18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



31 gennaio 2009

L'omaggio a Ionesco del Teatro Belli

Nel centenario della sua nascita, la Compagnia Teatro Instabile ed il Teatro Belli hanno deciso di festeggiare Eugène Ionesco con lo spettacolo La cantatrice calva...e..., con la regia di Gianni Leonetti.
Come facilmente desumibile dal titolo, lo spettacolo -in scena al Teatro Belli dal 3 all'8 febbraio- riprende l'allestimento della prima -e tra le più famose- opera teatrale dell'autore rumeno. Ma non solo; la congiunzione e i puntini di sospensione nel titolo, infatti, implicano anche un viaggio attraverso la drammaturgia di Ionesco, con brani tratti da opere quali Delirio a due, Il re muore, Il quadro, Il salone dell'automobile e Le sedie, tra le altre.
Un inno alla stupidità umana. Così si presenta La cantatrice calva, una feroce e stravagante ironia sull'iperconformismo ed il livellamento dell'individuo; rappresentata per la prima volta nel 1950 al Théatre des Noctambules con pochissimo favore del pubblico, La cantatrice calva fu invece un'opera che attirò l'attenzione di diversi critici e letterari per la presenza di parole totalmente disarticolate, di una follia dell'espressione verbale, specchio dell'alterazione della normalità.
Erano gli albori del cosiddetto teatro dell'assurdo, e lo stesso Ionesco definì questa pièce un'anticommedia; su quella scìa compose anche le sue opere successive, riprese dalla Compagnia Teatro Instabile in questo suo omaggio, patrocinato dalla Presidenza della Regione Lazio e dall'Ambasciata di Francia.
Trait d'union del viaggio nel mondo della drammaturgia di Ionesco, dunque, alcune tematiche principali, quali la solitudine e l'incomprensione, la frantumazione del linguaggio e l'incomunicabilità tra gli individui.
Infine, il 3, prima dello spettacolo, verrà proiettata in esclusiva l'intervista video Ionesco, il sorriso dell'angelo ribelle, di Donatella Baglivo.

Dal 3 all'8 febbraio
La cantatrice calva...e...
Compagnia Teatro Instabile
Teatro Belli
Piazza S. Apollonia, 11/a
Dal martedi al sabato, ore 21.00; domenica ore 17.30
Biglietti: 18 € intero, 13 € ridotto
Infoline: 06.5894875

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 30.01-06.02.2009-

L'Orchestra Sinfonica di Roma all'Auditorium della Conciliazione

Un programma di prestigio quello che l'Orchestra Sinfonica di Roma, diretta da Francesco La Vecchia, presenta al pubblico dell'Auditorium Conciliazione l'1 ed il 2 febbraio: il Carnevale Romano di Berlioz, il Concerto Gregoriano per violino ed orchestra di Respighi ed, infine, l'Aus Italien di R. Strauss.
Al brano di Berlioz -frutto del virtuosismo romantico della metà dell'800-, il Maestro La Vecchia è particolarmente affezionato (è infatti sempre presente nei suoi programmi concertistici), forse, oltre che per il suo implicito omaggio a Roma, anche per la nascita "curiosa"; l'Ouverture, infatti, fu composta per salvare un frammento della poco apprezzata opera Benvenuto Cellini, a dispetto della quale ebbe invece un grande successo.
Roma fu anche in parte ispiratrice di Richard Strauss, che, dopo un suo viaggio per l'Italia, compose l'Aus Italien, dedicata al suo mentore, Hans von Bulow, e ribattezzata Sinfonia Fantastica. Quest'opera fu un tale successo che fece da battistrada ai grandi poemi sinfonici di Strauss, precedendo immediatamente il più noto Don Giovanni.
Il Concerto Gregoriano di Respighi, infine, è oggetto di vanto per l'Orchestra, chiamata ad incidere dall'etichetta olandese Brilliant l'opera omnia del compositore bolognese, che dovrebbe uscire tra un paio d'anni.
L'opera nasce dall'approfondita conoscenza del canto gregoriano da parte del compositore, in linea del resto con il generale e riscoperto amore per l'antico da parte delle arti di inizio XX secolo.
Per la sua esecuzione, in aggiunta all'Orchestra, Marco Fiorini, storico primo violino solista dell'Accademia di Santa Cecilia (lo è stato dal 1996 al 2006).

