essere in quel momento Elena (la protagonista del film) in un suo momento di silenzio. Il video, infatti, è ambientato nel post di una festa con molti eccessi; la mia lei si muove in questo ambiente apocalittico. Del resto, la vita stessa di Elena è un pò così, piena di contraddizioni, sbandi, eccessi di varia natura, dettati dalla fondamentale noncuranza ed abbandono da parte dei suoi genitori nel corso della sua crescita, che portano Elena ad essere una ragazza manipolatrice, scaltra e capricciosa. La cosa più strabiliante è che il regista della pellicola, Matteo Rovere, è giovanissimo; ha solo 26 anni eppure ha una maturità incredibile, è riuscito perfettamente a rendere i pensieri dei genitori di oggi, le loro disattenzioni ed i loro conseguenti errori nel crescere dei figli.

- L'esperienza appena avuta nel film di Rovere ti ha fatto nascere la curiosità di cimentarti anche in questo settore?

Amo molto il teatro, anche se non lo conosco tantissimo perché l frequentavo molto di più quando ero piccola. Poi ho smesso questa mia frequentazione perché mi sono concentrata sulla musica, però del teatro mi piace molto il rapporto con il pubblico. Penso che, in caso, quindi, mi dedicherei al teatro piuttosto che al cinema.

- Nell'Aria è contenuta nel tuo ultimo album, L'Aura, una raccolta che contiene il tuo percorso artistico fino ad oggi. All'interno di questa raccolta c'è anche una cover omaggio a De Andrè, Bocca di rosa, eseguita con gli GNU Quartet. De Andrè, quindi, come tuo mito da raggiungere quanto a popolarità e capacità?

Gli amici GNU Quartet hanno organizzato un concerto a Torino per beneficienza, con alcuni artisti che interpretavano canzoni di De Andrè; io sono stata chiamata ad interpretare questa canzone ed ho accettato. De Andrè del resto lo adoro, credo sia stato l'unico che abbia messo sullo stesso piano testi e musica, dando ad entrambi lo stesso valore, e non solo ai testi, come spesso altri cantanti invece fanno. Non lo prendo come esempio come persona però, perché in genere sono restìa a scindere l'artista dalla persona. Se devo prendere dei modelli, li 
scelgo "più sani", come Peter Gabriel, uno molto bravo, molto sano, con un modo di vivere molto positivo, o Franco Battiato, molto spirituale, smi-guru, o ancora Kate Bush o Jonie Mitchell. De André invece viveva male il suo essere benestante, raccontava storie molto delicate e malate, come ad esempio Bocca di Rosa per l'appunto, che, tra l'altro, mi piace molto anche musicalmente. Sui testi però non mi ci rivedo..per fortuna forse, data la tragicità spesso delle storie raccontate...

- Nel 2006 tieni un grande concerto con Ivan Segreto, che sul tuo sito definisci "il più bello". E' ancora così?

Si, assolutamente. Purtroppo il suo live ha avuto un sacco di problemi ultimamente perché ha cambiato agenzie, etc. Quel momento lì è stato l'apice del successo di Irraggiungibile è, inevitabilmente, tutto il pre ed il post concerto, il lavoro dietro le quinte, sono stati molto belli. Senza contare che anche solo l'idea di suonare in un posto in cui senti perfettamente gni suono, è il massimo della vita; per cui, si, quel concerto è stato davvero memorabile.

- Sei da poco uscita con la canzone in duetto con Gianluca Grignani, Vuoi vedere che ti amo. Com'è stato lavorare con lui e com'è nata questa collaborazione?

La collaborazione è nata da una proposta telefonica di Gianluca; ci siamo avvicinati e scambiati idee a livello professionale; è stato un incontro di due artisti che hanno scoperto di avere delle cose da dirsi. Ci siamo aperti molto, confidenzialmente; è stato molto bello, ci siamo trovati amici. Lui è l'opposto di me; io sono eterea, lui molto carnale. Lui è fisico, io mentale. Gianluca poi mi ha detto che non avrebbe mai duettato con nessun altro, per cui o lo faceva con me o niente...e quindi mi sono dovuta piegare alla sua volontà! Mi sono divertita molto, per motivi personali (tra cui la separazione dal suo manager), gli avevo inizialmente detto di no, ma poi lui -per fortuna!- ha insistito e alla fine ce l'ha fatta a convincermi. In genere non collaboro per forza con chiunque; questo duetto con Gianluca è stato possibile fondamentalmente perchè la sua proposta era un bel pezzo ed un bel progetto.

- Sei stata molto tempo negli USA per perfezionare il tuo inglese; cosa ricordi di più di quell'esperienza?

Ricordo tutto con estrema gioia; gli Stati Uniti sono una nazione affascinante, dinamica, incredibile sotto tantissimi punti di vista. Ho molti amici lì, un pezzo della mia vita, non solo ricordi.

- Hai aperto i concerti italiani di Lenny Kravitz, REM, Alanis Morrisette, Bjork e Ben Harper. Il tuo preferito tra questi a livello personale? Ed il tuo preferito per stile musicale?


Ben Harper in entrambi i sensi; aveva una band stupenda, ha fatto un live notevole, anche se purtroppo quel pubblico non è stato molto ricettivo nei suoi confronti, evidentemente un pò troppo chiuso sul blues e sul soul. 
In ogni caso, pubblico a parte, un concerto notevole, con dei musicisti stupendi a livello personale e bravissimi. Anche i REM li ho apprezzati molto, sono estremamente disponibili, anche se il loro è un genere che non ascolto tanto. Tra gli artisti che mi hai elencato, Bjork è quella a cui mi sento più vicina, anche se però non ho un artista di riferimento, ma tanti...fermo restando che non concepisco il voler essere come qualcun altro, perchè anche se uno ci riuscisse, ne sarebbe empre la brutta copia. Finora, per fortuna, non ho fatto compromessi nella mia musica, non ho mai subito pressioni dalla mia casa discografica, evitando così, forse, di essere una brutta copia di qualcun altro!

- Intervista pubblicata su LineaMusica.it il 28.01.2009-

Nessun commento: