Enrique Santos Discepolo lo definì “un pensiero triste che si balla”, mentre Leopoldo Marechal “una possibilità infinita”.
Per Alex Cantarelli, direttore della Compania Meditango insieme a Mimma Mercurio, il Tango è “una via alla parola”. Per questo, per il
terzo anno consecutivo, egli ha dato vita al Meditangofestival, una manifestazione di Tango, Teatro e Danza che si è svolta a Roma nel corso di un mese e che ha visto coinvolti più di 30 ballerini professionisti, oltre a musicisti ed attori, capaci di dare un senso consonante al carattere del festival stesso, inteso da Cantarelli come “una fotografia dello stato delle cose”, con spunti di riflessione ed evoluzione da tener presenti.
Accanto dunque alle esibizioni dei vari maestri, ci sono stati anche seminari, spettacoli teatrali e concerti, per restituire innanzitutto al termine “festival” il significato di “periodo di tempo all’interno del quale ci sono diverse proposte artistiche”. Ma non solo.
Pur riconoscendo, infatti, una prevalenza quasi naturale degli argentini sia nella musica che nel ballo vero e proprio, la Compania Meditango ha da sempre suggerito una seconda via al Tango Argentino, fatta di talenti e proposte innanzitutto italiane ed europee, a sottolineare come non ci possano essere più confini linguistici, di merito e di appartenenza culturale da apporre ad una Nazione ed alle sue tradizioni artistiche.
Pur essendo presenti, dunque, artisti argentini del calibro di Esteban Moreno e Claudia Codega, Ezequiel Farfaro ed Eugenia Parrilla, oltre al più grande ballerino di Tango al mondo, Pablo Veron (protagonista del film di Sally Potter Lezioni di Tango e di recente in scena al London Coliseum di Londra con l’allestimento della Carmen ad opera della stessa Potter), il terzo Meditangofestival ha visto il coinvolgimento di importanti artisti europei ed italiani, in grado di non far disconoscere la loro Arte perché ufficialmente appartenente ad altro substrato cultural-folklorico.
Mara Maranzana e Michele Usoni, dunque, insieme a Germano Scaperrotta ed Anna Rivolta e a Luciano Donda e Roberta Coen sono state le coppie -rispettivamente provenienti da Udine, Milano e Roma- ad aver portato la bandiera del Tango italiano
in questo festival internazionale, in aggiunta agli stessi direttori del Festival, Alex Cantarelli e Mimma Mercurio, ritenuti da stampa e critica tra i migliori ballerini italiani di Tango.
Se Michele e Mara -coppia nel ballo dal 2000- propongono un Tango in cui la naturalezza del movimento, la fluidità e l’improvvisazione ricoprono un ruolo essenziale, rispettando tuttavia il movimento naturale del corpo, le geometrie del movimento e le dinamiche di equilibrio e disequilibrio all’interno della coppia, il Tango di Germano ed Anna è un perfetto mix di romanticismo e passione, di vigorosità dei movimenti delicatamente segnalati ed eseguiti, è una “lotta” continua tra il dolce e l’amaro. Luciano e Roberta, dal canto loro, sono rappresentanti del cosiddetto stile milonguero, fatto di abbraccio strettissimo e movimenti finalizzati a non interrompere quell’unicum che si è creato.
Ad alternarsi ai momenti propriamente didattici e di danza del Festival, anche alcuni concerti, come quello degli Otros Aires -band argentina che, insieme ai Gotan Project rappresentano l’eccellenza del Tango elettronico di questo secolo- nella loro prima tappa italiana del tour mondiale 2008. Inoltre, sempre all’interno del Meditangofestival, con la serata-evento dal titolo “Fango.I L’incontro, il Jazz, il Tango”, tenutasi presso il Foyer del Teatro Eliseo (Eliseocafè), si è
voluto render omaggio al Tango d’autore, eseguito e realizzato da grandi artisti quali Anna Maria Castelli -accompagnata al pianoforte da Stefania Tallini-, e da Davide Cavuti e Paolo Di Sabatino, che con la partecipazione dell’attrice Elena De Ritis hanno realizzato la prima parte della serata.
Se Anna Maria Castelli vanta collaborazioni di fama mondiale come quella col premio Oscar Luis Bacalov, è anche l’unica cantattrice italiana ad esser stata ammessa in Argentina a cantare il Tango, dopo la grande Milva. Cantante in cinque lingue, Anna Maria Castelli ha terminato con la serata del 23 dicembre all’Eliseocafè un tour mondiale che l’ha vista toccare molti paesi dell’America Latina, oltre a Canada, Russia e Serbia.
La prima parte di Fango. I ha visto invece come protagonisti d’eccezione il duo Paolo Di Sabatino-Davide Cavuti, rispettivamente pianista e fisarmonicista, jazzisti di fama internazionale (vantano,
tra le altre, collaborazioni con Javier Girotto e Stefano Di Battista, oltre a quelle con Giorgio Albertazzi e Michele Placido), in grado di aver perfettamente combinato e fuso le sonorità proprie del Jazz con quelle del Tango. Durante la serata i due musicisti hanno proposto brani tratti da “La donna vestita di sole”, spettacolo basato sul libro “Retrato de Tango”, scritti entrambi dallo stesso Cavuti.
“Con questo testo” -afferma Cavuti- “ho voluto proiettare gli spettatori nei vicoli di una Buenos Aires il cui nome, accompagnato dalle note del Tango, riportasse alla mente non solo le emozioni di chi la vive, ma anche la vita portena ed il dramma di quanti, non molti anni fa, ne sono stati forzatamente strappati senza più farne ritorno”; una Buenos Aires in cui “la morte perseguita i sogni e sacrifica la vita”, in cui chi è rimasto “deve trovare il coraggio di affrontare gli assassini” di chi è stato definito semplicemente“desaparecido”. Cavuti e Di Sabatino hanno così reinterpretato il Tango, decodificandolo in un nuovo linguaggio, che, con l’improvvisazione jazzistica, diventa moderno ed ancora più affascinante.
Con lo spettacolo BluBlancoRosso- Tres Colores, infine, scritto, diretto e coreografato da Alex Cantarelli, si è potuto assistere alla fusione tra il Teatro, il Tango, la sua musica e le musiche di tutto il mondo. Accanto dunque ai brani più tradizionali di questa danza, anche composizioni di Keith Jarrett, Prince, Depeche Mode, Caetano Veloso e Scott Gibbons tra gli altri, nel rispetto
della volontà dell’autore di parlare con il linguaggio del Tango riflettendo su quei tre colori-ideali che già ispirarono Kieslowsky. “Per me il Blu è un colore metafisico, legato all’acqua, alla pace alla libertà”-afferma Alex Cantarelli-; “Blanco è invece colore dell’uniformità, intesa nel senso negativo del termine, quella che noi insceniamo per deridere. Rosso, infine, è il colore del sangue che tutti accomuna, vero segno di fraternità tra gli individui”. Come una sorta di Tango primigenio, alle radici della musica popolare e colta.
L’idea di fondo? “L’essere contro ogni settarizzazione, alla ricerca delle radici comuni”.
Perché dunque, in un’era di globalizzazione, limitare l’espressione in compartimenti stagni e nazionalistici? Un’alternativa a questa piccolezza di pensiero sarà la prossima edizione del Meditangofestival; sotto l’unica bandiera della creatività e dell’arte.