1 e 2 febbraio
Orchestra Sinfonica di Roma
Francesco La Vecchia, direttore
Marco Fiorini, violino
Musiche di Berlioz, Respighi e Strauss
Auditorium Conciliazione
Via della Conciliazione, 4
Domenica ore 17.30, lunedi ore 20.30
Biglietti: 15 € intero, 7 € ridotto
Infoline: 06.68439457

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 30.01-06.02.2009-

Il teatro magico dei Mummenschanz

Dal 3 all'8 febbraio un gradito ritorno sul palco del Teatro Olimpico: quello dei Mummenschanz, compagnia svizzera di teatro visivo tra le più famose al mondo. 
Bisogna ringraziare l'Accademia Filarmonica Romana se di potrà assistere allo spettacolo 3 x 11, una retrospettiva dei 33 anni di successo della compagnia, messo in scena per la prima volta nel 2006 al Teatro di Sidney e da allora portato in tournèe nel mondo con successo strepitoso.
Fondata nel 1972 da Bernie Schurch, Andres Bossard e Floriana Frassetto, i Mummenschanz (fusione delle parole "mummen" -maschera del Medioevo indossata da chi giocava a carte o a dadi per soldi-, e "schanz" -sorte-) si caratterizzano per lo stile particolarissimo: unendo senso del divertimento ed immaginazione, hanno infatti creato un linguaggio teatrale non verbale, 
trascendente dalle normali barriere culturali e linguistiche. Il loro è un teatro di movimento, in cui oggetti che dalla nostra società sono stati depauperati nel valore (sacchetti dilatati, bidoni, stralci di stoffa, pezzi di cartone o gommapiuma), incarnano invece sul palco, attraverso il loro modellamento e movimento, fantasmagorici essere animati che riescono a dialogare, pur senza parlare, con il pubblico.
Dopo la morte nel 1992 di Bossard, i Mummenschanz hanno creato una fondazione omonima con l'apporto di alcuni amici, dando vita a nuovi spettacoli e coinvolgendo altri attori; da allora, i Mummenschanz sono diventati una formazione di quattro artisti, essendosi aggiunti alla originale Raffaella Mattioli e Pietro Montandon (da gennaio 2008).
Con questa nuova veste, dunque, e con l'apporto tecnico di Ueli Riegg, si presentano al pubblico romano, certi di creare, ancora una volta, una magia irresistibile; davanti alle loro esibizioni, infatti, si può rimanere perplessi, stupiti, sbalorditi o divertiti.
In ogni caso, si resta ammaliati.

Dal 3 all'8 febbraio
3 x 11
Mummenschanz
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabricano, 17
Fino al 6 febbraio, ore 21.00; il 7 febbraio ore 17.30 e 21.00; l'8 febbraio ore 17.30
Biglietti: da 25 € a 32 €
Infoline: 06.3265991

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 30.01-06.02.2009-

30 gennaio 2009

Selvaggia-mente...Classica!

Il Beethoven di Anderzewski

Torna all'Auditorium il 30 gennaio, per la Stagione da Camera, il giovane pianista polacco -naturalizzato francese- Piotr Anderszewski, con un programma da solista che lo vede interorete di musiche di Bach, Janacek e della Sonata n. 31, opera 110, di Beethoven, la penultima che compose il grande Maestro.
Scritta nel 1821, questa Sonata curiosamente non è dedicata a nessuno, cosa che ha fatto dedurre che il genio tedesco l'abbia voluta dedicare semplicemente a se stesso. Suddivisa in tre movimenti, l'Opera 110 è molto intima, delicata, ricca di sonorità complesse, specie nel terzo tempo, l'Adagio, ma non troppo. Con essa chiuderà il concerto che attraverserà, dunque, quasi quattro secoli della storia della musica mittleuropea per pianoforte.
Anderszewski, collaboratore delle orchestre più importanti al mondo, quali ad esempio la Berliner Philarmonic, la Boston, la Chicago e la London Symphony Orchestra tra le altre, è un pianista dal tocco intenso ed originale, che rende le sue interpretazioni piccoli gioielli; una tecnica superlativa, sposata con una capacità interpretativa notevole, lo ha del resto premiato diverse volte, facendogli inoltre vincere, nel 2002, il Gilmore Award, assegnato ogni 4 anni a pianisti di eccezionale talento dall'omonima fondazione.

