I Negramaro: l'intervista
Una lunga giornata di sole e tanta strada ancora da percorrere in macchina, alla volta dell’ennesimo impegno lavorativo. I chilometri sono molti, sia quelli alle spalle che quelli che li aspettano, come gli impegni del resto.
Di chi sto parlando? Della band italiana erroneamente definita “del momento” già un paio di anni fa: sei ragazzi pugliesi di Copertino, «convogliati in un unico progetto», i Negramaro.
Dall’esordio al Festival di San Remo nel 2005 -che ha premiato la loro Mentre tutto scorre con il Premio della Critica- ad oggi, ne hanno fatta di strada Giuliano, Danilo, Emanuele, Andrea, Ermanno ed Andrea.
Oltre ai numerosi premi -Nastro d’Argento nel 2006 come miglior canzone per Mentre tutto scorre, Premio SIAE all’edizione di San Remo di quest’anno- diverse sono state anche le collaborazioni con importanti artisti, come Andrea Bocelli, Paolo Fresu, Elio e le Storie Tese, Negrita.
Li incontro telefonicamente, proprio mentre si stanno recando ad Imola per l’Heinken Jammin Festival, palco sul quale dovranno cantare prima dei Depeche Mode.
Parlo con Danilo Tasco, batterista del gruppo, sul palco dell’edizione di quest’anno del Festivalbar insieme a Jovanotti per una rivisitazione rock del brano Falla girare, inserita nell’ultimo album di Lorenzo.
I Negramaro nascono nel 2000 e tu hai 25 anni, giovanissimo, come del resto anche gli altri componenti del gruppo. Non vi impressiona essere arrivati al successo così giovani, quasi quando si iniziano a fare i sogni sul proprio lavoro futuro?
Certamente la cosa è impressionante se si nota solo la rapidità con cui tutto ciò è successo. Nel corso degli anni c’è stata la consapevolezza di ciò che ci stava accadendo, ma anche la possibilità di vivere serenamente e con la massima libertà la nostra espressione. Tutto è avvenuto nella più normale quotidianità, sebbene a lungo andare “quotidianità” significhi anche ciò che non si decide autonomamente ti debba stare intorno.
Il fatto di aver vissuto tutto in una maniera così serena ci ha anche permesso di restare estremamente lucidi, qualità necessaria davanti agli impegni che ci siamo trovati ad affrontare e davanti al nostro pubblico, che è cresciuto davvero in maniera straordinaria (basta guardare il nostro funclub…uno specchio della società attuale!).
Ad un certo punto avevamo davanti un bivio: da una parte il farci schiacciare da tutta questa grandezza, dall’altra canalizzare lucidamente il nostro lavoro. Abbiamo scelto questa seconda ipotesi, perché siamo fermamente convinti di voler portare sempre più avanti il nostro progetto, mantenendo fermo l’equilibrio.
È fantastico quello che ci sta succedendo e cerchiamo di fare la nostra strada secondo quello che ci sentiamo di fare; siamo arrivati a fare questo, una cosa che per noi è importante, e abbiamo voglia di farla, senza precluderci nulla.
A proposito di portare avanti il vostro progetto, è da poco uscita la versione in spagnolo di Nuvole e Lenzuola. Vi volete aprire al mercato europeo -come del resto molti degli artisti della vostra etichetta, la Sugar- e conquistare tutto anche lì?
Di base c’è che ci divertiamo a tradurre le canzoni in altre lingue, è un gioco per noi, utile anche ad evitare di restare vittime del nostro lavoro e dimenticare il divertimento di farlo.
Sicuramente, poi, c’è anche la volontà di uscire dall’Italia, abbiamo voglia di mondo…e se vinciamo qualche cosa anche lì meglio!
Come mai una versione in spagnolo di questo singolo e non in inglese, dato che la vostra musica si ispira di più al pop-rock anglosassone?
Lo spagnolo per diversi motivi; innanzitutto, in quanto gruppo autoriale amiamo tutto ciò che evidenzia questo genere di canzone; lo spagnolo, indubbiamente, lo fa. Secondo poi lo spagnolo ha sottolineato la passionalità della musica dei Negramaro..credo che in inglese sarebbe risultato tutto, invece, un po’ più appiattito.
