Sara e i suoi vizi. Questa la riflessione che mi ha accompagnato stanotte, in seguito all'ennesima volta in cui, da povera "amica dell'amica", mi son dovuta sorbire 2 ore di chiacchiere inutili con un tipo dal cervello presumibilmente ristretto, che aveva puntato la mia bionda e boccoluta amica.
Mi sono trovata a svolgere un lavoro inaspettatamente arduo: inizialmente quello di far capire ad un misogino di tal specie che l'essere bionda non equivale necessariamente a desiderare solo diamanti. In seconda istanza, dato che l'attrezzo in questione pensava stessi facendo semplicemente degli elogi immaginari alla mia amica (in base ovviamente al precetto che se sei gnocca non puoi avere anche la testa e che al massimo tenti di far vedere di averla, sebbene in realtà non la possiedi affatto), ho puntato sullo sciorinamento dei vizi di Sara, augurandomi che, per toglierle di dosso questo troglodita del Terzo Millennio, sarei riuscita a smontare le sue mire di conquista svelando qualche suo vizietto, magari leggermente amplificato per raggiungere più facilmente il mio obiettivo. L'importante era, infatti, liberarla da questo rozzissimo bipede.
Tabagista dissoluta, dedita al bere e al mangiare, senza alcun freno inbitorio davanti ad una porzione di pasta ai funghi piuttosto che di pesce. Qui, tuttavia, ho sottovalutato la facoltà onirica del soggetto che avevo davanti; è, infatti, noto ai più -lui compreso- il trinomio Bacco, Tabacco e Venere, il che gli ha evidentemente fatto immaginare una lascivia irrefrenata della mia amica.
Per cercare di riparare la situazione, quindi, ho sottolineato come la voglia di Sara di smettere di fumare sia paragonabile a quella di Zeno, con conseguente puzza di fumo in ogni angolo della sua casa, della macchina o sui vestiti. Sorprendentemente, a questo punto il novello Casanova ha tirato fuori dal cilindro una reminiscenza scolastica a proposito delle sigarette; Freud, infatti, ha sottolineato una equivalenza simbolica tra la sigaretta ed il fallo, causando di conseguenza in lui l'arriciamento dei capelli ben scolpiti dal gel e lo sfregamento compulsivo delle mani.
Sono tornata, quindi, all'elogio delle sue virtù, nella speranza che capisse che una donna intelligente è molto più pericolosa di una stupida; gli ho parlato delle sue"letture pesantissime"e dell'amore per la musica classica. Quando mi ha risposto di non capirne di letteratura dato che non legge e di adorare anche lui la musica classica per la sua insita capacità soporifera, ho capito che sarebbe stato davvero un osso duro e che dovevo assolutamente escogitare qualcos'altro.
Come se non bastasse, Sara torna amabilmente al tavolo, sfoderando un sorriso perfetto e presentadosi allo sconosciuto, ben contenta di vedermi indaffarata da un pò di tempo a parlar fitto fitto con lui. Risultato: Sara ha iniziato a fare i miei di elogi, esaltando i miei pregi come solo chi ti vuole bene sa fare senza risultare ruffiano. All'ascolto di un brano che adora, si è quindi gettata in pista, facendo voluttuosamente ondulare quel gonnelino striminzito e tutto colorato, perfettamente visibile anche da lontano.
A questo punto, l'apoteosi: il soggetto di cui sopra, ben felice di notare la sensibilità e le doti ballerine della mia amica, ha iniziato a chiedermi come fare per conquistarla, i suoi gusti e le sue passioni.
Fatto tesoro del precedente scambio di battute sulla musica classica, ho deciso di proseguire nell'elenco dei vizi, sottolineando come la sua indecisione rasentasse la petulanza, come il suo finto parlare forbito fosse in realtà alternato -nei momenti di intimità o confidenza- ad un linguaggio misto tra il romano, l'italiano ed il calabrese (i suoi genitori sono infatti del Sud), causando spesso una impossibilità di comunicazione con lei.
Ho poi proseguito nel citare le sue innumerevoli manie: comprare scarpe di qualsiasi tipo e modello, ma non prima di aver girato milioni di negozi, aver chiesto consiglio a tutte le commesse e le amiche al suo seguito e magari aver deciso di tornare al primo posto in cui la sua attenzione si era posata.
Augurandomi che anche lui appartenesse alla schiera di uomini che odiano andare a fare shopping con le proprie compagne, ho quindi esagerato le manie spenderecce di Sara, delineando sostanzialmente un lato psicotico notevole, che la porta, tanto nei momenti di gioia quanto in quelli di nervosismo, a prosciugare letteralmente il fondo in banca per acquistare qualcosa che il più delle volte termina direttamente nell'ultimo cassetto dell'armadio.
La sua mania di ascoltare sempre a tutto volume la musica, anche di prima mattina, speravo avesse il giusto effetto su uno che a quanto mi sembrava soffrisse di narcolessia; anche questo tentativo, però, si è rivelato inutile, dato che il suo animo punkettaro ha goduto alla sola idea di poter suonare alle 4 di notte la sua amata chitarra acustica. Proseguendo nell'ambito delle manie, ho svelato come Sara ami leggere prima di andare a dormire, anche una pagina, ma rigorosamente tutte le sere, per poi dedicarsi a chiacchiere interminabili con chi condivide il suo letto. Qui, come per la musica classica, il sapere che una voce che parla ininterrottamente prima di addormentarsi ha effetto soporifero e calmante mi ha spiazzato quasi del tutto.
Ho deciso allora di mentire spudoratamente, puntando sull'unica cosa che un uomo non potrebbe mai tollerare appartenga alla sua donna: l'essere fallofobica. Sara che si sbaciucchiava in pista con il suo ragazzo, però, mi ha smentito in pieno, gettandomi definitivamente nella disperazione ed invogliando invece il mio compagno di tavolo a capire se eventualmente lei fosse fallofobica solo con il tizio in questione, data la mia recente affermazione.
Saltuariamente iraconda, intollerante, sicura di sè anche se profondamente fragile; lussuriosa, a volte accidiosa e sicuramente rompiscatole quando ha la luna storta. Tuttavia, il bellimbusto era ancora lì interessato sempre di più a Sara, finchè, è avvenuto il miracolo: presa dalla sindrome di Dirty Dancing, nell'effettuare un volteggiamento, la mia amica cade rovinosamente a terra, mostrando a tutti le vecchie mutande della nonna. Oltre ad essere fondamentalmente un'imbranata, l'assenza di fili interdentali al posto delle mutande -per di più con tanto di orsetti ballerini disegnati- l'ha punita per le sue manie di protagonismo.
Perchè, in fondo, per essere una gnocca, devi anche potertelo permettere a tutto tondo.
-Pezzo uscito il 13/01/2007 su www.imgpress.it