Fiori Malati, e la danza è tutta da bruciare
Si è aperta ieri sera, con ottima accoglienza di pubblico, la rassegna "Danza da bruciare", kermesse di danza contemporanea, presso il Pio Sodalizio dei Piceni in Piazza San Salvatore in Lauro, vicino Via dei Coronari.
Ad aprire la manifestazione, che proseguirà fino all'8 luglio con le dieci compagnie italiane di danza contemporanea più significative, lo spettacolo "Fiori malati" della compagnia Aton Verga, già presentato lo scorso anno nel corso della XV edizione della rassegna di teatro omosessuale Garofano Verde, presso il teatro Belli.
Cinque corpi di donne -tutte a seno nudo, a sottolineare l'eguaglianza con l'uomo-, danzano a terra, piegati su se stessi come feriti, incapaci di alzarsi sotto un rumore che assomiglia a degli spari. O a botte e ferite che nel tempo hanno corroso lo spirito e il corpo di tanti piccoli fiori, abbrutiti da mali quali la pedofilia e le percosse, come poi suggerisce la scena seguente.
Il viaggio di questi corpi-fiori porta ad un susseguirsi di orrori perpetrati con il consenso o il tacito assenso di qualcuno (si fa riferimento, tra gli altri, al silenzio imposto dall'allora cardinale Ratzinger nella vicenda del prete cattolico Oliver O'Grady), identificandoli come cause dell'inaridirsi di fiori che avrebbero dovuto semplicemente sbocciare.
Le allusioni ironiche al mondo pubblicitario e del web (molti i video di youtube che appaiono al lato del palco insieme alla danza) che "sfruttano" l'omosessualità per allargare il target di pubblico sono ben riusciti, anche se altri momenti dello spettacolo rischiano di rendere la condizione omossesuale o lesbica una macchietta di se stessa. Un'uguaglianza violenze infantili-omosessualità è di facile immediatezza, come si necessitasse dover dare a tutti i costi una spiegazione sociologica e traumatica ad una semplice scelta sessuale.
Insieme alla danza, anche versi di Saffo, prima grande poetessa lesbica dell'antichità, e di Charles Baudelaire, i cui "Fiori del male" richiamano un male non ben identificabile; musiche di diversi autori culminano nell'interpretazione di "Dio come ti amo" di Domenico Modugno, eseguita con pathos e suggestione all'interno di una scena di violenza lesbo, una delle più riuscite dello spettacolo, sia per via della recitazione sia perchè non si può ricondurre la violenza tra partner ad un'appartenenza sessuale.
Al termine del "viaggio", un video mostra un individuo passeggiare sulla spiaggia, generando attraverso le proprie orme, germogli di nuovi fiori; anche i protagonisti sul palcoscenico, in abbracci omossessuali od eterosessuali, annaffiandosi a vicenda con brocche piene d'acqua, riportano un necessario sollievo nello spettatore, che può quantomeno augurarsi che aveva ragione De Andrè nel dire che dal letame nascono i fiori.
-Pezzo uscito il 04/07/2007 sul Quotidiano della Sera di Roma-
Nessun commento:
Posta un commento