Senza sottovalutare il fatto che, al di là di questo aspetto “caliente”, lo spagnolo è la seconda lingua più parlata al mondo..
Hai appena definito i Negramaro come un gruppo autoriale; il vostro stile ed il vostro sound come li definiresti?
Dovessi racchiudere tutto in una parola ti direi rock d’autore con una matrice particolare. Il rock è un vestito che si va a dare ad una canzone che può funzionare anche semplicemente con chitarra e voce o con un pianoforte ed una voce. Basta avere questi due e si ha il rock, cu, sei si aggiunge la canzone d’autore, si ha il sound della nostra band.
I vostri testi sono “complessi”, sicuramente non da “canzonetta leggera”, nonostante il ritmo della vostra musica, tuttavia, permetta una facile memorizzazione e sia estremamente piacevole. Una scelta voluta questa differenza netta tra sonorità e parole? Avete appositamente scelto in un secondo momento di combinare i testi un po’ più complessi di Giuliano con una musica più orecchiabile, proprio per far arrivare prima il vostro messaggio, oppure no?
No perché, innanzitutto, non vediamo questa dicotomia tra testo e musica. Inoltre, tutto quello che facciamo non lo facciamo mai nell’ambito di scelte, ma nella maniera più viscerale, più spontanea e naturale possibile. Viva la spontaneità! Senza contare che, se il risultato funziona perché gli ingredienti sono stati quelli giusti, nel momento in cui ci si siede a tavolino con gli stessi ingredienti in mano, sicuramente non si riuscirà ad ottenere risultati perchè si sarà tenuta a bada la libertà.
Per quanto riguarda i testi, invece, non credo siano così difficili; secondo me la loro magia sta nell’andare a toccare e a parlare di qualcosa di universale, mettendo però in luce le cose più spicciole.. perché quando vuoi arrivare a più persone, automaticamente c’è un testo semplice -che apparentemente può sembrare complicato e parallelamente vuoto, solo un suono di parole-, ma che poi fa subentrare la libertà per chi ascolta di metterci dentro ciò che ha di suo, facendo uscire ciò che la musica arriva a fare, dare cioè qualcosa in più a una persona, facendole notare quello che aveva dentro.
Per quanto riguarda invece il sound, il tutto non si poggia su delle scelte ben precise, non ci sono decisioni a monte; i Negramaro sono tutti diversi tra loro e le varie differenze convogliano tutte insieme.
Negramaro come un vino. Oltre all’omaggio al vostro luogo di “nascita” -una cantina di Copertino- e alla vostra terra, è anche un messaggio per i vostri fan? Come il vino, il vostro prodotto matura e diventa migliore?
Il nome è stato scelto partendo dal fatto che ci piaceva il suono della parola stessa; in un secondo momento si è aggiunto anche il rapportare le nostre origini salentine -che nella nostra musica sono assenti- volendo simbolicamente aggiungere qualcosa di noi.
Il parallelismo di cui parli tu, effettivamente, è una delle tante cose che la gente stessa può fare; esiste la libertà della propria interpretazione, per cui la tua potrebbe essere giusta e funzionare.
L’importante perché una cosa funzioni è che ognuno ci possa mettere ciò che vuole.
Al Galà del Festivalbar ti abbiamo visto suonare la batteria con Jovanotti per il brano Falla girare. Come è nata questa collaborazione?
La collaborazione con Lorenzo è nata per caso, come tutte le altre collaborazioni con altri amici. Con Lorenzo il primo ponte è stato creato quando abbiamo accompagnato Saturnino; poi, in occasione della festa di presentazione del dvd di Lorenzo a Milano, i nostri rapporti si sono rafforzati. Qui, come in tutte le altre collaborazioni, c’è stata la voglia di fare e di fare qualcosa di diverso, una nuova band per dare un nuovo taglio al progetto SoleLuna e alla canzone, un esperimento un po’ ibrido che, tra l’altro, ha funzionato tantissimo dato che ha avuto una grande e bella risposta.