30 gennaio
Piotr Anderszewski, pianoforte solista
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Via P. de Coubertin, 34
Ore 20.30
Biglietti: dai 18 € ai 33 €
Infoline: 06.8082058

Il venerdi al Santa Chiara

Dalla metà di gennaio -e fino alla metà di maggio- è tornato l'appuntamento con I venerdi al Santa Chiara, la manifestazione gratuita di musica, teatro e danza, ospitata nell'Auditorium Santa Chiara e giunta alla sua nona edizione.
In programma per il 30 gennaio il concerto del Trio Pro arte et musica, composta da Marcella Crudeli al pianoforte, da Santi Interdonato al violino e da Francesco Mariozzi al violoncello.
Il Trio eseguirà musiche di Beethoven (il Trio op. 1 n. 3 in do minore), Mendelssohn-Bartholdy (il Trio op. 49 n. 1 in re minore) ed Haydn (il Trio in sol minore H. 1). Se quest'ultimo si caratterizza per l'assenza di veri parti solistiche degli strumenti pur nel magistrale sfruttamento delle capacità di ognuno di essi, in quello di Beethoven l'allegria, la drammaticità e l'energia agitata si fondono in un unicum di rara bellezza ed, infine, l'opera di Mendelssohn-Bartholdy affascina per la bellezza intrinseca dettata dal tema iniziale del violoncello.

30 gennaio
I venerdì al Santa Chiara: il Trio Pro arte et musica in concerto
Auditorium Santa Chiara
Via Caterina Troiani, 90
Ore 21.30
Ingresso gratuito
Infoline: 06.69612622

-Pezzo uscito su RomaWeek del 30.01-06.02.2009-

Il dolore perfetto di Remondi e Caporossi

Dal fertile duo Remondi- Caporossi, dal 3 all'8 febbraio è di scena, al Teatro India, Dolore Perfetto, con Ettore Melani, Alessandra Guazzini, Vincenzo Preziosa, Armando Sanna, Davide Savignano, Pasquale Scalzi ed Alessia Spinelli, oltre, naturalmente, allo stesso Remondi.
Piccole e grandi storie costituiscono il dialogo tra personaggi condannati ad una solitudine senza riscatto, che li ha portati a subire la vita, soccombendo al codice squallido ed inquieto di una società senza ideali.
Il luogo di questi incontri è simile ad una discarica, perfetto nascondiglio metropolitano dell'angustia dei protagonisti, resi folli dai desideri infranti, dalle "cose che nessuno sa", ma che a loro sono così evidenti. Uno Sconosciuto, infine, approfitta delle loro debolezze per deridere le vite modeste di questi individui, per prendersi gioco delle loro colpe e delle illusioni degli uomini, in un mondo in cui la violenza, l'indifferenza e la mancanza di codici etici e sociali hanno reso possibile l'esistenza di persone come loro, sostanzialmente invisibili.
Uno spettacolo scandito dalla frammentazione e dalla lentezza delle parole, come a sottolineare le difficoltà di espressione dei pensieri da parte delle persone, causate da un ritmo sociale frenetico al punto tale da render impossibile rispettare il proprio ritmo interiore; è quest'ultimo, dunque, che vuol essere messo in evidenza, dando respiro alle visioni drammatiche ed umoristiche di chi ha pagato sulla propria pelle l'annichilimento dell'individuo.

Dolore perfetto
Dal 3 all'8 febbraio
Teatro India
Lungotevere dei Papareschi, 1
Ore 20.30, domenica ore 18.00
Biglietti: posto unico, 15 € intero, 12 € ridotto
Infoline: 06. 68400311

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 30.01-06.02.2009-

Un pianoforte e una kora: con Einaudi e Sissoko è solo magia

C'era un volta. E la zucca si trasformò in carrozza. Ma quella è un'altra favola.
C'era una volta. E la zucca si trasformò in magia. E' la favola che questa sera Ballaké Sissoko e Ludovico Einaudi hanno raccontato al Teatro Olimpico col loro Diario Mali.
Tutto ciò che si doveva fare, una volta seduti e spente le luci, era solo chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle note della kora e del piano, per poter così viaggiare per immense distese desertiche e grandi foreste, osservando come un'aquila dall'alto del cielo l'immensa distesa sottostante.
Ascoltare il rumore dell'acqua e lo strepitìo del fuoco. Ammirare le foglie muoversi baciate dal vento e respirare l'odore del legno. Guardare un branco di giraffe intente a scaldarsi le macchie al sole, e percepire il rumore della sabbia che scivola sulle rocce.
Tutto questo è accaduto durante il concerto; è stato possibile andare in luoghi lontani ed accoglienti, selvaggi e calmi, forti e dolci.
I tasti del pianoforte hanno tessuto con le corde della kora un tappeto accogliente, dai colori caldi, su cui ci si è ritrovati adagiati come fosse stato il proprio habitat naturale.
In parte brani del Mali, in parte appositamente composti, la sensazione più incredibile nell'ascoltare le note di questi artisti è stata la calma, surreale quasi, improvvisa ed inaspettata, che è scesa sui sensi del pubblico.
Una consapevolezza di benessere ed armonia, dettata da quel contrapporsi e rincorrersi delle note del piano con i trilli della kora.
Quasi un odore di incenso nelle narici e il tepore del sole sulla pelle.
Bravissimi entrambi, maliardici plasmatori di quelli che all'apparenza sono solo due strumenti, ma che in realtà sono lo sfogo dell'anima. Un incipit ed un centro con due assoli, il primo di Ballaké Sissoko, il secondo di Einaudi.
Il finale poi di nuovo insieme -con un acclamatissimo bis- l'un strumento compenetrato nell'altro, i tasti del piano scandagliando le ventuno corde della kora, che sembra essere in realtà mandolino, chitarra, arpa e banjo insieme.
La bellezza e la dolcezza delle loro interpretazioni è quasi indescrivibile; ha parlato la loro anima, tra tormenti, rincorse, ristori, malinconie, amori e gioie.
E' stata questa la loro magia: un brivido lungo la schiena, una lacrima che si asciuga, un viaggio fuori e dentro di sè.
E quando si sono riaccese le luci si è dovuto semplicemente scrollarsi i granelli sabbia dalle scarpe e riaggiustarsi i capelli, scompigliati dal vento.

