18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



13 marzo 2007

Il "fattore stronzo"

Che gli uomini ai posti di comando in un ufficio siano spesso frustrati individui, dediti solamente alla carriera con nascoste velleità da Casanova è risaputo.
Che disgraziatamente una donna -il più delle volte corrispondente alla tipologia di zitella acida, cliente abituale di sexy shop ed amante della festa dell'8 marzo- sia ai vertici delle responsabilità è cosa abbastanza comune.
Ma Robert Sutton, novello supereroe dell'impiegato, non riesce a rassegnarsi all'idea che i moderni cloni del ragionier Fantozzi siano costretti a vedere filmati motivazionali e a farsi week-end coi colleghi in un agriturismo per rinsaldare l'armonia del team invece di starsene tranquillamente spaparanzati in poltrona. Magari perchè ritiene che la noia è un grande vantaggio: ha sempre qualcosa da dirti. Insomma, non arriva mai per caso. L'importante è capire quando e con chi ti annoi.
Sutton proprio non riesce a far tacere quel grido che gli opprime l'ugola: "il capo è uno stronzo!".
Sceso dalla cattedra di Stanford, questo professore ha non solo recentemente pubblicato uno studio in cui analizza il "fattore stronzo", ma anche creato un sito internet, dove le vittime di capi-tiranni (ed il più delle volte anche imbecilli) possono lasciare la loro esperienza traumatica.
La pubblicazione di questo studio, tuttavia, non è cosa originale, dato che in passato molti sono stati i manuali e prontuari per la difesa contro il capo malefico.
Ovviamente, con tanto di regole da seguire per evitare di soccombere alle più svariate tirannie dei superiori.
Negli USA, addirittura, un sito internet, My Bad Boss Contest, ha inaugurato una competizione per eleggere il peggior capo negli uffici; tale competizione è basata sui racconti dei dipendenti-martiri, da inviare con un massimo rigoroso di 250 parole a pezzo. Premio della gara, una vacanza relax, vinta lo scorso agosto da un tizio che si è visto togliere dalla busta paga 100 dollori dal suo capo; il suo simpatico Zio Paperone, infatti, si è trovato costretto a ridurre l'onorario del suo staff poichè in un solo giorno -tale 11 settembre 2001- tutti gli appuntamenti del suo studio dentistico furono contemporaneamente annullati, con grave danno per la propria attività.
Tornando a Stanford, di preziosa utilità è stata la sua netta distinzione tra "stronzi saltuari" e "stronzi ufficiali"; a seconda di chi si ha per superiore, infatti, il professore consiglia solidarietà e collaborazione con i colleghi egualmente esasperati, lo sviluppo della capacità di distacco emotivo dalle situazioni di mobbing o il ricorrere dallo psicologo.
Non dimenticando, però, chi sta dall'altra parte della barricata, l'esimio professore consiglia anche ai quadri dirigenti di incalanare la propria cultura d'impresa verso una "gestione efficace della stronzaggine"; eh, già, perchè mica uno ci nasce stronzo...sono le esperienze della vita che ti ci fanno diventare. Della serie: se non hai niente da fare non sforzarti di inventare qualcosa. Rischi solo di peggiorare la situazione.
Parole davvero molto sagge e d'ausilio al popolo dei bistrattati dai capo uffici idioti, se non fosse che i manuali di provenienza statunitense trascurano una serie di fattori che impediscono la generalizzazione dei metodi risolutivi anche al caso italiano.
Per l'Italia, infatti, bisognerebbe fare un discorso a sè stante, tenendo bene presenti alcuni punti:
1) In genere, in una azienda italiana, il capo è il padrone della bottega; nel caso non lo sia, è tuttavia sicuramente un parente prossimo o acquisito del Grande Capo.
Mandarlo a quel paese organizzando proteste di fantozziana memoria, porterebbe, dunque, solamente all'immediato stato di cassintegrato;
2) Nel caso in cui il proprio capo sia una donna -e non si sia stati ancora molestati sessualmente da lei in alcun modo-, si deve riconoscere che -al di là della possibile frigidità della donna-capo, causata dalla venuta degli attributi maschili per un adeguato ricoprimento del ruolo di donnaboss nel XXI secolo-probabilmente la capa non starà a sentire il dipendente frustrato, tutta impegnata ad impartire ordini alla segretaria bruttina ed occhialuta e a dettare al telefono al personal shopper la sua taglia esatta;
3) Spesso e volentieri i dipendenti italiani si lamentano del proprio capo perchè a causa sua non è stata istallato nel corridoio più vicino un distributore di cibo adeguato ai crampi allo stomaco del zelante lavoratore; come la scienza insegna, del resto, il cervello per funzionare bene necessita di zuccheri. Dato che le mense, però, sono spesso colme di simil cibi rigorosamente modificati, il distributore è l'unica possibilità di ossigenazione del cervello;
4) A causa delle leggi antifumo, inoltre, il povero dipendente italiano, lontano dalla salubre filosofia statunitense, è posto dallo Stato stesso nella condizione di doversi assentare con una certa frequenza dal proprio posto di lavoro, magari per andare a rinchiudersi in bagno o in altra stanza off-limit con l'unico scopo di assecondare il proprio tabagismo.
Questa, dunque, è in fondo la vera ragione dell'assenteismo generalizzato negli uffici, con annesso giramento di scatole da parte del capo salutista;
5) In occasione di partite della Nazionale piuttosto che della squadra del cuore, vige in Italia il diktat della "chiusura improvvisa e momentanea" dell'ufficio in questione; lo svago ludico e fideistico, del resto è nei geni del lavoratore italiano;
6) Esiste nel nostro paese una categoria dello schiavo doc: gli stagisti, che lavorano gratuitamente nelle aziende per tempi lunghissimi e con orari assurdi.
Perchè dunque far lavorare i dipendenti retribuiti da contratto? E' normale che poi questi si muovano in rivolta contro i superiori.
Unica consolazione, dunque, per i lavoratori italiani impossibilitati a seguire i consigli americani, è, tuttavia la consapevolezza di avere nel nostro sistema lavorativo una maggioranza di "stronzi ufficiali", che spesso e volentieri sposano questa peculiarità all'essere anche degli incompetenti totali.
Dover infatti combattere contro un capo preparato e "stronzo saltuario" comporterebbe una regolamentazione delle partite a tressette in orari morti, rispondere al telefono ogni volta che squilla e non poter andare nelle ore di lavoro dal parrucchiere o a fare la spesa.
La saltuarietà della stronzaggine del capo, infatti, permette, come per le targhe alterne, di fregare il superiore con i fantasiosi modi del cazzeggio all'italiana un giorno sì e l'altro no.
Scrivere un libro contro queste arpie "efficienti" piuttosto che "lavorare" implicherebbe, infatti, la diminuzione dell'altissima produttività aziendale italiana.


-Pezzo uscito il 07/02/07 su www.imgpress.it-

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti !

Il tuo blog è bellissimo !