Il collettivo SoleLuna è stato contaminato dalla presenza di individui così diversi tra loro, partendo dall’idea di una band speciale per quella occasione.
Ti sei sentito più turnista o più parte del gruppo suonando con Jovanotti?
Parte del gruppo sicuramente. Come ti dicevo prima, c’è stata la voglia di creare qualcosa di speciale, in cui ognuno apportasse la propria individualità e specialità all’interno di un progetto diverso. Ed abbiamo fatto un gruppo, inteso come più persone accomunate dalla stessa idea.
Il tuo playning è cambiato rispetto alla canzone con Jovanotti? Hai dovuto cambiare set tra le due situazioni sia per le dimensioni dei tamburi che dei piatti? Se si quale?
Fermo restando che il mio loop è decisamente rock e che la canzone stessa è rimasta con questo tipo di taglio, il mio set, già normalmente ridotto al minimo, è stato ulteriormente diminuito, per cui ho suonato solo con piatti e tamburi.
Tra la fine di giugno e i primi di agosto avete ancora altre date in concerto, tra cui quella del 29 luglio a Roma all’interno della manifestazione Luglio suona bene all’Auditorium Parco della Musica. E’ previsto anche un tour autunnale o vi dedicherete alla composizione?
Non è un tour questo che stiamo facendo e che termineremo, appunto, ad agosto; è più un ultimo giro di saluti, per poi, in effetti, fermarci in autunno per comporre qualcosa di nuovo.
Quale credi sia il “segreto Negramaro”, quello della loro forza così dilagante?
A saperlo!Hai un’altra domanda???
Di chi sto parlando? Della band italiana erroneamente definita “del momento” già un paio di anni fa: sei ragazzi pugliesi di Copertino, «convogliati in un unico progetto», i Negramaro.
Dall’esordio al Festival di San Remo nel 2005 -che ha premiato la loro Mentre tutto scorre con il Premio della Critica- ad oggi, ne hanno fatta di strada Giuliano, Danilo, Emanuele, Andrea, Ermanno ed Andrea.
Oltre ai numerosi premi -Nastro d’Argento nel 2006 come miglior canzone per Mentre tutto scorre, Premio SIAE all’edizione di San Remo di quest’anno- diverse sono state anche le collaborazioni con importanti artisti, come Andrea Bocelli, Paolo Fresu, Elio e le Storie Tese, Negrita.
Li incontro telefonicamente, proprio mentre si stanno recando ad Imola per l’Heinken Jammin Festival, palco sul quale dovranno cantare prima dei Depeche Mode.
Parlo con Danilo Tasco, batterista del gruppo, sul palco dell’edizione di quest’anno del Festivalbar insieme a Jovanotti per una rivisitazione rock del brano Falla girare, inserita nell’ultimo album di Lorenzo.
I Negramaro nascono nel 2000 e tu hai 25 anni, giovanissimo, come del resto anche gli altri componenti del gruppo. Non vi impressiona essere arrivati al successo così giovani, quasi quando si iniziano a fare i sogni sul proprio lavoro futuro?
Certamente la cosa è impressionante se si nota solo la rapidità con cui tutto ciò è successo. Nel corso degli anni c’è stata la consapevolezza di ciò che ci stava accadendo, ma anche la possibilità di vivere serenamente e con la massima libertà la nostra espressione. Tutto è avvenuto nella più normale quotidianità, sebbene a lungo andare “quotidianità” significhi anche ciò che non si decide autonomamente ti debba stare intorno.
Il fatto di aver vissuto tutto in una maniera così serena ci ha anche permesso di restare estremamente lucidi, qualità necessaria davanti agli impegni che ci siamo trovati ad affrontare e davanti al nostro pubblico, che è cresciuto davvero in maniera straordinaria (basta guardare il nostro funclub…uno specchio della società attuale!).
Ad un certo punto avevamo davanti un bivio: da una parte il farci schiacciare da tutta questa grandezza, dall’altra canalizzare lucidamente il nostro lavoro. Abbiamo scelto questa seconda ipotesi, perché siamo fermamente convinti di voler portare sempre più avanti il nostro progetto, mantenendo fermo l’equilibrio.