29 gennaio 2009

Nell'aria di L'Aura

- Hai partecipato al Festival del Cinema di Roma, alla presentazione del film Un gioco da ragazze, di Matteo Rovere, dato che nella sua colonna sonora c'è un tuo brano, Nell'aria. E' nata a sé stante questa canzone o l'hai appositamente scritta per il film?

La parte della strofa era già stata scritta da Andrea Farri, poi ci siamo ritrovati per creare una musica su quella strofa. E' una canzone in cui mi ritrovo molto, perché è molto simile a me, alle mie parole; in questo caso, l'aver avuto chi mettesse dei paletti alla mia creatività è stato quanto mai provvidenziale, altrimenti proprio per quella estrema somiglianza avrei rischiato di fare molti voli pindarici!

- In Un gioco da ragazze hai anche avuto una piccola parte, in cui canti un brano di Claudio Coccoluto durante una scena in discoteca. Com'è stato cantare per un film?

In realtà non ho avuto proprio una piccola parte...nel film c'è un video, in cui io sono la protagonista del gruppo che suona in quel momento. In ogni caso, la mia presenza nel video è imparziale, sembro quasi un fantasma, una quinta protagonista del 
gruppo, come a voler essere in quel momento Elena (la protagonista del film) in un suo momento di silenzio. Il video, infatti, è ambientato nel post di una festa con molti eccessi; la mia lei si muove in questo ambiente apocalittico. Del resto, la vita stessa di Elena è un pò così, piena di contraddizioni, sbandi, eccessi di varia natura, dettati dalla fondamentale noncuranza ed abbandono da parte dei suoi genitori nel corso della sua crescita, che portano Elena ad essere una ragazza manipolatrice, scaltra e capricciosa. La cosa più strabiliante è che il regista della pellicola, Matteo Rovere, è giovanissimo; ha solo 26 anni eppure ha una maturità incredibile, è riuscito perfettamente a rendere i pensieri dei genitori di oggi, le loro disattenzioni ed i loro conseguenti errori nel crescere dei figli.

- L'esperienza appena avuta nel film di Rovere ti ha fatto nascere la curiosità di cimentarti anche in questo settore?

Amo molto il teatro, anche se non lo conosco tantissimo perché l frequentavo molto di più quando ero piccola. Poi ho smesso questa mia frequentazione perché mi sono concentrata sulla musica, però del teatro mi piace molto il rapporto con il pubblico. Penso che, in caso, quindi, mi dedicherei al teatro piuttosto che al cinema.

- Nell'Aria è contenuta nel tuo ultimo album, L'Aura, una raccolta che contiene il tuo percorso artistico fino ad oggi. All'interno di questa raccolta c'è anche una cover omaggio a De Andrè, Bocca di rosa, eseguita con gli GNU Quartet. De Andrè, quindi, come tuo mito da raggiungere quanto a popolarità e capacità?

Gli amici GNU Quartet hanno organizzato un concerto a Torino per beneficienza, con alcuni artisti che interpretavano canzoni di De Andrè; io sono stata chiamata ad interpretare questa canzone ed ho accettato. De Andrè del resto lo adoro, credo sia stato l'unico che abbia messo sullo stesso piano testi e musica, dando ad entrambi lo stesso valore, e non solo ai testi, come spesso altri cantanti invece fanno. Non lo prendo come esempio come persona però, perché in genere sono restìa a scindere l'artista dalla persona. Se devo prendere dei modelli, li 
scelgo "più sani", come Peter Gabriel, uno molto bravo, molto sano, con un modo di vivere molto positivo, o Franco Battiato, molto spirituale, smi-guru, o ancora Kate Bush o Jonie Mitchell. De André invece viveva male il suo essere benestante, raccontava storie molto delicate e malate, come ad esempio Bocca di Rosa per l'appunto, che, tra l'altro, mi piace molto anche musicalmente. Sui testi però non mi ci rivedo..per fortuna forse, data la tragicità spesso delle storie raccontate...

