Kama: l'intervista
Dopo otto anni in un gruppo, gli Scigad, come mai la decisione di attuare un progetto solista?
Sinceramente avevo deciso di smettere di suonare. Devo dire grazie ad Ale ed Iki, innanzitutto miei amici oltre che gli altri componenti della band; loro, infatti, hanno ascoltato i pezzi che avevo scritto e composto da solista e mi hanno spinto a registrarli.
L’incontro con Stefano Clessi dell’Eclectic Circus?
Anche questo è stato dovuto ad una serie di coincidenze. Tutto è nato molto casualmente; dopo un mio concerto a Milano, Stefano si è avvicinato e carinamente mi ha detto di esser rimasto folgorato dalla mia musica. Al che ha insistito per iniziare a lavorare in maniera “più ufficiale”.
Prima parlavo di coincidenze semplicemente perché quel mio concerto a Milano era solo uno dei tanti che ho fatto avendo tuttavia già deciso di abbandonare la carriera da musicista. Suonavo per me. Il fatto è che fino a quando ho cercato realmente di fare il lavoro del musicista non ho ottenuto grandissime soddisfazioni. Non appena invece ho deciso di abbandonare tutte le mie velleità artistiche, sono arrivati un po’ tutti e son successe un insieme di cose!
Testi e musica sono tuoi; a quali modelli musicali ti ispiri per entrambe le situazioni?
Bella dura come domanda! Mi piace la tradizione musicale italiana, cantautori a partire da De Gregori, Battisti, Bertoli…del resto in Italia ce ne sono moltissimi, e tutti bravi! A livello internazionale, invece, da piccolo adoravo i Beatles…mio papà faceva il musicista negli anni ’60, per cui sono cresciuto con questa musica.
Ora, da qui a dire che mi ispiro a loro è complicato; secondo me quando scrivi canzoni e musica c’è un riassunto di quello che si è ascoltato nella propria vita, che sia la radio o Sanremo o le cose più moderne. Nonostante non siano modelli a cui mi ispiro, sicuramente però ne sono influenzato..ma ti posso assicurare, nessuna premeditazione!
Come mai questo titolo per l’album dato che non è né il titolo di una canzone al suo interno né un pezzo di qualche brano?
Sostanzialmente, ho creduto fosse un modo abbastanza carino per dire “smettiamo di prenderci in giro, iniziamo a dire la verità com’è per davvero”. Oltretutto, poi, riassume un pochino il disco, essendo tutte le canzoni relative ad atteggiamenti e modi di comportarsi, frutto delle esperienze; per far ciò, ho poi scelto il linguaggio dell’ironia, a parte un paio di canzoni un po’ più “profonde”che ho inserito nell’album.
Nella copertina dell’album sei di spalle e guardi avanti. Che vorresti vedere?
Innanzitutto la copertina è frutto del lavoro di Luca Armiri. Secondo poi, mi aveva fatto ridere. A differenza delle altre che mi avevano sottoposto, infatti, mi piaceva l’idea di avere uno sguardo sulle altre persone, distante..sinceramente mi aveva esaltato!..anche se ti devo confessare che l’ho scelta all’improvviso…il giorno prima non ne ero convintissimo ed il giorno dopo, invece, mi sono svegliato dicendo “È lei”!
Mi è piaciuta molto “Icaro”; una storia dura eppure reale. Da dove è nata una canzone come questa?
“Icaro” è il racconto di una storia che ho vissuto. E’ una canzone seria e dura perché non poteva essere altrimenti, anche se sono riuscito a scriverla così perché l’avevo metabolizzata. Per me la figura di questa donna era più una strada verso la liberazione che il contrario, per cui ho creduto di far bene inserendo un pezzo come questo.
In “Passami un po’ di vita” chiedi del pane per raccogliere nel piatto del passato gli avanzi dei tuoi sogni. Quali erano questi sogni del passato e quali quelli del presente?
Beh, i miei sogni del passato erano quei sogni un pochino fantasiosi ma sinceri.. il fare il musicista per davvero, la rock star servita e riverita, piuttosto che avere un mondo senza troppo spargimento inutile di sangue o avere un essere umano migliore di quello che c’è adesso o piuttosto trovare la compagna della mia vita…Praticamente il risultato del mix di amore idilliaco, film americano e telenovelas! E poi, ovviamente, tutti i sogni di ragazzino, compreso quelli di diventare calciatore!
Ad un certo punto, però, prima di cominciare a ricostruire e a ricostruirsi, bisogna distruggere tutto, con ironia, diventando adulti nonostante l’adolescenza prolungata che va tanto di moda oggigiorno. Purtroppo sempre più spesso si fa i conti con se stesso quando ci si è costretti a farlo.
Poi c’è “Lulù”. Chi è? Che tipo di donna rappresenta dato che le dici che è la donna che vorresti?
Lulù è una puttana che diventa una prostituta. E’una rivalutazione di un ruolo sociale peggiorativo, che ho fatto in modo scherzoso e sorridente. Il tutto poi si rifà ad un fatto reale. Ero in macchina una sera con degli amici e uno di loro ad un certo punto ha fatto un commento su una mignotta, ma non in maniera volgare o scurrile, anzi, in una maniera così dolce, apprezzandone la bellezza e la dolcezza del viso, che ne sono rimasto colpito. Con le sue parole, il mio amico mi ha portato a valutare un controsenso nella mia testa, un mio tabù: bella non è un aggettivo per una prostituta, è per una donna.
E da lì è nata Lulù.
Scrivi tu i testi delle canzoni. Quale credi rispecchi di più ciò che sei? In quale è possibile vedere più a nudo il vero Kama?
Sicuramente “Sapore sapido”. Probabilmente perché è stato l’incipit di tutto il progetto, una delle prime canzoni che ho scritto e poi perché parla della mia rinascita, nel senso profondo e psicologico del termine (sono uno psicologo!). Ho provato ad un certo punto della mia vita lo sprofondare nel baratro; è stato un periodo particolarmente buio e difficile, durante il quale ho dovuto lavorare molto su di me ed ho capito diverse cose che mi facevano stare male, riuscendo addirittura a rivalutare i miei stessi difetti! Poi, finalmente, la risalita. E con essa la capacità di gustarsi un bicchiere di vino e una chiacchierata con gli amici per quello che sono, rimettendo in ordine la propria scala di valori.
Forse è anche un po’ per questo che la testa tra le nuvole della copertina mi è piaciuta così tanto, mi ha subito trasmesso un’idea di libertà. Anche se il mondo ti porta a fare pensieri diversi, le cose importanti sono sempre quelle e dai tempi dei tempi, come l’amicizia, il gustare certi momenti, il condividere certi momenti.. E’indubbio che meno importanti siano i soldi, il lavoro e le soddisfazioni personali di altro tipo; eppure attualmente alla sommità dei valori c’è il potere. Sempre e comunque lui.
Tra poco esce il tuo album; progetti live?
Dopo il periodo promozionale dell’album inizierà il tour, ma ancora non ho le date precise. I live però ci saranno sicuramente; mi piace moltissimo suonare dal vivo, credo sia la massima espressione di un artista, senza contare che con Iki, Ale, Stefano e Max mi ci trovo benissimo.
Il gruppo dal vivo è in una situazione di band, divertente e bello da vedere.
-Pezzo uscito a settembre 2006 su www.lineamusica.it-