Strage al Virginia Tech di Blacksburg
Stati Uniti. Una scuola, un giorno normale.
Studenti ed insegnanti, a scuola per educarsi ed educare, nel forse inutile tentativo di procurarsi un futuro migliore.
Poi degli spari. Urla, momenti di panico, persone che corrono dappertutto, terrorizzati, feriti o miracolosamente incolumi.
Grida e terrore.
Dei proiettili uccidono o fanno crollare per sempre certezze e speranze di qualcuno di quei ragazzi, colpevoli solamente di appartenere ad una nazione in cui molto è lecito e permesso, in nome dell'alto valore della democrazia e della libertà, anche se queste vengono portate avanti tramite assurdi proibizionismi, sconsiderati bombardamenti oltreoceano o libera vendita di armi e proiettili, anche ad adolescenti.
E' successo qualcosa di analogo anche nel 1999, il 20 aprile per la precisione, a Littleton, sobborgo della città di Denver.
Eric e Dylan, insieme 35 anni, facendo fuoco all'impazzata all'interno della loro scuola, la Columbine, uccidono 12 studenti ed un insegnante e feriscono molti altri giovanissimi allievi, dopo aver disseminato l'intero edificio di bombe ed altri ordigni di manifattura artigianale.
Questi due adolescenti si erano facilmente procurati delle armi, le avevano rifornite di munizioni grazie agli acquisti fatti al supermercato, avevano costruito ed acquistato bombe, che avevano accuratamente provveduto a disseminare ovunque nell'edificio con tanto di esplosione a tempo programmato; per colpire di più, per moltiplicare il terrore e il sangue, come del resto le esplosioni anche dopo la fine della sparatoria hanno confermato.
Il tutto nel nome di folli idee, probabilmente deviate dalla cosidetta "chiesa ariana", piuttosto che dalla diffusione di videogiochi violenti e film di guerra o dalla paura della paura. Il tutto, inoltre, nel giorno della nascita di Adolf Hitler, combattuto dagli americani cinquant'anni fa le cui idee, tuttavia, permeano buona parte della gioventù americana.
Una delle tante ombre nere della cultura statunitense.
Quella di Colombine non è stata però la prima strage in una scuola statunitense, nè l'ultima, purtroppo.
Questa mattina, in Virginia, all'interno del campus della Virginia Tech di Blacksburg, due sparatorie distanziate di qualche ora l'una dall'altra hanno segnato l'ennesima vittoria della follia e della facile possibilità di realizzarsi in un Paese in cui sono reperibili ed acquistabili come fossero sigarette anche armi, elementi esplosivi e proiettili (del resto, dal film-documentario di Michael Moore abbiamo saputo che quest'ultimi sono in vendita in molti supermercati). La prima è avvenuta intorno alle 7.30 del mattino, nel dormitorio West Ambler Johnstone Hall; due ore dopo, la seconda sparatoria, quella più violenta, nella Norris Hall, dove si tengono le lezioni di chimica ed ingegneria.
Il bilancio, finora, è di 32 morti e di almeno 28 feriti; uno dei killer è stato ucciso dalla polizia in seguito ad un'irruzione dopo la seconda sparatoria, mentre un altro ipotetico killer a quanto pare è nelle mani dell'FBI.
Gli allievi del Virginia Tech questa mattina sono stati tenuti costantemente aggiornati di quello che stava succedendo all'interno del campus attraverso il sito internet dell'università; poche frasi, brevi, lapidarie e di agghiacciante terrore: «There has been a multiple shooting with multiple victims in Norris Hall»; «all people in university buildings are required to stay inside until further notice. All entrances to campus are closed».
Nel 1776, veniva firmata la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America.
Il suo incipit dice così:
«Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità;..che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità».
Possibile che in 230 anni circa a nessuno è venuto in mente di prendere sul serio queste parole e sovvertire davvero il potere politico americano per le sue mancanze nei confronti dei diritti fondamentali dei propri cittadini?
A questo punto, però, non ci si stupisca poi se avvenimenti come questi o come l'attacco alle Torri Gemelle avvengono nel cosiddetto "Paese della Democrazia".
Evidentemente, il ragionamento sulle proprie azioni, prima che siano irrimediabilmente sconsiderate, non è materia insegnata nei college di questa Nazione.
Anche la strage di oggi, in fondo, lo dimostra.
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