I "quattro motori" del Piccolo Grande Amore di Baglioni
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Per volontà di questa stessa casa discografica, poi, una tournèe in Polonia lo consacra in quella terra al centro d’Europa come un idolo musicale; autografi, fama, regali e cadeau di varia natura lo invogliano a restare lì piuttosto che a tornare in Italia dove non riesce proprio ad esser capito e a sfondare come cantautore.
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In effetti, Claudio, questo mestiere non l’aveva scelto “mosso dal sacro fuoco dell’arte”, bensì era nato un po’ per caso; andando periodicamente in treno in Umbria con i suoi genitori, e portandosi dietro gli animali vivi, bisognava infatti coprire con la voce i loro versi, se non si voleva esser multati dal controllore. Da lì aveva scoperto le sue doti canore.
Senza contare che per uno come lui, “timido, magrolino ed insignificante”, cantare era un’ottima “tecnica per rimorchiare”..
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Era il 1972 e l’ambizioso -e forse incosciente- Baglioni non si limitò a scrivere una bella canzone, ma piuttosto un concept album, primo nel suo genere: protagonisti sono due ragazzi, il loro incontrarsi, innamorarsi e lasciarsi in una delle città più belle al mondo, Roma.
Da Roma e da Questo Piccolo Grande Amore riparte, oggi, Claudio Baglioni, artista dalla quarantennale carriera, che ha deciso di imbattersi in un progetto ambizioso e faticoso, ma che gli permette, ancora, di poter volare: è Q.P.G.A. 2008 Opera Pop.
Al di là dell’acronimo -convenzione per i teenegers abituati a non sapersi più esprimere compiutamente-, Q.P.G.A. 2008 è un doppio album, un concerto, un libro ed un film, secondo il loro rispettivo ordine di uscita.
L’album sarà doppio perché così era originariamente; dei 36 brani inizialmente scritti, ne furono infatti pubblicati solo 15, essendo un doppio album un’uscita troppo ardita per un esordiente.
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Insieme a lui, 40 amici “graffitari”, vale a dire amici che si sono prestati a registrare frame di 20 secondi o poco più per alcune canzoni e che “imbratteranno” con lui quel muro erto a simbolo del progetto nella sua totalità. Nessuna indiscrezione sui nomi però; da buoni graffitari, hanno lasciato un segno e, a meno che loro stessi non vorranno venire anzitempo allo scoperto, bisognerà attendere l’uscita dell’album per scoprirne l’identità. Certa è solo l’assenza di duetti.
In contemporanea con l’uscita del doppio album, il 12 novembre si terrà a Milano (all’Allianz) la prima delle tre date di presentazione di questo lavoro, che vedono in Roma (al Gran Teatro) ed infine a Napoli (al Palapartenope) la conclusione della sua prima parte introduttiva.
Sono previste due ore e mezza di concerto senza interruzioni, con quella spettacolarità cui Baglioni ci ha abituati e con l’ausilio di immagini tratte dal film parte dell’intero progetto. Con Altri Amori, la festa finale di questi concept-concerts, infine, terminerà la parte live, con la promessa di eseguire alcuni tra i più grandi successi del suo straordinario repertorio musicale.
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Non sarà un film musicale però, né un musicarello (un film in cui le canzoni sono utilizzate come riempitivo di scene o a commento delle scene stesse), bensì un “pop-movie meta-musicale”, in cui la musica, naturalmente, è fondamentale, ma che racconta le vite, i sogni ed i sentimenti dei protagonisti come io narrante (Baglioni del resto non apparirà nel film, se non come voce “musicale” fuori campo).
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Un film che racconta i sogni e la vita di chi, allora come oggi, ha vent’anni e, al di là dell’epoca cui appartiene e di quello che accade, pensa sia possibile cambiare il mondo anche attraverso un piccolo grande amore. Volutamente, infatti, il soggetto non è stato né attualizzato né stravolto rispetto alle storie raccontate nel concept album; partendo dunque dalla manifestazione a Piazza del Popolo, un lacrimogeno attraverserà le teste di tutti quei manifestanti, simbolo della discesa del volo dell’ideale politico e dell’attimo in cui invece spiccherà quello dell’amore dei due giovani. Altra cosa voluta, l’assenza di volti più o meno nel cast; è una storia che vuole essere raccontata per quella che è, senza rimandi ad altri personaggi o star.
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Già, perché il quarto “motore” di questa fatica è proprio un libro, definito da Baglioni “opera prima, ma forse anche atto unico!”. Un libro che, ci tiene a specificare Gabriella Ungarelli della Mondadori, “non sarà né un gadget o derivato” degli altri prodotti dell’intero progetto, né un mero “racconto del backstage”, bensì un “romanzo vero e proprio”, scritto davvero da Baglioni senza l’ausilio di un ghost-writer; sebbene ancora in fase di scrittura, ne è prevista l’uscita per fine novembre.
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Caratteristica di Q.P.G.A. 2008 Opera Pop è l’essere un quadrigetto: i quattro motori che lo compongono, infatti, sono tutti indispensabili e dipendenti l’uno dall’altro affinchè l’eccezionalità di quello che è l’album più venduto di tutti i tempi in Italia possa esprimersi compiutamente. I motori servono a volare; e Baglioni non ha mai smesso di volerlo e saperlo fare.
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