È fantastico quello che ci sta succedendo e cerchiamo di fare la nostra strada secondo quello che ci sentiamo di fare; siamo arrivati a fare questo, una cosa che per noi è importante, e abbiamo voglia di farla, senza precluderci nulla.
A proposito di portare avanti il vostro progetto, è da poco uscita la versione in spagnolo di Nuvole e Lenzuola. Vi volete aprire al mercato europeo -come del resto molti degli artisti della vostra etichetta, la Sugar- e conquistare tutto anche lì?
Di base c’è che ci divertiamo a tradurre le canzoni in altre lingue, è un gioco per noi, utile anche ad evitare di restare vittime del nostro lavoro e dimenticare il divertimento di farlo.
Sicuramente, poi, c’è anche la volontà di uscire dall’Italia, abbiamo voglia di mondo…e se vinciamo qualche cosa anche lì meglio!
Come mai una versione in spagnolo di questo singolo e non in inglese, dato che la vostra musica si ispira di più al pop-rock anglosassone?
Lo spagnolo per diversi motivi; innanzitutto, in quanto gruppo autoriale amiamo tutto ciò che evidenzia questo genere di canzone; lo spagnolo, indubbiamente, lo fa. Secondo poi lo spagnolo ha sottolineato la passionalità della musica dei Negramaro..credo che in inglese sarebbe risultato tutto, invece, un po’ più appiattito.
Senza sottovalutare il fatto che, al di là di questo aspetto “caliente”, lo spagnolo è la seconda lingua più parlata al mondo..
Hai appena definito i Negramaro come un gruppo autoriale; il vostro stile ed il vostro sound come li definiresti?
Dovessi racchiudere tutto in una parola ti direi rock d’autore con una matrice particolare. Il rock è un vestito che si va a dare ad una canzone che può funzionare anche semplicemente con chitarra e voce o con un pianoforte ed una voce. Basta avere questi due e si ha il rock, cu, sei si aggiunge la canzone d’autore, si ha il sound della nostra band.
I vostri testi sono “complessi”, sicuramente non da “canzonetta leggera”, nonostante il ritmo della vostra musica, tuttavia, permetta una facile memorizzazione e sia estremamente piacevole. Una scelta voluta questa differenza netta tra sonorità e parole? Avete appositamente scelto in un secondo momento di combinare i testi un po’ più complessi di Giuliano con una musica più orecchiabile, proprio per far arrivare prima il vostro messaggio, oppure no?
No perché, innanzitutto, non vediamo questa dicotomia tra testo e musica. Inoltre, tutto quello che facciamo non lo facciamo mai nell’ambito di scelte, ma nella maniera più viscerale, più spontanea e naturale possibile. Viva la spontaneità! Senza contare che, se il risultato funziona perché gli ingredienti sono stati quelli giusti, nel momento in cui ci si siede a tavolino con gli stessi ingredienti in mano, sicuramente non si riuscirà ad ottenere risultati perchè si sarà tenuta a bada la libertà.
Per quanto riguarda i testi, invece, non credo siano così difficili; secondo me la loro magia sta nell’andare a toccare e a parlare di qualcosa di universale, mettendo però in luce le cose più spicciole.. perché quando vuoi arrivare a più persone, automaticamente c’è un testo semplice -che apparentemente può sembrare complicato e parallelamente vuoto, solo un suono di parole-, ma che poi fa subentrare la libertà per chi ascolta di metterci dentro ciò che ha di suo, facendo uscire ciò che la musica arriva a fare, dare cioè qualcosa in più a una persona, facendole notare quello che aveva dentro.
Per quanto riguarda invece il sound, il tutto non si poggia su delle scelte ben precise, non ci sono decisioni a monte; i Negramaro sono tutti diversi tra loro e le varie differenze convogliano tutte insieme.
Negramaro come un vino. Oltre all’omaggio al vostro luogo di “nascita” -una cantina di Copertino- e alla vostra terra, è anche un messaggio per i vostri fan? Come il vino, il vostro prodotto matura e diventa migliore?
Il nome è stato scelto partendo dal fatto che ci piaceva il suono della parola stessa; in un secondo momento si è aggiunto anche il rapportare le nostre origini salentine -che nella nostra musica sono assenti- volendo simbolicamente aggiungere qualcosa di noi.
