18 marzo 2007: l"incipit


"Vieni a fare un giro dentro di me
o questo fuoco
si consumerà da sè.
E se una vita finisce qua
quest'altra vita
presto comincerà"

Con parole di altri (gli Afterhours), apro questo blog, con il fuoco che spero non si spenga mai.
Ho scritto molte parole, forse inutili o banali, o forse interessanti, irriverenti e divertenti.Le ho pubblicate altrove, ma a volte capita che dopo una giornata al mare si torni a casa solo con la sabbia nelle scarpe.
Ecco spiegato, quindi, il perchè di post retrodatati.
E' iniziata anche questa avventura..davanti, l'orizzonte. Sconosciuto. E per questo, assolutamente elettrizzante!
Buona lettura a tutti!



13 febbraio 2007

i Grandi Animali Marini


Ormai ci siamo. Mancano pochi giorni e poi partirà anche quest'anno la settimana più chiacchierata della musica italiana: quella del Festival di Sanremo.
Nella categoria "Giovani", spesso fonte di interessanti voci, quest'anno ci sono anche loro: i Grandi Animali Marini, gruppo milanese dal sound davvero interessante, stando ai primi pezzi pubblicati fino ad ora.
Sono Francesco Ferrari (voce e chitarra), Gianluca Villa (chitarra), Dario Giordano (basso) e Luca Mazzarini (batteria); ho incontrato telefonicamente Francesco e Dario, che in vivavoce mi hanno risposto alle domande nonostante la fretta che gli impegni di questi giorni impone loro. Ecco cosa ho scoperto!
Come sono nati i Grandi animali marini e perchè questo nome?
Il gruppo è nato nel 2000, anche se allora ci siamo trovati in tre su quattro dato che mancava il batterista (Luca infatti si è aggiunto a noi quattro anni fa). Tutto è iniziato semplicemente perchè avevamo voglia di suonare...ed abbiamo iniziato a farlo!
Il nome, invece, vuole essere da una parte un omaggio alla tradizione italiana musicale -dato che spesso i grandi gruppi avevano questi nomi lunghissimi- e dall'altra l'identificazione di una passione comune a tutti e quattro che è, per l'appunto, quella per il mare.
Chi sono i Grandi Animali Marini? Due caratteristiche per ciascuno di voi e per il vostro gruppo.
Come gruppo, le due caratteristiche che forse ci rappresentano di più sono l'eclettismo e le molte influenze che portiamo nella nostra musica e che crediamo la rendano originale e diversa.
Dovendo dare, invece, una definizione alle persone del gruppo, se ci prendiamo nell'insieme, credo che "visionarie" sia l'aggettivo più giusto, sebbene non lo si debba intendere nel significato vero e proprio del termine. Secondo me (prosegue Francesco), noi siamo "visionari" nel senso che abbiamo netta la visione di quello che vogliamo fare, del come farlo e del divertirci facendolo. Lo scorso ottobre è uscito un vostro nuovo singolo, «Io amo il rock». Ascoltandolo, mi è sembrato che vi siate ispirati, nelle sonorità, ai Bluvertigo prima maniera. Come definireste invece le vostre ispirazioni musicali?
Tutto parte dai Beatles; sono loro, infatti, che hanno scritto i codici dell'espressione del rock e del pop, anche di oggi. E' un dato di fatto che la forma e la codificazione del rock siano ancora riconducibili a loro. Sicuramente, però, nel nostro sound, ci sono anche altre influenze, da quelle dei grandi cantautori italiani ai gruppi internazionali moderni, come gli Stroke, gli Oasis, i Blur o i Coldplay.
I vostri pezzi come nascono? Chi scrive testi e musica?
In genere è Francesco a fare tutto, anche se poi lavoriamo tutti insieme all'arrangiamento e al suono. Però, in quest primo album che uscirà a marzo, c'è davvero tutto Francesco.
Dopo Sanremo, infatti, uscirà il vostro primo album. Potete anticiparci qualcosa?
Si, dobrebbe uscire, appunto, i primi di marzo. Andiamo molto fieri di quello che siamo riusciti a fare, perchè crediamo ci rappresenti molto bene: è un mix di tante influenze con molti studi dentro. Ci rappresenta alla perfezione sia a livello di scrittura che di suono, anche forse perchè ci abbiamo lavorato molto, impiegandoci tanto tempo. Ma volevamo farlo nella maniera più corrispondente al nostro profilo. Volevamo che fosse, inoltre, di qualità. Pensiamo di esserci riusciti!
La cosa è già stata anticipata dai nostri discorsi fino ad ora. Andrete a Sanremo da qui a qualche giorno. Cosa vi aspettate da questa esperienza?
Sicuramente di divertirci un sacco e di poter suonare davanti a tanta gente. Vogliamo infatti far sentire a più persone possibili quello che facciamo, senza perdere quelle caratteristiche che crediamo nostre. Sanremo è la nostra possibilità per farlo.
Sempre a proposito di Sanremo, lì presenterete un pezzo dal titolo «Napoleone azzurro». Come mai questo titolo e di che parla la canzone?
Il titolo è legato a un personaggio che appare solo nel ritornello, ma che rappresenta il messaggio della canzone: il mondo e il lato immaginario, il fantastico, possono secondo noi interagire nei rapporti umani in qualche modo, salvandoli e migliarandoli.
La canzone è infatti un discorso diretto molto chiaro e comprensibile, tra una persona in un momento di difficoltà ed un interlocutore. Il ritornello rappresenta il tuffo in un momento immaginario; Napoleone azzurro è un personaggio surreale, che rappresenta il mix perfetto tra realtà e finzione.
Tra gli altri appartenenti alla vostra categoria a Sanremo, c'è qualcuno che temete di più per la corsa alla vittoria? Se si, perchè?
Non temiamo nessuno. Ma non perchè ci sentiamo i migliori; abbiamo avuto modo di conoscerci e si è creato un bel gruppo, abbiamo fatto comunella. Per fortuna finora non si respira quell'aria da competizione pura, ma forse è venuta di più fuori la consapevolezza di partecipare tutti assieme a qualcosa di unico, che per ora non viene visto unicamente come una gara.

Che dire di più?...ragazzi...in bocca al lupo!
-Pezzo uscito il 13/02/07 su www.lineamusica.it-

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