La storia ci racconta. Fino al 27 maggio all'Ara Pacis
Il Rosso e il nero.
Il colore del sangue e del buio, ma anche della passione e dell'oblìo.
Otto momenti della storia del nostro Paese in cui questi due colori si sono alternati e fusi, tinte forti di uno ieri la cui forza d'impatto sul nostro oggi è stata spesso sottovalutata o negata.
Un'indagine approfondita ma non solo accademica del Novecento italiano, con tavole rotonde, visione di documentari storici e una mostra sulla propaganda politica in Italia dal 1948 al 2001, a dimostrarne la trasformazione in comunicazione politica.
Questi alcuni degli ingredienti della Settimana della Storia, che, da oggi fino al 27 maggio farà dell'Ara Pacis il luogo della memoria storica trasversale.
Realizzata dall'associazione Il tempo e la storia presieduta da Luca Giansanti, la manifestazione parte dalla constatazione che la storia è diventata negli ultimi anni sempre più tema di discussione anche per la gente comune.
Un evento, dunque, il cui impianto assolutamente culturale è evidente; con l'ausilio di quarantacinque professori e studiosi di storia, si vuole proporre al grande pubblico la narrazione di un pezzo del Novecento italiano, innanzitutto attraverso convegni sui punti di svolta della nostra storia, come Caporetto, il fascismo, l'8 settembre, il Sessantotto o il delitto Moro.
I nomi dei relatori sono, inoltre, di tutto rispetto; dalla prima giornata con Lucio D'Angelo ed Antonio Gibelli, domani interverranno Roberto Vivarelli e Giovanni Sabbatucci, Maurizio Degl'Innocenti, Giovanni Aliberti, Galli Della Loggia, Paolo Pombeni e Pier Giorgio Zunino.
Tra gli altri, poi, anche Francesco Perfetti, Marcello Flores, Pietro Scoppola, Francesco Barbagallo, Nicola Tranfaglia e Mario Morcellini.
I documentari messi a disposizione da RAI Educational, inoltre, danno un contributo visivo rilevante, dato il ruolo essenziale di divulgazione avuto finora dalla televisione, mentre di sera la storia viene raccontata al Caffè, dove giornalisti, registi ed esponenti della canzone completano la memoria del passato attraverso le diverse forme d'arte che se ne sono occupate.
Ad entrata libera da Via di Ripetta, la Settimana della Storia vuole essere un momento di sereno ed approfondito confronto con il nostro Novecento, a dimostrazione che quando Montanelli diceva che un popolo che non conosce il proprio passato non può capire granchè del proprio presente, aveva assolutamente ragione.
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