- Nel 2006 tieni un grande concerto con Ivan Segreto, che sul tuo sito definisci "il più bello". E' ancora così?

Si, assolutamente. Purtroppo il suo live ha avuto un sacco di problemi ultimamente perché ha cambiato agenzie, etc. Quel momento lì è stato l'apice del successo di Irraggiungibile è, inevitabilmente, tutto il pre ed il post concerto, il lavoro dietro le quinte, sono stati molto belli. Senza contare che anche solo l'idea di suonare in un posto in cui senti perfettamente gni suono, è il massimo della vita; per cui, si, quel concerto è stato davvero memorabile.

- Sei da poco uscita con la canzone in duetto con Gianluca Grignani, Vuoi vedere che ti amo. Com'è stato lavorare con lui e com'è nata questa collaborazione?

La collaborazione è nata da una proposta telefonica di Gianluca; ci siamo avvicinati e scambiati idee a livello professionale; è stato un incontro di due artisti che hanno scoperto di avere delle cose da dirsi. Ci siamo aperti molto, confidenzialmente; è stato molto bello, ci siamo trovati amici. Lui è l'opposto di me; io sono eterea, lui molto carnale. Lui è fisico, io mentale. Gianluca poi mi ha detto che non avrebbe mai duettato con nessun altro, per cui o lo faceva con me o niente...e quindi mi sono dovuta piegare alla sua volontà! Mi sono divertita molto, per motivi personali (tra cui la separazione dal suo manager), gli avevo inizialmente detto di no, ma poi lui -per fortuna!- ha insistito e alla fine ce l'ha fatta a convincermi. In genere non collaboro per forza con chiunque; questo duetto con Gianluca è stato possibile fondamentalmente perchè la sua proposta era un bel pezzo ed un bel progetto.

- Sei stata molto tempo negli USA per perfezionare il tuo inglese; cosa ricordi di più di quell'esperienza?

Ricordo tutto con estrema gioia; gli Stati Uniti sono una nazione affascinante, dinamica, incredibile sotto tantissimi punti di vista. Ho molti amici lì, un pezzo della mia vita, non solo ricordi.

- Hai aperto i concerti italiani di Lenny Kravitz, REM, Alanis Morrisette, Bjork e Ben Harper. Il tuo preferito tra questi a livello personale? Ed il tuo preferito per stile musicale?


Ben Harper in entrambi i sensi; aveva una band stupenda, ha fatto un live notevole, anche se purtroppo quel pubblico non è stato molto ricettivo nei suoi confronti, evidentemente un pò troppo chiuso sul blues e sul soul. 
In ogni caso, pubblico a parte, un concerto notevole, con dei musicisti stupendi a livello personale e bravissimi. Anche i REM li ho apprezzati molto, sono estremamente disponibili, anche se il loro è un genere che non ascolto tanto. Tra gli artisti che mi hai elencato, Bjork è quella a cui mi sento più vicina, anche se però non ho un artista di riferimento, ma tanti...fermo restando che non concepisco il voler essere come qualcun altro, perchè anche se uno ci riuscisse, ne sarebbe empre la brutta copia. Finora, per fortuna, non ho fatto compromessi nella mia musica, non ho mai subito pressioni dalla mia casa discografica, evitando così, forse, di essere una brutta copia di qualcun altro!

- Intervista pubblicata su LineaMusica.it il 28.01.2009-

23 gennaio 2009

Uno scambio di emozioni con Diario Mali

Il pianoforte e la kora, l'Italia ed il Mali, il blues, i ritmi tribali e quelli caraibici.

