18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



19 gennaio 2007

Hrant Dink. Il coraggio di voler essere una voce nel silenzio.

Nell'agosto del '63 un uomo, in marcia insieme ad una folla incredibile di persone, davanti al Lincoln Memorial di Washington annuncia in un discorso il suo "dream": l'uguaglianza nei diritti e nelle prerogative, di tutti gli esseri umani, neri o bianchi che fossero.
E' Martin Luther King, assassinato 5 anni dopo sul balcone di un hotel nel Tennessee prima della marcia del 4 aprile 1968, mentre ad Indianapolis, un commosso candidato alla presidenza degli Stati Uniti, ribadisce coraggiosamente la necessarietà di una riconciliazione tra le razze.
Esattamente due mesi dopo, quello stesso uomo, Robert Kennedy, viene assassinato all'Ambassador Hotel di Los Angeles, dopo l'incontro con una folla di sostenitori.
Ottobre 2006. Un edificio anonimo alla periferia di Mosca.; dei colpi al cuore e poi alla testa, fuori dalla porta di casa. Muore così Anna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta, colpevole di star facendo un'inchiesta sulle torture in Cecenia e di accusare, in quel contesto, Kadyrov, uomo di Putin.
Sempre anno 2006: Messico. Nove giornalisti vengono uccisi, colpevoli di aver investigato su alcuni narcotrafficanti e sulle coperture "potenti" di alcune organizzazioni criminose. Nelle Filippine, invece, Fernando Batul, altro giornalista, viene ucciso per aver criticato la brutalità di un poliziotto.
Oggi, 19 gennaio 2007, un uomo ha pagato con la vita per aver definito genocidio il massacro degli armeni avvenuto 90 anni fa in Turchia.
Qui, tutto ha inizio nel 1908, quando conquista il potere il movimento dei Giovani Turchi, in grado non solo di far riconoscere al sultano Abdulhamid la costituzione del 1876, ma anche di farvi aggiungere importanti libertà, quali quella di stampa.
Tuttavia, a causa di avvenimenti contingenti (l'indipendenza della Bulgaria, la rivolta di Creta, l'annessione di Bosnia ed Erzegovina all'Impero Austroungarico, la guerra italo-turca e le guerre balcaniche del 1912-1913), si rese necessario, per il mantenimento del potere, dare al paese una svolta fortemente nazionalistica.
Nell'aprile del 1915, di conseguenza, circa 200 leader della comunità armena di Istambul furono arrestati, insieme ad esponenti religiosi ed intellettuali. Chi sopravvisse fu incarcerato nelle prigioni dell'Anatolia centrale.
Da quel momento e fino al 1917, gran parte dei due milioni di armeni che vivevano nell'attuale Turchia furono deportati in massa, dando luogo ad un'odissea che è passata alla storia come "il genocidio del 1915".
Oggi, Hrant Dink, scrittore e giornalista, fondatore e direttore di una rivista, Argos, voce della comunità armena in Turchia è stato assassinato con quattro colpi di pistola, proprio davanti al suo giornale. Aveva 53 anni e già due anni fa era stato condannato da un tribunale turco per "insulto all'identità nazionale turca", avendo parlato dei fatti del '15 nei termini di genocidio, contestando, quindi, pubblicamente la tesi ufficiale sulla questione armena.

Sono partita da 40 anni fa. Nulla è cambiato. Che schifo, sinceramente.

Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze ed a cercare, ricevere, ed insegnare informazioni e idee attravverso qualsiasi medio informativo indipendentemente dal fatto che esso attravversi le frontiere. (Dichiarazione universale dei diritti umani)

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