Il parallelismo di cui parli tu, effettivamente, è una delle tante cose che la gente stessa può fare; esiste la libertà della propria interpretazione, per cui la tua potrebbe essere giusta e funzionare.
L’importante perché una cosa funzioni è che ognuno ci possa mettere ciò che vuole.
Al Galà del Festivalbar ti abbiamo visto suonare la batteria con Jovanotti per il brano Falla girare. Come è nata questa collaborazione?
La collaborazione con Lorenzo è nata per caso, come tutte le altre collaborazioni con altri amici. Con Lorenzo il primo ponte è stato creato quando abbiamo accompagnato Saturnino; poi, in occasione della festa di presentazione del dvd di Lorenzo a Milano, i nostri rapporti si sono rafforzati. Qui, come in tutte le altre collaborazioni, c’è stata la voglia di fare e di fare qualcosa di diverso, una nuova band per dare un nuovo taglio al progetto SoleLuna e alla canzone, un esperimento un po’ ibrido che, tra l’altro, ha funzionato tantissimo dato che ha avuto una grande e bella risposta.
Il collettivo SoleLuna è stato contaminato dalla presenza di individui così diversi tra loro, partendo dall’idea di una band speciale per quella occasione.
Ti sei sentito più turnista o più parte del gruppo suonando con Jovanotti?
Parte del gruppo sicuramente. Come ti dicevo prima, c’è stata la voglia di creare qualcosa di speciale, in cui ognuno apportasse la propria individualità e specialità all’interno di un progetto diverso. Ed abbiamo fatto un gruppo, inteso come più persone accomunate dalla stessa idea.
Il tuo playning è cambiato rispetto alla canzone con Jovanotti? Hai dovuto cambiare set tra le due situazioni sia per le dimensioni dei tamburi che dei piatti? Se si quale?
Fermo restando che il mio loop è decisamente rock e che la canzone stessa è rimasta con questo tipo di taglio, il mio set, già normalmente ridotto al minimo, è stato ulteriormente diminuito, per cui ho suonato solo con piatti e tamburi.
Tra la fine di giugno e i primi di agosto avete ancora altre date in concerto, tra cui quella del 29 luglio a Roma all’interno della manifestazione Luglio suona bene all’Auditorium Parco della Musica. E’ previsto anche un tour autunnale o vi dedicherete alla composizione?
Non è un tour questo che stiamo facendo e che termineremo, appunto, ad agosto; è più un ultimo giro di saluti, per poi, in effetti, fermarci in autunno per comporre qualcosa di nuovo.
Quale credi sia il “segreto Negramaro”, quello della loro forza così dilagante?
A saperlo!Hai un’altra domanda???
Tra le molte attività della band -o ad essa collegate-, inoltre, Lu Forum, il nuovo sito creato dal loro fanclub, da pochi giorni online. Suo obiettivo è riunire l’energia dei fan, convogliandola verso il sociale. Ad esempio sostenendo i Negramaro nell’importante progetto 6 Villaggi per il 2006, promosso da Sos Villaggi dei Bambini, un’organizzazione internazionale di assistenza e cura dell’infanzia, impegnata nella costruzione di sei villaggi di accoglienza in Brasile, Messico, Nigeria, Sudafrica, Vietnam ed Ucraina. Per tutti i loro fan, infatti, basterà acquistare su eBay gadgets ed altri oggetti da loro autografati, contribuendo così economicamente al fondo per la costruzione dei villaggi.
È inoltre possibile farsi sostenitori di questa campagna donando 1 euro via sms solidale tramite invio al numero 48583 da rete mobile TIM, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia, oppure donando 2 euro con una chiamata da rete fissa Telecom Italia allo stesso numero.
Per ulteriori informazioni, www.negramaro.net
È inoltre possibile farsi sostenitori di questa campagna donando 1 euro via sms solidale tramite invio al numero 48583 da rete mobile TIM, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia, oppure donando 2 euro con una chiamata da rete fissa Telecom Italia allo stesso numero.
Per ulteriori informazioni, www.negramaro.net
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