E' Diario Mali, il concerto che Ludovico Einaudi e Ballaké Sissoko propongono per l'Accademia Filarmonica Romana il 29 gennaio presso il Teatro Olimpico.
A dare il nome al concerto, un cd uscito nel 2007 nato dall'incontro di qualche anno prima, al festival di Villa Arconati 2002, tra questi due virtuosi artisti; Diario Mali è infatti un viaggio attraverso i ritmi e le culture della musica, compiuto da due persone che pur parlando lingue diverse, sono riuscite a scambiarsi il proprio mondo attraverso le note dei loro strumenti.
Se Einaudi è da tempo apprezzato internazionalmente come compositore e pianista, Ballakè Sissoko dal canto suo è uno dei più grandi suonatori di kora, uno strumento a 21 corde ricavato da una grande zucca, tipico del Mali e del Centroafrica. Risultato del loro incontro sono una serie di improvvisazioni parziali in cui l'uno suona empaticamente con l'altro, per generare ricordi piacevoli, sulla scia di un incontro che, indubbiamente, ha segnato entrambi; non solo infatti i due artisti hanno collaborato diverse volte da quel primo contatto, ma lo stesso Einaudi è stato "infettato" dal mal d'Africa al punto tale da aver dedicato diversi suoi brani alla commistione con le sonorità africane (un esempio su tutti è il suo disco I giorni, ispirato proprio da un suo viaggio in quelle terre).
Sul fondo dunque dell'antica tradizione maliana, si intrecciano i fili di una narrazione senza tempo, in cui le armonie rinascimentali si fondono con i virtuosismi blues, in cui le corde della kora diventano quelle del pianoforte e niente è più evidente di uno scambio di emozioni.

29 gennaio
Diario Mali: Ludovico Einaudi e Ballaké Sissoko
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Ore 21.00
Biglietti: dai 30 € ai 40 €
Infoline: 06.3265991

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 23-30.01.2009-

Col Ballet de Cuba si balla la cultura di una grande isola

Dal 27 gennaio al 1 febbraio è in scena, al Teatro Italia, Cuba the musical, nuovo e straordinario spettacolo della compagnia Ballet de Cuba.
Quest'ultima, composta da versatili ballerini e musicisti provenienti dalla Escuela Nacional de Arte de la Habana, dal Conjunto Folkloriko Nacional e dalla Escuela de Danza Nacional de la Habana, si esibirà con le musiche suonate dal vivo dall'Orchestra di Raul Grana, leggendario gruppo della Havana, fondato quarant'anni fa da appassionati di musica tradizionale cubana.
Protagonista dello spettacolo è non solo la musica, né solo la danza di quest'isola caraibica, bensì l'intera cultura cubana, frutto di contaminazioni di popoli e tradizioni sin dal 1600; folklore haitiano dunque, ma anche danze della tradizione Yoruba, i tamburi e le percussioni d'Africa, le chitarre dei ritmi spagnoli, i bongos, la marimbula e il flauta de garrocho.
Dalla fusione con esse, inoltre, le danze che si sono create, come la Samba, il Bolero, il Mambo e il Cha Cha Cha, insieme alla Caringa, il Papalote e il Zapateo, rappresentanti più autentici del folklore cubano dell'entroterra.
A completare il quadro dell'essenza di Cuba, infine, la compagnia -diretta da Delia Maria Barroso Rodriguez- volge uno sguardo anche alla contemporaneità, sia dal punto di vista della musica che da quello della danza: è il nuovo "balle cubano", prodotto dell'alternanza di ritmi latin jazz e dell'autentica salsa cubana.
Originale, dunque, ma anche esauriente, dinamico e coinvolgente è il ritratto di Cuba, un'isola indubbiamente magica, come del resto si rese conto Ernest Hemingway, che deve al suo idillio con essa capolavori come Il vecchio e il mare.

Dal 27 gennaio al 1 febbraio
Cuba the musical
Teatro Italia
Via Bari, 18
Dal martedi al sabato ore 21.00, domenica ore 17.30
Biglietto intero: 23 €
Infoline: 06.44239286

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 23-30.01.2009-

Selvaggia-mente facendo..e..Selvaggiamente Classica!

La Patetica di Cajkovskij all'Auditorium Parco della Musica

Una grande Russia è quella che viene celebrata con i concerti 
del 24,  26 e 27 gennaio presso la sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica: con l'esecuzione della Sinfonia n. 6, detta Patetica, di Cajkovskij, infatti, si conclude il concerto che vedrà protagonista nella prima parte l'Ouverture, i cori e le Danze Polivesiane tratte dal Principe Igor di Borodin.
Eseguite come sempre dall'Orchestra e dal Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, le musiche erano state scelte dal direttore Yuri Temirkanov per celebrare la Grande Madre; tuttavia, per motivi di salute, il Maestro ha dovuto cancellare i suoi prossimi impegni. A sostituirlo sul podio, però, uno dei massimi direttori sulla scena internazionale, Gennadij Rozhdestvensky, fondatore dell'Opera da camera di Mosca, che, renderà certamente le incantevoli ed addolorate pagine de la Patetica con quell'animosità e passione fiammeggiante propria dei russi.

24, 26 e 27 gennaio
Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Gennadij Rozhdestvensky direttore
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Via P. de Coubertin, 34
24 gennaio ore 18.00
26 gennaio ore 21.00
27 gennaio ore 19.30
Biglietti: dai 18 € ai 47 €
Infoline: 06.8082058

Il Quore di Raffaella Giordano

Il 28 gennaio, alle 20.30, al Teatro Palladium, batte il Quore di Raffaella Giordano, coreografa e ballerina che vanta collaborazioni con Pina Bausch e Bernardo Bertolucci.
Il titolo, volontariamente scritto in modo errato, vuole sottolineare la sarcastica imperfezione dell'esistenza, quel battito ritmico della vita generato dall'incalzare irregolare di avvenimenti e sentimenti non sempre gestibili e prevedibili.
Data la sua esperienza con la compagnia Sosta Palmizi, la Giordano è innanzitutto una ballerina, sebbene nel suo percorso artistico abbia contaminato la sua arte con il teatro-danza e con la performance; il risultato dunque è un lavoro in progress, in cui si richiamano oggetti di uso comune, riferimenti iconografici e le geometrie del gesto. E' uno spettacolo sulla danza con la danza, destinato a restare in divenire proprio per l'ingestibilità fondamentale alla base dell'esperienza di vita; con questo spettacolo, nato nel 1999, la Giordano ha ricevuto il Premio UBU.

28 gennaio
Quore. Per un lavoro in divenire
Di e con Raffaella Giordano
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
Ore 20.30
Biglietto unico: 14 €
Infoline: 06.57332768

La danza dedicata a Garcìa Lorca

Il testo di una delle maggiori composizioni del poeta spagnolo Federico Garcìa Lorca ha ispirato la coreografa danzatrice Caterina Genta e Marco Schiavoni a creare uno spettacolo di danza, prosa, musica e video, in cui attori digitali dialogano tra loro. Il risultato è una colonna sonora che viaggia tra testo cantato e parola danzata, Di qui a 5 anni, contenente tutte le tematiche surreali proprie della poetica di Lorca, quali l'attesa come stato esistenziale, le promesse dell'amore e le certezze della morte.
La Genta, attrice-danzatrice-cantante, interpreta  in successione alcuni personaggi del testo, discutendo con altri proiettati sugli schermi ed indagando nella maniera erotico-filosofica propria di Lorca sul destino umano.
Lo spettacolo resterà in scena al Teatro Greco dal 27 gennaio al 1 febbraio.

Dal 27 gennaio al 1 febbraio
Da qui a 5 anni (Garcìa Lorca)
Di e con Caterina genta
Teatro Greco
Via r. Leoncavallo, 10
Tutte le sere ore 21.00, domenica ore 17.30
Infoline: 06. 8607513

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 23-30.01.2009-

10 gennaio 2009

L'omaggio a Fred e Ginger di Raffaele Paganini

Dall'8 all'11 gennaio il Teatro Sistina porta gli spettatori nell'America degli Anni 20, traghettandoli fino agli Anni 40 su navi da oceano cariche di marinai pieni di voglia di vivere e desideri amorosi. Con In the navy, infatti, si sancisce l'inizio di un nuovo tempo, ricco di sorrisi, amori e lustrini; quello stesso tempo che ha visto protagonisti Fred Astaire e Ginger Rogers, a cui è specificatamente dedicata la seconda parte dello spettacolo, rivisitazione di un'epoca narrata da films, musiche e racconti di particolare fascino e popolarità.

Interprete di entrambi i momenti è Raffaele Paganini, camaleontico ballerino e show-man che insieme alla Compagnia Nuova Euroballetto, danzerà dapprima sulle coreografie di Alfonso Paganini e poi su quelle di Luigi Martelletta, con musiche di George Gershwin, Glenn Miller e quelle originali di Marco Melia.
Intento dell'intero spettacolo è ricostruire un momento in cui il sognare nuove mète, nuovi amori e nuove possibilità rispecchiava la prosperità economica degli Stati Uniti, la crescita demografica, la diffusione di altri beni di consumo e la certezza di un'ascesa irresistibile per la Nazione ed il suo popolo.
Un gioco divertente di luci scintillanti, colori ed immagini, dunque, si appoggia alla multivisione scenografica, studiata per rendere appositamente impossibile identificare un'unica Ginger, icona piuttosto di un'epoca, così come il suo partner Fred; intento è far sognare un luogo visto solo attraverso i film, rivivere uno splendore decantato, innamorarsi di una Ginger o di un Fred capaci di ammaliare ballando un tip tap.

Dall'8 all'11 gennaio
In the navy - Omaggio a Fred e Ginger
Teatro Sistina
Via Sistina, 129
Ore 21.00, domenica ore 17.00
Biglietti: dai 29 € ai 44 €
Infoline: 06. 4200711

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 9-16.01.2009-

Selvaggia-mente facendo..

Omaggio all'impresario Diaghilev al Teatro Nazionale

Dal 13 al 18 gennaio, al Teatro Nazionale, va in scena il balletto Diaghilev Musagete, in un nuovo allestimento del Teatro dell'Opera. Protagonista è il corpo di ballo del teatro stesso, che danzerà su coreografie riadattate, fra gli altri, da Carla Fracci, Susanne Della Pietra e Howard Sayette. Con la regia di Beppe Menegatti, questo balletto vede coinvolti anche degli attori, che reciteranno testi di Jean Cocteau, Stravinskij, Coco Chanel, Paula Morand ed altri, raccolti da Cosimo Manicone.
La varietà delle arti e dei contributi a questo balletto si spiega col fatto che Diaghilev era un aristocratico russo che, impresario della compagnia Ballets Russes, commissionò le singole parti dei suoi lavori ai maggiori artisti contemporanei di ciascuna disciplina, riuscendo ad amalgamare armonicamente le diverse eccellenze dell'epoca. Nel ruolo di Diaghilev, Vladimir Vassiliev, che ritorna all'Opera di Roma dopo la sua ultima interpretazione del 2001.

Dal 13 al 18 gennaio
Diaghilev Musagete
Teatro Nazionale
Via del Viminale, 51
Tutte le sere ore 20.30; il 15 ore 17.00, il 17 ore 18.00 ed il 18 ore 16.30
Biglietti: dai 30 € ai 50 €
Infoline: 06.48160255

Ancora High School Musical

Ultimi giorni per andare al Teatro Brancaccio a vedere il musical più gettonato della stagione: High School Musical, portato in scena dalla Compagnia della Rancia, con la storia, le canzoni e le scene del Disney Channel Original Movie più amato dai teenagers.
Sotto la direzione di Saverio Marconi e la regia associata di Federico Bellone, lo spettacolo è la trasposizione teatrale del film che ha sbancato i botteghini statunitensi; le canzoni sono cantate in italiano e in scena vi sono ben 22 giovanissimi interpreti.

Fino all'11 gennaio
High School Musical
Teatro Brancaccio
Via Merulana, 244
Le sere ore 21.00; l'11 gennaio ore 17.00
Biglietti: dai 30 € ai 50 €
Infoline: 06.98264500

-Pezzo pubblicato su RomaWeek del 9-16.01.2009- 

Stand Up; la rivoluzione del gospel con CeCe Rogers

L'hip hop e il gospel che si incontrano e creano un qualcosa di unico; è questa la sfida di CeCe Rogers, che, con altri 40 performers, porta in scena dall'8 all'11 gennaio al Teatro Olimpico lo spettacolo Stand Up! A gospel revolution. Accanto a lui, dunque, anche cantanti e ballerini, italiani e afroamericani, che renderanno questo esperimento qualcosa di unico e di sicuro interesse.
Leggenda della musica house ma avvezzo alle contaminazioni tra musica gospel e Rithm and Blues, cresciuto nell'ambiente gospel newyorkese, CeCe Rogers si è unito per questo spettacolo con due famosissimi coreografi di fama internazionale come David Bellay e Betty Style; l'idea di fondo risiede nell'accostamento tra le acrobazie vocali proprie della musica gospel e quelle fisiche della danza hip hop, a voler creare un pentagramma in cui le voci ed i corpi diventassero note di una medesima composizione armonica.
Il risultato, dunque, sarà adrenalina pura, diretta da Salvatore Vivinetto; un quadro in continuo divenire, al fine di avvicinare due realtà musicali apparentemente inconciliabili quali la black music ed il gospel.
La certezza di assistere ad un evento di grande energia ed allegria deriva del resto proprio dal nome d'arte di Rogers; nato infatti come Kenneth Jesse, divenne CeCe grazie al soprannome datogli da James Brown, che lo vide quando aveva solo 11 anni in una performance in cui imitava Chubby Checker, vale a dire colui che diede vita al twist.
Preparatevi, dunque, ad essere stupiti; Rogers è camaleontico e questo spettacolo non può essere che come il suo ideatore.

Dall'8 all'11 gennaio
Stand Up! A gospel revolution
Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Tutti i giorni ore 21.00; domenica ore 17.00
Biglietti: dai 22 € ai 33 €, con riduzioni per bambini fino ai 12 anni
Infoline: 06.3265991

-Pubblicato su RomaWeek del 9-16.01.2009-